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Roberto Mercuzio
Leggi i suoi articoliHa riaperto al pubblico il 3 dicembre, dopo ampi lavori di ristrutturazione iniziati nell'aprile 2024, Il Museo Romano e Paleocristiano di Cartagine. Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte la ministra tunisina degli Affari Culturali Amine Srarafi, insieme a diversi membri del personale scientifico dell’Istituto Nazionale del Patrimonio, dell’Agenzia per la Restaurazione del Patrimonio e dello Sviluppo Culturale, esperti che hanno contribuito alla preparazione del museo e vari rappresentanti delle ambasciate accreditate in Tunisia.
Secondo la guida preparata per l’occasione, redatta dai ricercatori Nejib Ben Lazreg e Sihem Aloui, il museo, nella sua nuova veste, è una tappa fondamentale per comprendere lo sviluppo di Cartagine durante il periodo tardo romano e paleocristiano. Presenta reperti archeologici relativi all’architettura religiosa, agli spazi civici e alle pratiche spirituali dell’epoca. Il museo, spiega una nota del Ministero della Cultura di Tunisi, venne originariamente istituito nel 1984, durante una campagna internazionale a tutela di Cartagine lanciata dall’Unesco. Varie istituzioni culturali avevano contribuito alla sua creazione, tra cui il Kelsey Museum dell’Università del Michigan, sotto la supervisione del curatore tunisino Abdelmajid Nabli e dell’archeologo americano John Humphrey, con il sostegno finanziario della Earthwatch Foundation. Fin dalle origini il museo ha presentato risultati di scavi scientifici direttamente nei siti originali; anche per questo è stato un importante punto di riferimento per la ricerca.
Il museo, situato a Cartagine Dermech, nella parte settentrionale della capitale, sorge su un sito ricco di strati archeologici che rivelano lo sviluppo della città in periodi successivi. Nella sua forma attuale, il museo offre un percorso di visita completo, permettendo per esempio ai visitatori di esplorare la Grande Chiesa Bizantina, che misura oltre 36 metri di lunghezza e 25,5 metri di larghezza. Questa chiesa a cinque navate con otto nicchie presenta mosaici geometrici sui suoi pavimenti, alcuni dei quali furono realizzati a Costantinopoli e portati a Cartagine. Fu costruita sopra una chiesa più antica risalente alla fine del IV secolo, come rivelato dagli strati di scavo e dagli elementi architettonici scoperti. Il fonte battesimale è uno degli elementi più importanti, progettato con una pianta quadrata e un nucleo ottagonale, una piscina centrale a forma di croce, circondata da un colonnato circolare e colonne tortili in marmo di Chemtou. Ciò deriva dall’importanza spirituale che la chiesa attribuiva al battesimo in quel periodo, secondo gli autori della guida.
Il museo presenta anche un complesso ecclesiastico completo, scoperto tra il 1976 e il 1984, che comprende alloggi, piccole officine, pozzi, cisterne e passaggi collegati alla rete urbana di Cartagine, a dimostrazione del continuo utilizzo umano del sito anche dopo la conquista araba.
Tra le opere d’arte, il museo ospita due mosaici raffiguranti dei pavoni, uno scoperto tra il 1970 e il 1971, l’altro nel 1984, considerati tra i più raffinati manufatti cristiani che simboleggiano l’immortalità e la vita eterna. Inoltre, presenta una vasta gamma di ceramiche, insieme a manufatti in metallo e bronzo e monete antiche, la più antica delle quali è un esemplare punico del III secolo a.C. raffigurante il simbolo del cavallo. Il museo espone anche una statua di Ganimede rapito da Zeus, ricostruita dopo essere stata ritrovata rotta in 17 pezzi. Si tratta di un viaggio attraverso quattro secoli di Cartagine cristiana.
La ministra Amine Srarafi ha dichiarato ai giornalisti che la riapertura di questa istituzione rappresenta un sostegno al processo di valorizzazione del patrimonio, sottolineando che, sebbene il museo sia di piccole dimensioni, è significativo per il valore della sua ricerca e dei reperti culturali che contiene, aggiungendo che il Ministero sta lavorando per riaprire i musei chiusi in tutti i governatorati e per rafforzare la cooperazione con il Dicastero del Turismo per promuovere il turismo culturale e integrare il patrimonio nei programmi educativi.
Il Museo Romano e Paleocristiano di Cartagine è stato chiuso diverse volte per lavori di ristrutturazione, per esempio nel 2010 e nel 2013. Ha riaperto nel giugno 2021 dopo essere stato chiuso per anni a seguito del furto della statua di Ganimede nel 2013, poi recuperata nel 2017. Il museo ha chiuso nuovamente nel marzo 2024 per lavori di manutenzione e restauro. In quella circostanza sono stati eseguiti lavori interni, insieme a opere di ristrutturazione dell’area depositi e dell’ufficio del curatore nell’ottobre 2024, nonché pavimentazione e rifinitura del marciapiede esterno che circonda il museo nel novembre 2024.
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