Image

Un momento del convegno «Il valore della bellezza. Dialoghi delle Fabbricerie con il Paese»

@ Marta Buso

Image

Un momento del convegno «Il valore della bellezza. Dialoghi delle Fabbricerie con il Paese»

@ Marta Buso

Fabbricerie a confronto a Venezia: un futuro a rischio

Tanti e scottanti i temi affrontati durante il convegno «Il valore della bellezza» organizzato dalla Procuratoria di San Marco e dall’Associazione di istituti che risalgono al Medioevo

Enrico Tantucci

Leggi i suoi articoli

Dalla Basilica di San Marco al Duomo di Milano, da quello di Pisa a Santa Maria del Fiore e Santa Croce a Firenze. Sono 17 nel nostro Paese le Fabbricerie riunite nell’Associazione Fabbricerie italiane (Afi) e legate ad altrettanti iconici luoghi di culto, che sono però anche veri e propri musei per le opere d’arte e d’architettura che contengono, visitati ogni anno da milioni e milioni di turisti. Istituzione giuridica di origine medievale, la Fabbriceria nasce per edificare e conservare gli edifici sacri, senza ingerenza nell’attività di culto. Nel corso del tempo spesso si trasforma in varie forme di gestione o cessa di esistere al termine dell’edificazione delle chiese. Nel caso dei più importanti complessi monumentali sacri d’Italia si è però conservata sino ad oggi e rappresenta una realtà articolata e affascinante. Ma oggi in pericolo, sia per la loro tutela, sia per la sopravvivenza economica che impone continui interventi di manutenzione e restauro. Il tema è emerso con chiarezza nel convegno «Il valore della bellezza. Dialoghi delle Fabbricerie con il Paese», tenutosi il 5 ottobre in Palazzo Ducale a Venezia, promosso dall’Associazione Fabbricerie italiane e organizzato dalla Procuratoria di San Marco di Venezia. 

A lanciare l’allarme è stato prima di tutto il presidente dell’Associazione Andrea Maestrelli, il quale ha segnalato la possibilità concreta che la riforma del terzo settore porti alla tassazione delle entrate da bigliettazione delle Fabbricerie, oggi interamente investite nel funzionamento e nei restauri degli edifici sacri. «Chiediamo una riscrittura della norma per evitare la tassazione e poter continuare a essere autonomi proprio grazie alle entrate prodotte dai flussi turistici», ha spiegato. Sulla stessa linea anche il primo procuratore di San Marco Vicario Amerigo Restucci, che ha svolto una relazione sul rapporto tra le Fabbricerie e la società civile, sottolineando anche l’esigenza di preservare questi edifici, come appunto la Basilica di San Marco, da una pressione turistica eccessiva. «Ma diciamo no al numero chiuso d’ingresso, ha spiegato, perché tutti devono poter fruirei questo luoghi e puntiamo invece soprattutto sul sistema di prenotazione della visita, per smistare i flussi».

L’altro grande problema, oltre alla necessità di continui restauri, è quello della manodopera specializzata che consenta di realizzarli. La Procuratoria di San Marco ha dodici mosaicisti e due falegnami, ma la difficoltà è il reperimento di nuova manodopera qualificata una volta che essa venga a mancare. Nel caso della Basilica di San Marco la salvaguardia è anche quella fisica dell’edificio stesso che, edificato in uno dei punti più bassi della città, è minacciata dall’acqua alta nonostante l’entrata in funzione del Mose. E su questo ha fatto sentire la sua voce al convegno anche il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia: «È un grande tesoro quello che è affidato alle fabbricerie in una società che parla solo di oggettività. Oggi dopo tante attese vediamo i riscontri di tante opere di salvaguardia in città. L’insula marciana, le barriere, l’intervento fondamentale attorno alla Basilica di San Marco sono stati passaggi fondamentali per salvaguardare un bene comune. Auspico automatismi di gestione sia sul piano tecnico sia su quello economico finanziario per fare funzionare l’Opera con tutte le sue specificità. La missione di una Fabbriceria non è limitato a muri, pietre, restauri, ma è un contributo prezioso e indispensabile per far crescere, costruire rigenerare il senso della civitas inteso come insieme di relazioni che fanno crescere la città permeata di valori propri cristiani che trasmette ai suoi visitatori e ai veneziani che la abitano. Ricordo una frase di Fëdor Michajlovič Dostoevskij: “quale bellezza? La bellezza che sa parlare anche alla persona più distratta”».

Da sinistra: il presidente dell’Associazione Fabbricerie italiane (Afi) Andrea Maestrelli e il procuratore Amerigo Restucci. @ Marta Buso

Le Fabbricerie che fanno parte dell’Afi sono: Opera Laicale della Cattedrale di Chiusi, Opera di Santa Croce di Firenze, Opera Santa Maria del Fiore di Firenze, Chiesa Parrocchiale Monumentale di Santa Maria Assunta di Carignano in Genova, Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, Opera del Duomo di Orvieto, Fabbriceria della Basilica Cattedrale di Parma, Fabbriceria della Chiesa Cattedrale Monumentale di S. Stefano Martire in Pavia, Fabbriceria della Chiesa Cattedrale di Pienza, Opera della Primaziale Pisana, Opera del Duomo di Prato della Chiesa Cattedrale Monumentale di S. Stefano, Opera della Metropolitana di Siena, Fabbriceria della Sagrestia della Cattedrale di Todi, Procuratoria di San Marco di Venezia, Opere Ecclesiastiche Riunite di Montepulciano, Fabbriceria del Duomo di Monreale, l’Opera Medicea Laurenziana Firenze.

«Fabbricerie e il mondo della conservazione con particolare riferimento alle Sovrintendenze» era il titolo della relazione dell’architetto Gisella Capponi, già direttore dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, mentre il prefetto Alessandro Tortorella, direttore Centrale degli Affari dei Culti del Ministero dell’Interno, ha parlato di Fabbricerie in rapporto con lo Stato e in particolare con il Ministero dell’Interno e monsignor Andrea Ripa, segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, di Fabbricerie e Chiesa.

Dal 2005, anno della sua costituzione, l’Associazione Fabbricerie italiane ha raggiunto obiettivi di vario tipo. A cominciare dalla realizzazione di un contratto nazionale di lavoro unico per tutti i dipendenti delle Fabbricerie associate (escluso il contratto ministeriale e quello di Federcultura, è l’unica esperienza contrattuale specifica per il mondo dei Beni Culturali. Importante traguardo è stato il tavolo tecnico di lavoro, composto da ingegneri e architetti delle singole Fabbricerie per uniformare i criteri e mettere a sistema le esperienze e le specifiche operatività nel campo del restauro. Un obiettivo raggiunto, sulla spinta del tragico incidente che nella Fabbriceria di Santa Croce costò la vita ad un turista nel 2017, è stato arrivare a definire una linea guida per la determinazione di criteri e modalità operative d’ispezione e verifica di tutti gli elementi in quota il cui degrado può costituire pericolo per la sicurezza e l’incolumità pubblica e privata.

Sono stati inoltre fatti interventi finanziari a favore delle Fabbricerie «minori» per attività di restauro tra cui il portone ligneo della Cattedrale di Pienza, la vetrata del Tempio di San Biagio a Montepulciano, la Torre di San Secondiano a Chiusi, il pulpito della Cattedrale di Santo Stefano a Prato, il labirinto del Porsenna e la Torre Campanaria della Cattedrale di Chiusi, l’antico organo nella canonica del Tempio di San Biagio a Montepulciano, interventi in quota per infiltrazioni sulla copertura in rame alla sommità del tiburio della cupola di Parma e la sistemazione dell’area esterna sul lato sud della Cattedrale di Pavia.

Le attività inerenti la manutenzione straordinaria delle Fabbricerie sono state anche promosse attraverso convegni internazionali che hanno messo a confronto i rappresentanti delle più importanti Cattedrali europee, ogni anno su una tematica diversa, dalla conservazione programmata alla conservazione delle opere pittoriche, dal restauro delle delle vetrate all’ l’utilizzo delle nuove tecnologie alla musealizzazione di opere d’arte.

Enrico Tantucci, 08 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Nella Basilica dei Frari Save Venice ha restaurato il San Giovanni Battista, capolavoro ligneo policromo firmato e datato, forse dono ai veneziani di Cosimo de’ Medici 

Il recupero della splendida chiesa rinascimentale di San Sebastiano si è protratto per 18 anni 

Nel Magazzino del Sale 14 dipinti dell’artista austriaco che, dopo 15 anni nella Serenissima, tornò a Vienna dopo l’inondazione del 2019

Scomparsa a 73 anni la storica dell’arte, autrice di molti studi sul Sei e Settecento a Venezia. Aveva curato e diretto la Collezione Terruzzi

Fabbricerie a confronto a Venezia: un futuro a rischio | Enrico Tantucci

Fabbricerie a confronto a Venezia: un futuro a rischio | Enrico Tantucci