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Yoan Capote, «Isla (Fata Morgana)», 2024-25. L’opera sarà visibile nello stand della Galleria Continua a Tefaf New York

Courtesy of the artist and Galleria Continua. Photo Duccio Benvenuti - Art Store

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Yoan Capote, «Isla (Fata Morgana)», 2024-25. L’opera sarà visibile nello stand della Galleria Continua a Tefaf New York

Courtesy of the artist and Galleria Continua. Photo Duccio Benvenuti - Art Store

Fiere e aste: la primavera dell’arte prova a sbocciare a Manhattan

Tefaf e Frieze alzano il sipario sulle due settimane cruciali della stagione, che faranno da termometro per lo stato di salute del mercato dell’arte

Monica Trigona

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La metropoli più cosmopolita d’America in primavera «detta il ritmo» con un vivace ventaglio di mostre, fiere d’arte e vendite all’asta a partire dalla seconda settimana di maggio. A guidare idealmente il calendario degli eventi ci pensa Tefaf. Vetrina per le migliori opere d’arte, alla decima edizione oltreoceano, include nei suoi curatissimi stand sia l’arte moderna che quella contemporanea, ma anche gioielli, antichità e design (dal 9 al 13 maggio, preview l’8). All’interno del Wade Thompson Drill Hall del Park Avenue Armory, reimmaginato dallo studio Tom Postma Design, sono 91 gli espositori attesi, provenienti da 13 Paesi e quattro continenti, tra cui 13 partecipano per la prima volta: David Aaron Ltd (Londra), Galeria Luciana Brito (San Paolo) Galleria DeLorenzo (New York), David Gill Gallery (Londra), Anna Hu Haute Joaillerie (New York), Ben Hunter (New York), Annely Juda Fine Art (Londra), Lebreton (Monaco), Ortuzar Projects (New York), Lucas Ratton (Parigi), Richard Saltoun Gallery (Londra), Marc Selwyn Fine Art (Beverly Hills) e Stella Holm Gallery (New York). Tra i famosi risuonano Gagosian, David Zwirner, White Cube, Galleria Continua, Gladstone Gallery, Thaddaeus Ropac, Lisson Gallery, solo per citarne qualcuno. Le gallerie italiane che hanno affrontato la trasferta si contano sul palmo di una mano: Cardi, la già citata Galleria Continua, Massimo De Carlo, Tornabuoni Art e Galleria d’Arte Maggiore g.a.m.

Alessia Calarota, proprietaria di quest’ultima ha raccontato a «Il Giornale dell’Arte»: «Siamo state tra le prime gallerie italiane a fare fiere a New York, tanto che eravamo parte del comitato dell’Armory Show. Abbiamo una base molto forte di collezionisti in città. Negli anni abbiamo lasciato le altre fiere per privilegiare Tefaf, la più bella del mondo. I nostri acquirenti vengono molto volentieri e la qualità delle opere esposte è molto alta. Inoltre, è interessante come la fiera punti a coltivare la prossima generazione di collezionisti». Lo stand di Maggiore g.a.m. è studiato in due parti, una con opere di Melotti, Morandi e Campigli, l’altra con quelle di Meret Oppenheim. Francesca Piccolboni, direttrice della sede di Parigi di Tornabuoni Art ha dichiarato la gioia di rinnovare il proprio impegno nel presentare al pubblico americano, e internazionale, l’eccellenza dell’arte italiana del dopoguerra, «attraverso una selezione accurata di opere dei protagonisti emblematici di questo periodo. Lo stand ospita un’importante “Piazza d’Italia” di de Chirico, affiancata da un paesaggio di ispirazione mitologica del fratello Savinio e un “Concetto Spaziale, Attese” di Lucio Fontana, caratterizzato da quattro tagli su una vibrante tela rossa, colore tra i più ambiti dai collezionisti. A questa opera di rilievo museale si affiancano un lavoro del 1965 di Paolo Scheggi e una tela grezza di grande formato realizzata nel 1986 da Carla Accardi su cui si stagliano i suoi iconici segni».

Augustas Serapinas, «Homer and the company», 2025, sarà esposta nello stand di APALAZZOGALLERY a Frieze New York. © Augustas Serapinas. Courtesy of the artist, APALAZZOGALLERY, Brescia and Emalin, London. Photo Julian Blum

Il programma, spalmato nei cinque giorni, prevede diversi talk su argomenti come collezionismo, filantropia, conservazione dei beni culturali, linguaggi della creatività ecc., con esperti dei vari settori. 

Sebbene Tefaf calamiti l’attenzione, New York è un pullulare di altre iniziative legate al mercato. Spostandosi nella West Side di Manhattan, dal 9 all’11 maggio (preview il 7 e l’8) torna anche Frieze nell’edificio supermoderno e high-tech che ospita il centro culturale The Shed. Con oltre 65 partecipanti da più di 25 Paesi, la fiera riunisce alcuni dei nomi più blasonati nel mondo dell’arte, tra cui A Gentil Carioca, Gagosian, Goodman Gallery, Kukje Gallery, kurimanzutto, Victoria Miro, Hauser & Wirth, Thaddaeus Ropac, Mendes Wood DM, White Cube, Pace Gallery e David Zwirner. Spicca una realtà tutta italiana: la bresciana APALAZZOGALLERY. La consueta sezione Focus dedicata alle giovani gallerie presenta 12 espositori con personali di artisti emergenti o ancora poco riconosciuti. La curatrice Lumi Tan ha voluto una maggiore rappresentanza internazionale, pur mantenendo i riflettori puntati sui vivaci spazi giovani di New York. Sette le nuove gallerie: Champ Lacombe (Biarritz), G Gallery (Seul), King’s Leap (New York), Management (New York), Public (Londra), Voloshyn Gallery (Kiev), Yeo Workshop (Singapore). Tra i momenti più significativi di Frieze un percorso dedicato a Jenni Crain, artista e curatrice scomparsa a soli trent’anni, studiato dalla galleria newyorkese Gordon Robichaux

Per chi vuole fare una scorpacciata di contemporaneo, da non perdere, nel Meatpacking District, Nada (New Art Dealers Alliance), sempre dal 7 all’11 maggio, con 120 gallerie, spazi d’arte e organizzazioni non profit da 19 Paesi e 50 città. Per questa undicesima edizione sono previsti talk, spettacoli ed eventi e torna la sezione TD Bank Curated Spotlight, quest’anno con un focus speciale su spazi e autori provenienti dal Texas e dal Messico. 

Altro giro, altra fiera, a sud di Manhattan, nel quartiere hype per eccellenza, Tribeca. Qui, nei suggestivi Spring Studios, Independent, appare diversa dalle solite megarassegne, più su misura, meno sovraffollata ma attenta alla qualità dei progetti. Luogo dove i collezionisti, i curatori e i critici vanno a cercare ciò che ancora non è mainstream, ospita dal 9 all’11 maggio (l’8 preview) un’ottantina di gallerie e organizzazioni non profit, tra cui due italiane, la bolognese P420 e Vistamare, con sedi a Pescara e Milano. Quest’ultima presenta una personale dell’artista e cineasta siciliana Rosa Barba che coincide con la mostra al MoMA «Rosa Barba: The Ocean of One’s Pause» (3 maggio-6 luglio). Novità di quest’edizione l’iniziativa curatoriale Independent Debuts che fornisce una piattaforma per mostre personali di talenti emergenti locali. Se poi si vuole godere di uno spettacolo creativo ma improntato alla solidarietà, non si può tralasciare una visita a Future Fair (8-10 maggio, preview il 7), vicinissima a Frieze. Nata durante la pandemia, è una piattaforma dinamica che valorizza nuove voci, esaltando la diversità e reinvestendo nei talenti emergenti attraverso iniziative concrete come il fondo Pay-It-Forward: l’organizzazione impegna il 15% dei suoi profitti per sovvenzioni ai dealer dell’arte che partecipano alla mostra. Oltre allo spettacolo racchiuso tra le mura delle fiere, la città offre un’interessante programmazione di eventi, tra cui diverse mostre di rilievo, da «Rashid Johnson: A Poem for Deep Thinkers» al Guggenheim (fino al 18 gennaio 2026) ad «Amy Sherald: American Sublime» al Whitney Museum of American Art (fino al 10 agosto), ma anche «Hilma af Klint: What Stands Behind the Flowers» al MoMA (dall’11 maggio al 27 settembre) e «Sandra Poulson» al MoMA PS1 (fino al 6 ottobre). La recente riapertura della Frick Collection, con una delle collezioni di arte europea tra le più importanti degli Stati Uniti, vale una visita. 

László Moholy-Nagy, «Am 3», 1923, all’asta il 13 maggio da Sotheby’s. © Sotheby’s

E le aste della Big Apple? Christie’s il 12 maggio disperde la collezione di Leonard & Louise Riggio, con capolavori del XX secolo di Mondrian, Picasso, Giacometti, Rothko e Magritte. La 20th Century Evening Sale dello stesso giorno include «Big Electric Chair» di Andy Warhol, offerto con una stima di circa 30 milioni di dollari e «Peupliers au bord de l’Epte, crépuscule» (1891) di Claude Monet, stimato tra i 30 e i 50 milioni. Mentre il giorno seguente, il 13, è dedicato all’Impressionismo con due aste che celebrano lo storico movimento, The Impressionist and Modern Works on Paper Sale e Impressionist and Modern Art Day Sale, l’arte contemporanea è attesa il 14 maggio in occasione della 21st Century Evening Sale. Per l’occasione l’opera cardinale «Baby Boom» (1982) di Jean-Michel Basquiat è proposta con una stima tra i 20 e i 30 milioni. L’asta di arte contemporanea e del dopoguerra del 15 maggio offre invece lavori provenienti da prestigiose collezioni private e pubbliche di alcuni degli artisti più influenti del secolo scorso, da Joan Mitchell a Helen Frankenthaler ma anche Richard Prince, Jean-Michel Basquiat e Simone Leigh. Sotheby’s «risponde» a Christie’s con due giorni dedicati al moderno. La Modern Evening Auction del 13 maggio disperde opere di Cézanne, Matisse, Degas, Kandinskij, Munch, Schiele, Giacometti e Moholy-Nagy. A guidare la vendita è la scultura «Grande tête mince» di Giacometti, stimata più di 70 milioni di dollari ed emblematica della poetica dello svizzero. Altro «pezzo da novanta» è il «Ritratto di Madame Cezanne» (1877) di Cezanne, stimato tra i 5 e i 7 milioni di dollari. Tra gli altri lotti della vendita, degni di attenzione sono la tela «Le Bras» (1938) di Matisse, valutata tra i 4 e i 6 milioni, e l’olio «Am 3» del 1923, capolavoro costruttivista del pittore e fotografo ungherese Moholy-Nagy che ha la stima più alta di qualsiasi sua opera andata in asta, tra i 3 e i 5 milioni di dollari. Il giorno successivo, la Modern Day Auction del 14 maggio promette grandi esponenti dell’Impressionismo, del Surrealismo, del Cubismo, fino all’Espressionismo astratto. 

Il 15 e il 16 maggio è la volta dell’arte contemporanea, a partire dalla vendita Contemporary Evening Auction che include «Im Spazio: The Space of Thoughts», una selezione di 15 opere di artisti italiani e americani del dopoguerra provenienti dalla collezione privata di Daniella Luxembourg. Tra i protagonisti, Fontana, Pistoletto, Scarpitta, Burri e Calder. Il valore complessivo supera i 30 milioni di dollari. Qui è Fontana a dominare l’offerta con «Concetto spaziale, La Fine di Dio» (1963), valutato tra 12 e 18 milioni di dollari. Il raro capolavoro appartiene alla celebre serie ispirata all’epoca della conquista spaziale. Solo dieci dei 38 dipinti realizzati presentano la preziosa superficie cosparsa di glitter. Proposto per la prima volta in asta, il dipinto conserva le impronte visibili dell’artista, un segno tangibile che ne accentua la forza materica ed emotiva. Claudia Dwek, Chairman of Contemporary Art, Sotheby’s Europa, a proposito dei nomi importanti, e ormai storicizzati, presentati nella vendita, ha specificato: «Questi artisti cercavano di liberarsi dai vincoli della storia dell’arte e di reinventare ciò che l’arte poteva essere, riflettendo i rapidi cambiamenti sociopolitici dell’epoca». Entrambe le case d’asta chiudono la «stagione americana» con la vendita di opere antiche, che prende il via nella penultima settimana del mese («Old Master and 19th Century Paintings» il 21 maggio da Christie’s e «Master Paintings & Sculpture» il 22 maggio da Sotheby’s).

Le aste newyorkesi si completano con le vendite della maison che negli ultimi anni è cresciuta puntando su un pubblico giovane, internazionale e attento alle tendenze, Phillips. Il 13 maggio, nella sua sede di Park Avenue, si svolge Modern & Contemporary Art Evening Sale con opere di Gerhard Richter, Richard Prince, Le Corbusier, Ellsworth Kelly e Robert Ryman. Il giorno dopo, il 14 maggio, sono artisti come Jean Dubuffet, Keith Haring, Robert Rauschenberg, Ed Ruscha, Norman Rockwell, Ron Gorchov, Joan Snyder, Firelei Báez, Sean Scully, Nick Cave, Félix González-Torres, Andreas Gursky, George Condo, Dan Colen, Toyin Ojih Odutola, Jenna Gribbon e Avery Singer ad animare la Modern & Contemporary Art Day Sale divisa in due sezioni, una mattutina e una pomeridiana.

Andy Warhol, «Big Electric Chair», 1967-68, all’asta il 12 maggio da Christie’s. © Christie's

Le Corbusier, «Nature morte à la bouteille et au violon», 1943, all’asta il 13 maggio da Phillips. www.phillips.com

Monica Trigona, 01 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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