Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Letizia Riccio
Leggi i suoi articoliLa mostra «Dorothea Lange», al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano fino al 19 ottobre, apre «Artbox» di mercoledì 28 maggio, in terza serata su La7. Centoquaranta scatti celebrano la fotografa statunitense a centotrent'anni dalla nascita. Alle telecamere di «Artbox» ne parlano Walter Guadagnini e Monica Poggi; i curatori della mostra raccontano il focus dell’esposizione, ovvero il lavoro svolto da Dorothea Lange (Hoboken, 1895-San Francisco, 1965) tra gli anni Trenta e Quaranta, quando documentò la crisi sociale e politica degli Stati Uniti, mostrando al mondo gli effetti della Grande Depressione. «Migrant Mother», il ritratto di una donna madre di sette figli in una situazione di estrema povertà, è diventata il simbolo di quell’epoca difficile.
Il programma di La7 prosegue con la visita all’Adi Design Museum di Milano dove è in corso «Best of Both Worlds», curata dallo scrittore e designer Stefano Casciani, con il progetto di allestimento e grafico di Piero Lissoni/GraphX. L’idea di Casciani è illuminare il rapporto tra le correnti storiche del design e le arti figurative. Così, si parte dal Futurismo, prima avanguardia a pensare l’oggetto d’uso anche in chiave espressiva, per arrivare ai progetti ironici e di sapore dadaista dei fratelli Castiglioni, fino all’esplosione della più libera e radicale creatività, negli anni Sessanta: gli oggetti d’arredo intessuti di citazioni artistiche di Alessandro Mendini, Gaetano Pesce e Ettore Sottsass.
Alessandro Mendini, «Proust», 1978. Courtesy of Archivio Alessandro Mendini
Angelo Bianchetti, «L’autostrada è un fiume», 1973
Nello spazio «Arte e vita in libreria», Laura Graziano presenta L’uomo che inventò l’autogrill (344 pp., ill., Lisianthus, 2025). Il libro contiene la biografia di Angelo Bianchetti, l’architetto che negli anni Cinquanta, insieme all’amico e imprenditore Mario Pavesi, creò l’autogrill, un’icona del design nazionale. Il volume, scritto in collaborazione col nipote di Bianchetti, racconta l’uomo e l’artista.
«Artbox» si sposta infine a Venezia, nella sede del Padiglione dell’Uruguay della Biennale di Architettura 2025. Il titolo dell’installazione, «53,86% Uruguay, país agua», firmata dall’artista Luis Sei Fong insieme ai figli Katia e Ken, richiama la percentuale dell’acqua nel territorio uruguaiano, invitando il pubblico a riflettere sul valore di questa risorsa centrale per il Paese. L’opera trasforma l’ex magazzino dei Giardini della Biennale in una grotta sonora, dove il gocciolare dell’acqua crea un’atmosfera sospesa. Intervistato dagli autori del programma, l’artista Ken Sei Fong racconta il senso dell’installazione.
«Artbox», curato da Didi Gnocchi e Dario Romano, è prodotto da 3D Produzioni ed è disponibile sul sito di La7, nella sezione dedicata.
Sei Fong Studio, «53,86% Uruguay país agua», Biennale di Venezia 2025
Altri articoli dell'autore
In un piccolo edificio della periferia romana, vicino al carcere di Rebibbia, la figura del poeta rivive grazie a una donazione e alle iniziative per la cittadinanza
Una sala polivalente per l’arte del futuro, spazio per le mostre, la biblioteca specializzata, gli archivi della Galleria, un centro studi: un progetto sostanzialmente conservativo da 15 milioni di euro
Anteprime e presentazioni (martedì 25 novembre alla Biblioteca Braidense di Milano, ad esempio) anticipano l’uscita nelle sale del nuovo film sul Merisi, prevista per il primo, 2 e 3 dicembre
Al via, con un red carpet affollato di divi internazionali, la rassegna cinematografica sabauda. Pochi i titoli legati all’arte, salvo una replica d’eccezione: il capolavoro di Aleksandr Sokurov girato all’Ermitage


