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Dalla «terza saletta» del caffè Aragno

Dalla «terza saletta» del caffè Aragno

Francesca Romana Morelli

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Fino alla fine di luglio Gianluca Berardi espone una decina di opere di Francesco Trombadori (1886-1961), uno dei maestri della Scuola romana, che fece parte della cosiddetta «terza saletta» del Caffè Aragno in via del Corso, dove si ritrovavano artisti come Carlo Socrate, Virgilio Guidi, Cipriano Efisio Oppo, Amerigo Bartoli, Giorgio de Chirico, letterati e critici d’arte come Giuseppe Ungaretti, Roberto Longhi e Vincenzo Cardarelli. Qui si discussero i nuovi assetti dell’arte dopo il primo conflitto mondiale, nella fase di avanzata della nuova avanguardia europea: il «ritorno all’ordine».

Proveniente dalla Sicilia, con lo studio abitazione nella colonia di artisti che viveva a Villa Strohl-Fern alle porte di piazza del Popolo, Trombadori ha connaturato il senso della luce mediterranea e della classicità. Qualità che si ritrovano nel piccolo dipinto con il busto di una modella che giace sul lettino.

Tra i paesaggi, che rielaborano quel senso di sospensione della Metafisica, ci sono una veduta dell’Isola Tiberina e un vasto tratto di campagna con un passaggio a livello, che segna lo sviluppo spaziale della composizione; infine alcune nature morte, che rivelano l’attenzione dell’artista per i pittori realisti seicenteschi.
 

Francesca Romana Morelli, 08 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

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Dalla «terza saletta» del caffè Aragno | Francesca Romana Morelli

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