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Una veduta della mostra «Wonders of the Modern World» di Pier Paolo Tamburelli, Giovanna Silva, Giulio Squillacciotti alla Fondazione Ica Milano

Courtesy of Fondazione Ica Milano e gli artisti

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Una veduta della mostra «Wonders of the Modern World» di Pier Paolo Tamburelli, Giovanna Silva, Giulio Squillacciotti alla Fondazione Ica Milano

Courtesy of Fondazione Ica Milano e gli artisti

Design, architettura e un thriller fantascientifico convivono a Milano

Alla Fondazione Ica Milano un triplice appuntamento con Jasper Morrison, Giovanna Silva e Cemile Sahin

Lontano dalle traiettorie più battute del centro di Milano, Fondazione Ica si innesta nel tessuto periferico della città attraverso il fascino grezzo della sua struttura, che, dalla fondazione, permane indisturbata tra i fabbricati dell’ex area industriale del Vigentino. Oggi, l’ingresso principale apre su un ambiente luminoso e minimale, dove un agglomerato confuso di sedie su un tappeto nero sembra voler annullare la propria funzione: prendere posto. Questa appena descritta è l’installazione al centro di «The Lightness of Things», un progetto nato dal dialogo tra Piero Gandini e Alberto Salvadori, fondatore e direttore di Ica Milano, e dedicato a Jasper Morrison, tra le personalità di spicco del design odierno (fino all’11 luglio). Oltre alle 12 sedie progettate da Morris, altrettante composizioni fotografiche corredano le superfici cementizie. La sedia, archetipo per eccellenza del design, è posta qui in dialogo con gli oggetti delle fotografie. Questo incontro tematizza, attraverso la scelta di proporre l’allestimento in un contesto artistico, la necessità degli oggetti di occupare lo spazio quotidiano con naturalezza e semplicità. Per Morrison sono soprattutto la qualità materica e la relazione che l’elemento instaura con l’ambiente a dare valore al design, che in questo modo si radica nel contesto e nella praticità che offre al suo interlocutore. L’astrattezza del pensiero non si manifesta solo negli oggetti, ma prende forma anche nel suono, materializzandosi in una traccia sonora composta da Anthony Moore che dà voce agli scritti del designer.

Sempre fino all’11 luglio la Fondazione Ica presenta altre due mostre. Al piano terra, la meticolosa attenzione al dettaglio cede il posto a una grammatica spaziale che si estende su larga scala con «Wonders of the Modern World», a cura di Pier Paolo Tamburelli e Anna Livia Friel. La rassegna si apre con tre grandi fotografie di Giovanna Silva, accompagnate da otto modelli architettonici in vetro delle cosiddette «meraviglie del mondo moderno», che illuminate internamente offrono un processo di astrazione di queste icone architettoniche classiche. L’intento è quello di ricollocare l’attenzione collettiva su edifici che, nel corso del tempo, sono stati spesso oscurati dai fenomeni a cui l’architettura moderna ha scelto di dare maggiore rilievo. Oggi questi edifici sono, in effetti, luoghi di addensamento umano, nel senso sociale e antropologico del termine: spazi attorno ai quali grandi masse di persone si radunano per celebrare rituali collettivi. Per questo motivo, accanto alle stampe, la mostra è arricchita da alcune riprese video realizzate da Giovanna Silva, che documentano il continuo movimento delle folle in spazi architettonici volutamente fissi e monumentali. La narrazione che si sviluppa attorno a questi monumenti è plurivisionale: al video si aggiunge il film di Giulio Squillacciotti, che offre una lettura unica attraverso scenari intrecciati, creando un racconto articolato. A chiudere, l’installazione sonora di Nicola Ratti amplifica la dimensione sensoriale di questi luoghi, proponendo un’esperienza acustica che intensifica l’interpretazione visiva. 

Infine, introdotta da due stampe su alluminio, la mostra «Road Runner» di Cemile Sahin segna un innovativo intervento espositivo ospitato nella project room della Fondazione. La curatrice Chiara Nuzzi riconosce alla promettente Sahin la capacità di affrontare «i temi legati alla famiglia e alla perdita e di approfondire le forme di oppressione politica e di alienazione che affliggono l’uomo moderno nell’era digitale». È il digitale a definire l’intervento dell’artista, presentato qui per la prima volta dopo la proiezione all’Esther Schipper di Berlino. «Road Runner» è un thriller fantascientifico che intreccia elementi visivi e narrativi presi da film d’azione, videogiochi e pubblicità, esempio dei linguaggi e delle modalità emergenti nella cultura visiva contemporanea.

Una veduta dell’installazione «Road Runner» di Cemile Sahin alla Fondazione Ica Milano. Courtesy of Fondazione Ica Milano e l’artista. Foto © Andrea Rossetti e Tiziano Ercoli

Una veduta dell’installazione «The Lightness of Things» di Jasper Morrison alla Fondazione Ica Milano. Courtesy of Fondazione Ica Milano e l’artista. Foto © Andrea Rossetti e Tiziano Ercoli

Giulia Moscheni, 28 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

Design, architettura e un thriller fantascientifico convivono a Milano | Giulia Moscheni

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