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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliÈ un match tra pittori distanti nel tempo (una generazione) e nello spazio (Italia e Spagna) quello che propone la galleria Stefano Forni nella mostra «Materia in metamorfosi» aperta dal 2 febbraio al 15 marzo. A confronto sono infatti l’italiano Gianriccardo Piccoli (Milano, 1941) e lo spagnolo Antoni Tàpies (Barcellona, 1923-2012), entrambi caratterizzati da una lunga, attenta, pluridecennale attenzione alla materia e alle sue infinite potenzialità nelle due dimensioni e non solo.
Quel che emerge, infatti, più che un confronto è forse un dialogo dalle tinte forti esercitato tra modi dissimili di frequentare la pratica pittorica: uno «scambio» di grande impatto tra le immagini dipinte di Piccoli e le dense composizioni di Tàpies.
I lavori del milanese Piccoli, tutti inediti e recenti, inglobano garze, acetati e fili di ferro. Secondo il critico Fabrizio D’Amico, «in Piccoli pittura e disegno si saldano in un’unità non programmaticamente cercata, ma infine spontaneamente raggiunta». Lo si vede bene, ad esempio, in «Porta segreta» realizzata ad olio e garza su legno.
Tàpies apre a una riflessione che inizia dalla partitura dello spazio enfatizzato da pennellate potenti e giunge a una fisicità e tensione emotiva che solo in parte può dirsi informale: lo si constata nella «Serie Catalana n.5» del 1974, ma anche in altre grafiche e tecniche miste qui presenti.

«Porta segreta» (2015-16) di Gianriccardo Piccoli
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