Carla Cerutti
Leggi i suoi articoliComposta da 230 lotti, Piasa organizza mercoledì 6 marzo a Parigi una vendita interamente dedicata al design italiano del XX secolo, comprendente tutti i nomi dei maestri che hanno fatto grande la nostra produzione dal 1930 agli anni’60. Gio Ponti occupa un posto di rilievo nella selezione con una cinquantina di lotti che testimoniano la grandissima originalità del suo lavoro e l’instancabile opera di rinnovamento perseguita nel corso della sua lunga carriera.
Tra sedute di vario tipo, cassettoni, tavoli e tavolini, scrivanie, lampade e singolari oggetti in rame, tra i lotti di maggior valore spiccano una coppia di poltrone del 1949 circa dalla struttura angolare in legno laccato (80mila-120mila euro) e un’altra coppia di poltrone, chiamate «Triennale», disegnate nel 1951 e prodotte dalla I.S.A di Bergamo (50mila-70mila euro). Molto eleganti tre serie composte ciascuna da tre tavolini con ripiano in vetro e gambe in ottone del 1960 circa (ciascuna 8mila-12mila euro) e due arredi, una scrivania e uno scaffale in Vitrex e ottone creati intorno al 1939 per gli uffici milanesi della Vetrocoke (18mila-25mila e 15mila-20mila euro).
Significativa la presenza anche di arredi concepiti dalla raffinata creatività di Luigi Caccia Dominioni: tavolini, lampade e fermaporte con stime dai 1.500 ai 7mila euro. Tra le numerose ideazioni di Ico Parisi, spicca un tavolo da pranzo a lui attribuito dalla struttura scultorea «a forcelle», sua tipica, in legno laccato con piano in vetro: pezzo unico realizzato su commissione nel 1950 circa per una residenza romana, è stimato 20mila-30mila euro. Tra le altre rarità, da segnalare lo scrittoio a ribalta «Libri» di Piero Fornasetti, in legno laccato completamente ricoperto di litografie a trompe l’oeil colorate a mano (30mila-40mila euro), la poltrona «Artigiano - serie Monofilo» disegnata verso il 1953-1955 da Luciano Grassi, Sergio Conti e Marisa Forlani e realizzata con fili di nylon tesi sulla struttura in acciaio (15mila-20mila euro) e, non da ultimo, un'opera pittorica su vetro di Lucio Fontana del 1956, un tempo parte della collezione di Fulgenzio Borsani, inizialmente concepita come piano da tavolo durante la proficua collaborazione dell’artista con Arredamenti Borsani (60mila-90mila).
Non meno notevole la serie di apparecchi da illuminazione firmati Gino Sarfatti, comprendente una coppia di lampade a sospensione «Modello 2109/12»prodotte da Arteluce nel 1960-1962 (ciascuna 15mila-20mila euro), e le iconiche plafoniere «Modello 2045» in metallo laccato e vetro, progettate dallo Studio B.B.P.R. e prodotte da Arteluce nel 1962 (40mila-60mila euro ciascuna). In questa panoramica non poteva mancare la provocatoria creatività di Ettore Sottsass, presente con la lampada a sospensione «Festone», in metallo laccato, ottone e Plexiglas colorato, prodotta da Arredoluce nel 1956 (70mila-90mila euro).
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