Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Elena Correggia
Leggi i suoi articoliDal Qatar agli Emirati Arabi passando per l’Arabia Saudita è tutto un fiorire di iniziative culturali che gettano nuova luce sulla scena artistica locale. Artisti storicizzati così come giovani talenti sono nei radar di fiere come Art Dubai e la Biennale di Sharjah, di musei come Mathaf, l’Arab Museum of Modern Art di Doha e di fondazioni quali Diriyah Foundation, Barjeel Art Foundation e Alserkal Art Foundation, oltre a un numero crescente di gallerie private. Ma chi sono i protagonisti di questa primavera araba di natura artistica?
«Molti collezionisti di quell’area esprimono un vivo interesse per l’arte del mondo arabo spesso per un desiderio di riconnettersi con le proprie origini culturali ed esplorarle, così come per supportare una più ampia narrativa della ricchezza e complessità artistica di quel territorio», spiega Ridha Moumni, presidente, Christie’s Medio Oriente e Africa. «Fra le tendenze attuali che si allineano con quelle globali, c’è un crescente riconoscimento delle artiste donne dell’area. Fra le più note spicca Etel Adnan, apprezzata dal collezionismo mondiale, ma anche Huguette Caland, attualmente protagonista di una importante retrospettiva al Museo Reina Sofia di Madrid, Helen Khal, l’artista modernista algerina Baya che avrà presto l’onore di una mostra alla Tate Modern e Samia Halaby. Anche gli artisti palestinesi stanno conquistando nuova attenzione, con figure particolarmente ricercate come Jumana El Husseini e Sliman Mansour, che rispecchiano l’interesse per narrative dai richiami politici e culturali. In un contesto regionale più ampio, fra i nomi chiave si devono ricordare il modernista marocchino Mohamed Melehi, l’iconico ed espressivo Marwan e Nabil Nahas, che rappresenterà il Libano alla prossima Biennale di Venezia».

Silman Mansour, «Peace», 1990. Courtesy of Sotheby’s
Di Etel Adnan nella prima asta organizzata da Sotheby’s in Arabia Saudita, nel febbraio scorso a Diriyah, è stata venduta «Staring at the sun», del 2021, un’esplosione di colore sprigionato da 196 piastrelle di ceramica, aggiudicata per 180 mila dollari, proveniente da un corpus limitato di opere murali in ceramica create nell’ultima parte della sua carriera. Nello stesso incanto era presente un olio su tela del 1977 dell’artista palestinese-americana Samia Halaby, «Blue Trap (in a Railroad Station)», passato di mano per 384mila dollari (da una stima di 150-200mila). Halaby è stata una grande innovatrice nell’ambito dell’arte astratta e una pioniera dell’arte digitale. Negli anni ’80 imparò a programmare usando un computer Amiga con il quale realizzò vivaci dipinti geometrici in movimento che richiamavano la sua produzione su tela dei decenni precedenti. Quanto mai attuale poi il messaggio di «Peace», che ha toccato quota 90mila dollari (da 80-120mila), lavoro di Sliman Mansour che negli anni ’80 è stato fra i fondatori del movimento artistico palestinese contemporaneo. Nel suo linguaggio figurativo, ma altamente simbolico, ricorrono frequentemente il tema della terra e della pianta dell’ulivo con un richiamo alla libertà della sua patria. Una narrazione del mondo arabo mediata dalla conoscenza dei linguaggi del Cubismo e dell’Espressionismo occidentale è invece tipica di Abduhlhalim Radwi (1939-2006) di cui «Untitled» del 1984 ha raggiunto da Sotheby’s 264mila dollari (da 150-200mila).
Quanto ai temi, molti giovani artisti mediorientali lavorano su identità, memoria e luogo, seguendo storie personali e collettive. «Tuttavia è importante andare oltre l’assunto che il loro lavoro porti con sé sempre una valenza politica», afferma Nadine Khoury, art advisor con sede a Dubai. «Molti giovani stanno sempre più avvicinandosi a soggetti vari, dalla tecnologia alla sperimentazione dei materiali, dalla vita quotidiana all’astrazione, scegliendo di orientarsi su ciò che li ispira in modo autentico piuttosto che su ciò che ci si aspetta da loro». Secondo l’esperta fra i talenti emergenti da tenere d’occhio ci sono Nour Malas (nata a Cannes nel 1995 ma di origini siriane), con la sua pittura fluida, onirica, sovraffollata e dalle tonalità calde, ma anche Hazem Harb (Gaza, 1980), la cui ricerca multidisciplinare spazia dall’acrilico al disegno, dal collage fotografico alla tecnica mista per coniugare memoria personale e collettiva, storia e politica. Versatilità di mezzi e tecniche è perseguita anche da Afra Al Dhaheri (Abu Dhabi, 1988), che lavora molto sul concetto di tempo, adattamento, rigore e fragilità. Poi c’è Muhannad Shono (Riyadh, 1977), che ha rappresentato l’Arabia Saudita alla Biennale di Venezia del 2022 e la cui arte comprende dall’inchiostro su carta alle installazioni tecnologiche di grandi dimensioni mantenendo costante l’attenzione a questioni come l’origine, la non appartenenza, l’indeterminatezza. Infine, Rami Farook (Dubai, 1981), è un artista autodidatta nonché curatore la cui pratica è guidata dalle emozioni, spesso venate dall’umorismo con cui trasforma esperienze di vita in sperimentazioni visive.
Un peso crescente nel collezionismo dell’area è senz’altro quello assunto dalle generazioni più giovani, Millennial e Gen Z, «molti si interessano degli artisti emergenti, spesso acquistando direttamente da loro più che in galleria, luogo che può talvolta apparire inaccessibile o fuori dalla portata del budget», aggiunge Khoury. «Il mondo dell’arte è spesso percepito come uno spazio del lusso per cui creare un ambiente più accogliente e inclusivo risulta fondamentale. Detto questo, c’è una parte di collezionisti Millennial che esplorano l’arte attraverso la lente dell’investimento. Stanno diventando sempre più informati sulle vendite in Medio Oriente e cominciano a comprendere come il collezionismo può diventare una decisione strategica a livello anche finanziario e non solo emotivo o estetico».

Samia Halaby, «Blue Trap (in a Railroad Station)»,1977. Courtesy of Sotheby’s
Altri articoli dell'autore
Nell’asta londinese di Sotheby’s del 2 luglio una coppia di autoritratti olandesi del primo ’600 celebra il riscoperto sodalizio fra due artisti
Dalla trasparenza di ArtVerona al modello progressivo di Art Basel, passando per miart e Frieze: un viaggio tra numeri e strategie per capire il reale impegno economico per partecipare al mercato fieristico dell’arte
Buoni risultati nell’asta di dipinti e disegni antichi anche per la pittura barocca di Andrea Vaccaro e Luca Giordano
Perle rare e storiche, a lungo lontane dai riflettori o, più semplicemente, pezzi giusti ai giusti prezzi