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Restauratori al lavoro nell'Opd

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Restauratori al lavoro nell'Opd

Firenze, all'Opificio delle Pietre Dure arrivano i soldi ma mancano i restauratori

Firenze. Annunciati finanziamenti, 700mila euro, per l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Fanno parte degli 8 milioni stanziati dal Mibact a favore di archivi, biblioteche, istituti culturali ecc. L’Opificio, come denunciato dal soprintendente Marco Ciatti, era a rischio chiusura per mancanza di finanziamenti e di personale. Il Mibact, nei giorni scorsi, aveva già annunciato un finanziamento speciale di 500mila euro per far fronte alla ordinaria manutenzione dell’Istituto e al pagamento delle bollette. Il nuovo stanziamento di 700mila euro non risolve però il principale problema della prestigiosa istituzione: la carenza di personale. Alcune attività di restauro sono già in crisi per mancanza di specialisti: sono sull’orlo della chiusura il settore degli arazzi, del mosaico, delle terrecotte, dei tessuti. L’importantissimo laboratorio dei dipinti aveva 24 operatori, ora ne ha 11, tutti non lontani dalla pensione. Inoltre da anni ormai restaurare significa anche usare strumenti e tecniche che implicano il lavoro di specialisti che mancano: ingegneri, biologi, chimici, informatici. Senza contare il necessario, lungo apprendistato per perfezionare il mestiere di restauratore a diretto contatto con le opere d’arte. L’arrivo del nuovo finanziamento, dice Ciatti «È una boccata d’ossigeno. Ma questo non risolve il grave problema del personale che continua a diminuire. Ci vogliono nuovi concorsi: questo riguarda l’intero settore pubblico e non può essere risolto dal solo Mibact».

Restauratori al lavoro nell'Opd

Tina Lepri, 08 giugno 2015 | © Riproduzione riservata

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