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Giuseppe M. Della Fina
Leggi i suoi articoliLa mostra «DeVoti etruschi. Da Veio a Modena e ritorno», allestita a Roma, negli spazi del Museo delle Antichità etrusche e italiche del Polo Museale della Sapienza Università di Roma (10 maggio 2024 - 31 marzo 2025), racconta una storia che ha come protagonisti due archeologi illustri, Rodolfo Lanciani e Luigi Pigorini, l’astronomo ed esploratore Pietro Tacchini, il direttore del Museo Civico di Modena, Carlo Boni, e Teresa Cristina di Borbone, moglie dell’imperatore del Brasile.
Fu l’imperatrice del Brasile infatti a promuovere, nel 1889, lo scavo che portò alla scoperta di un enorme deposito votivo a Veio, in località Comunità. I reperti recuperati confluirono a Roma presso l’allora Regio Museo Preistorico ed Etnografico (oggi Museo Nazionale Preistorico Etnografico). Il direttore Pigorini accettò di scambiarne una parte con oggetti raccolti da Tacchini durante una sua spedizione nel Pacifico. Quest’ultimo era originario di Modena e decise di destinare i materiali scambiati al museo della sua città natale.
Si tratta di 118 ex voto in terracotta, databili tra il IV e il II secolo a.C., tra i quali figurano statue e frammenti di esse, teste maschili e femminili, animali (bovini, suini, equini ecc.) e parti anatomiche. Un interesse speciale rivestono alcuni torsi umani con la raffigurazione degli organi interni.
Ora, dopo la mostra allestita a Modena e conclusasi da poco, gli ex voto veienti sono esposti nel museo romano: si tratta di un temporaneo, ma significativo «ritorno». Le due esposizioni sono state precedute da un lavoro di ricerca approfondito, che è confluito nel catalogo curato da Laura Maria Michetti, Carla Tulini e Cristiana Zanasi (All’Insegna del Giglio).
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Testa femminile di profilo, prima metà del IV secolo a.C. Foto Museo Civico di Modena-Museo Università di Roma La Sapienza
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Testa femminile velata, seconda metà del IV secolo a.C. Foto Museo Civico di Modena-Museo Università di Roma La Sapienza
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