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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliI re traci e il tesoro di Panagjuriste al Louvre
La folta barba e i lunghi ricci scolpiti nel bronzo, lo sguardo dritto davanti a sé, qualche ruga d’espressione sui lati. È il volto di Seute III, che regnò sui Traci dal 331 al 300 a.C. dalla città di Seutopoli, ancora sommersa in fondo al Lago Koprinka. Fu il più longevo dei re di Tracia, regione della Penisola balcanica, ancora piena di misteri, che si estende tra il Mar Nero e l’Egeo, a cavallo delle attuali Grecia, Turchia e Bulgaria.
La testa bronzea del sovrano, rinvenuta nella sua sepoltura a Kuzanlak nel 2004, è stata prestata dal Museo e Istituto di archeologia di Sofia al Louvre per la mostra «L’epopea dei re Traci. Scoperte archeologiche in Bulgaria» (dal 16 aprile al 20 luglio). Ma è con la figura di Orfeo, eroe della mitologia greca, figlio del sovrano tracio Eagro e della musa Calliope, famoso per il potere incantatore della sua lira, che si apre la mostra parigina.
Uno dei reperti esposti, nella sezione sulla «Tracia leggendaria», è un importante pezzo che appartiene alle stesse collezioni del Louvre: il noto «stamnos» a figure rosse del V secolo a.C. in cui si racconta la morte del cantore che, come vuole il mito, fu ucciso dalle seguaci feroci del dio Dionisio. Ma questo è solo l’inizio. Ben altri capolavori, di cui la testa ritratto di Seute III è solo uno dei tanti, attendono il visitatore.
Al di là del mito, il Louvre propone dell’antica Tracia una lettura storica, dal V al III secolo a.C., il cui cardine è l’affermarsi della potente dinastia degli Odrisi. Il regno degli Odrisi si costituì attraverso l’unificazione di diverse tribù intorno a un unico re, Teres. Ed è a questo punto che si entra nel clou della mostra. Dalle collezioni dei musei bulgari, tra cui il Museo Nazionale di Storia di Sofia, arrivano infatti numerosi splendidi oggetti, una parte dei quali è stata rinvenuta durante gli scavi portati avanti negli ultimi dieci anni, soprattutto nelle necropoli, come quelle di Moushovitsa e di Chernozem-Kaloyanovo (scoperte nel 2000). I ricchi corredi delle tombe, esposti ora integralmente in Francia per la prima volta, hanno permesso di conoscere meglio l’aristocrazia tracia. Della necropoli di Zlatinitsa-Malomirovo, rinvenuta nel 2005, esempio emblematico di tomba aristocratica del IV secolo a.C, è una gambiera d’argento e dorature, molto raffinata, finemente incisa a volto umano.
Fa il viaggio dal Museo Archeologico di Plovdiv a Parigi anche il famoso tesoro di Panagjuriste (fine IV secolo a.C.), un corredo aureo rinvenuto nel 1949, uno dei maggiori esempi di oreficeria tracia. Esso comprende sette rhytà a testa di animale, daino o capretto, una brocca in foggia della dea Atena, una phiale decorata con volti di fattezze etiopi, e una spettacolare anfora con i manici a forma di centauri nell’atto di lanciare frecce. Doni diplomatici? Tributi a divinità greche? Gli esperti s’interrogano ancora sul ruolo e la storia di questo incredibile e prezioso tesoro.
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