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Maurizio Cattelan, Panorama Pozzuoli © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

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Maurizio Cattelan, Panorama Pozzuoli © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Olga Scotto di Vettimo

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La divinizzazione è il tema che scandisce l’edizione 2025 di «Panorama Pozzuoli» (10-14 settembre), curata da Chiara Parisi (direttrice del Centre Pompidou-Metz) che, nel tessere il rapporto tra antico e contemporaneo che caratterizza l’area flegrea, afferma: «A Pozzuoli la divinizzazione non è un concetto astratto, ma qualcosa di inscritto nella terra stessa. I Campi Flegrei sono un territorio in cui il mito si è fatto geografia: qui gli dèi hanno sconfitto i Giganti, il Lago d’Averno era la porta degli Inferi, la Solfatara la fucina di Efesto. In un contesto simile, ‘divinizzazione’ è sembrata la chiave più naturale per aprire il dialogo tra passato e presente. In questi luoghi, in cui sacro e profano, antico e moderno, convivono in un unico respiro, il divino non è quindi una categoria fissa, ma un continuo interrogarsi su chi o cosa eleggiamo a simbolo di trascendenza».
E sin dal primo denso (e umidissimo) giorno, trascorso alla scoperta della bellezza e del divino in terra, alcune parole chiave echeggiavano per poi prendere forma durante l’intero percorso di visita alla mostra, guidato dalla curatrice, che ha mescolato nel suo racconto vicende storiche e ricerche artistiche, non mancando di sottolineare e di restituire, di volta in volta, meraviglia e stupore per un luogo così complesso e stratificato.

Panorama Pozzuoli © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

La prima parola che ha chiarito da subito il contesto dell’intera operazione è stata «sinergia», utilizzata nel corso della conferenza stampa per delineare il virtuoso rapporto tra pubblico e privato e tra le stesse istituzioni: la Regione Campania (Direttore Generale per le politiche culturali e il turismo della Regione Campania), che ha sostenuto «Panorama» con il “Programma Regionale di Azione e Coesione” (Fondi Coesione Italia 21/27), e con la collaborazione della società in house Scabec; il Comune di Pozzuoli (Sindaco Luigi Manzoni), che ha «fatto miracoli» per garantire lo svolgersi della manifestazione; la Curia (presente Don Roberto per conto di Mons. Villano), che ha voluto costruire un ponte tra i luoghi  di spiritualità, come la Cattedrale, e l’arte contemporanea; il Parco Archeologico dei Campi Flegrei (direttore Luigi Pagano), riaprendo il percorso archeologico chiuso da mesi; la società EAV (presidente Umberto De Gregorio) che ha garantito il servizio di trasporto pubblico, nonostante le difficoltà determinate dalla crisi bradisismica; l’UNESCO, che, come ha rammentato Lorenzo Fiaschi, presidente di ITALICS, ha concesso il patrocinio, riconoscimento che incoraggia a proseguire nel segno del dialogo tra arte, patrimonio e comunità; la rete dei galleristi, che ITALICS, promuove anche attraverso «Panorama», progetto culturale e artistico, che, con cadenza annuale, si svolge nelle località più affascinanti del paesaggio italiano. Un ringraziamento particolare è stato rivolto alle gallerie del territorio napoletano (Alfonso Artiaco, Thomas Dane Gallery, Galleria Umberto Di Marino, Galleria Tiziana Di Caro, Galleria Fonti, Giacometti Old Master Paintings, Galleria Lia Rumma, Porcini, Studio Trisorio) e alla popolazione di Pozzuoli, che con entusiasmo ha accolto il progetto. L’altra parola è «convivenza», utilizzata da tutti i presenti in riferimento al fenomeno del bradisismo che caratterizza questo meraviglioso territorio, il quale negli ultimi mesi patisce gli effetti di un nocivo allarmismo che deve essere contrastato con la chiarezza delle azioni e l’efficacia della cultura, come ha sottolineato il gallerista Alfonso Artiaco, da sempre impegnato nella valorizzazione di Pozzuoli e dell’area flegrea. Ma sono anche tante altre le parole che scandiscono il percorso di mostra, costellato da frasi liberamente ispirate dall’Eneide a cura di Chiara Parisi, come «Qui il sacro ribolle dal basso», «Il Panorama è un oracolo senza voce», «Qui si può parlare con gli dei», che rendono la visita ancora più evocativa e sospesa nel tempo.

Clarissa Baldassarri D’Incanto 2024 2025 Courtesy dell’artista e Gian Marco Casini Gallery - Panorama Pozzuoli © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Ed ecco che con la V edizione (Procida, 2021; Monopoli, 2022; L’Aquila, 2023; Monferrato, 2024), «Panorama» ritorna in Campania, accompagnando il pubblico in un viaggio tra divinità e creazione, memoria e urgenze del presente. «Da tempo volevo fare un progetto con un territorio che coabita con un vulcano» e con questa dichiarazione ha inizio la visita con Chiara Parisi alla mostra, realizzata con il contributo di 45 gallerie e 47 artisti, tra cui anche maestri del passato, e oltre 100 opere. Si parte dal Rione Terra, primo insediamento romano a Puteoli (194 a.C.), circondato sui tre lati dal mare e costruito su uno sperone tufaceo di oltre 33 metri. Accoglie, al Largo Sedile di Porta, l’opera di Ugo Rondinone (courtesy Alfonso Artiaco), una scultura della serie Stone Figures, presenza senza tempo, sospesa tra cielo e mare. Sempre all'ingresso del percorso, al Sedile dei Nobili,  l’installazione (courtesy dell’artista e Galleria Franco Noero) realizzata per questa edizione da Simon Starling e ispirata alla «Decapitazione» che Caravaggio dipinse a Napoli. Dalla sospensione tra mare e cielo, si procede, invece, nel ventre della terra, seguendo il percorso ipogeo, dove l’antichità romana e medievale vengono messe in relazione con l’effetto ottico perturbante delle pupille fotografate da Simon Dybbroe Møller (Courtesy dell’artista e Francesca Minini); la complessità dell’identità nelle sculture di Giusy Pirrotta (Courtesy dell’artista e CAR Gallery); la scultura-erbario di Marie Denis (Courtesy dell’artista e Galleria Alberta Pane); l'opera anamorfica di Fabrizio Corneli (Courtesy dell’artista e Studio Trisorio); le rovine architettoniche secentesche di Viviano Codazzi e Michelangelo Cerquozzi (Courtesy Robilant+Voena); la mitologia del marmo settecentesco di Matteo Bottigliero (courtesy Botticelli Antichità); l’installazione sonora di Oliver Beer (Courtesy dell’artista e Thaddaeus Ropac); una sequenza di Fibonacci del 1971 di Mario Merz (Courtesy Cardi Gallery) e un «Giocoliere» del 1939 di Marino Marini (Courtesy Galleria d’Arte Frediano Farsetti).

Wilfredo Prieto Futuro incierto Uncertain Future 2011 Courtesy Galleria Massimo Minini - Panorama Pozzuoli © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Ritornati in superficie, il percorso continua tra inciampi visivi sull’antichità, incredibili squarci panoramici, l’odore del mare che avvolge la rocca di Rione Terra, il vento caldo mediterraneo, le stradine su cui si aprono locali storici. É qui che troviamo il teatro surreale delle carte di Sandra Vásquez de la Horra (Courtesy dell’artista e Magazzino); le cancellature di Emilio Isgrò (Courtesy Tornabuoni Arte); le storie intime e collettive ricamate da Sang A Han (Courtesy dell’artista e Galleria Fumagalli); le sculture di Gino Marotta Courtesy (Archivio Marotta e Richard Saltoun Gallery); i fenomeni naturali evocati dalle opere di Goshka Macuga (Courtesy dell’artista e Vistamare). Dopo aver ammirato le tre opere di Artemisia Gentileschi, un tempo conservate nella cattedrale e oggi sistemate nel limitrofo Museo Diocesiano, si arriva al Duomo, dedicato al santo martire Procolo, e oggetto di un importante restauro che, a seguito di un incendio nel 1964, ha integrato le preesistenze archeologiche e rinascimentali-barocche con una soluzione moderna. Qui la superficie specchiante di Anish Kapoor (Courtesy dell’artista Galleria Continua); il lavoro su memoria e presenza di Jan Vercruysse (Courtesy Jan Vercruysse Foundation e Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea); la riproduzione di una tela del ‘600 di Luigi Primo Gentile, distrutta durante l’incendio del 1964 (Courtesy Galleria Porcini). All’ingresso del podio del duomo, invece, le mensole e i legni di Jannis Kounellis (Courtesy ML fine art | Matteo Lampertico); le forme luminose di Gianni Colombo (Courtesy A arte Invernizzi); mentre nella cripta sono installati i ritratti di Carlos Amorales generati da una rete GAN (Courtesy dell’artista e Galleria Umberto Di Marino).

Simone Fattal Victory holding a bird 2023 Courtesy dell’artista e kaufmann repetto - Panorama Pozzuoli © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Si ricomincia il percorso e, dopo aver visto in via Crocevia l’installazione di Elmgreen & Dragset, (Courtesy degli artisti e Massimodecarlo), artisti che ritroveremo anche successivamente, arriviamo a piazzetta San Liborio, dove sono sistemati il trittico di Felix Shumba (Courtesy dell’artista e Galleria Fonti); il dipinto secentesco di Giovanni Peruzzini (Courtesy Galleria Canesso); le sculture di Kevin Francis Gray (Courtesy dell’artista e Secci); un dipinto di Luca Giordano (Courtesy Giacometti Old Master Paintings) e l’installazione di Maria Grazia Rosin (Courtesy dell’artista e Caterina Tognon arte contemporanea). Giunti in piazza di via Crocevia, in una stanza che affaccia sul mare, l’opera di David Tremlett (Courtesy dell’artista e Lunetta11); mentre nella piazza, il lavoro site-specific di Rebecca Moccia (Courtesy dell’artista e Mazzoleni, London-Torino) e, alzando gli occhi, l’opera di Maurizio Cattelan (Courtesy dell’artista e Gagosian), presente anche nella chiesa di San Liborio con altri lavori. «Questa è la mascotte di Panorama Pozzuoli», dichiara Chiara Parisi: un bambino, che suona a intermittenza tamburo, è sospeso a una gru, simbolo metallico di un quartiere, Rione Terra, evacuato negli anni Settanta e mai più ripopolato. Dalla piazza si prosegue per un altro percorso archeologico sotterraneo, dove sono allestiti l’opera di Bram Demunter (Courtesy Tim Van Laere Gallery), l’idolo contraffatto di Michael Landy (Courtesy dell’artista e Thomas Dane Gallery), il video di Damir Očko (Courtesy dell’artista e Galleria Tiziana Di Caro), celebrazione queer ispirata a una commedia di Aristofane.

Helena Hladilová Jedno těloda I a VII 2025 Courtesy dell’artista e SpazioA Pistoia - Panorama Pozzuoli © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Si lascia Rione Terra  e dopo un cammino a piedi, scandito da altre soste per vedere l’opera di Lawrence Weiner (Courtesy Giorgio Persano), quella di Walter Moroder (Courtesy dell’artista e Galleria Doris Ghetta), quella di Celia Paul (Courtesy dell’artista e Victoria Miro), il video di Yuri Ancarani (Courtesy dell’artista e Zero...; al Cinema Sofia che prende il nome dalla nota attrice nata a Pozzuoli), si giunge all’Anfiteatro Flavio (I d.C.), la cui storia è legata anche alle vicende di san Gennaro, lì condotto durante le persecuzioni anticristiane di Diocleziano. In questo luogo sono allestite le opere di Simone Fattal (Courtesy dell’artista e kaufmann Repetto), quelle pittoriche di Servane Mary (Courtesy dell’artista e Apalazzogallery); mentre nella cavea è parte dell’opera performativa con sei danzatori di Clarissa Baldassarri (Courtesy dell’artista e Gian Marco Casini Gallery). Nell’area sotterranea, invece, le sculture di Helena Hladilová (Courtesy dell’artista e SpazioA, Pistoia) e i lavori concettuali di Wilfredo Prieto (Courtesy Galleria Massimo Minini). Infine, si raggiunge un altro luogo d’incanto e del mito, con cui termina la visita alla mostra: il Parco archeologico di Cuma, dove nell’Antro della Sibilla l’opera video di William Kentridge (Courtesy dell’artista e Galleria Lia Rumma), un flipbook animato con figure stilizzate, simboli e testi vaticinati da un algoritmo, ci restituisce la poetica di una Sibilla contemporanea. Si lascia nel tardo pomeriggio la terra del mito, della storia e della natura per raggiungere Napoli, guardando dall’alto il lago d’Averno e intravedendo le fumarole della Solfatara. Ma la giornata per molti non è finita:  le gallerie napoletane, chiudendo straordinariamente alle 21.00, accolgono il pubblico con finissage e nuove aperture, tra cui le due mostre personali di Johan Creten e Ulrich Wulff alla galleria Alfonso Artiaco.

William Kentridge Sibily 2020 Courtesy dell’artista e of the artist and Galleria Lia Rumma - Panorama Pozzuoli © Danilo Donzelli e Mauro Palumbo

Olga Scotto di Vettimo, 11 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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