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Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliIl prossimo 7 agosto saranno presentati i restauri degli affreschi di epoca rinascimentale rinvenuti nella ex chiesa sommersa di San Giacomo di Fraele (nel comune di Valdidentro, So), un edificio medievale rimasto sott’acqua per mezzo secolo, dal 1950 all’inizio degli anni Duemila. La campagna di scavi promossa due anni fa dall’Università di Bergamo in concorso con il Parco Nazionale dello Stelvio, il comune di Valdidentro e la Fondazione Aem-A2a, aveva portato a una serie di importanti ritrovamenti.
Durante un periodo di abbassamento del livello del lago artificiale di Cancano, grazie al contributo dei Carabinieri Forestali del comando di Valdidentro, era stato individuato sotto le macerie il perimetro murario dell’antica chiesa. In seguito, era stato avviato un delicato lavoro di rimozione dei detriti che aveva portato al rinvenimento degli affreschi, conservati in condizioni sorprendentemente buone.
Dal cumulo di pietre giacenti a terra e che un tempo furono la ex chiesa di S. Giacomo (la cui collocazione esatta è stata individuata grazie a un lavoro di sovrapposizioni fotografiche svolto in collaborazione con i Cc Forestali) era stato possibile anzitutto far riaffiorare tutto il perimetro della struttura. Al di sotto di questo, con grande sorpresa dopo i 50 anni sommersi dall’acqua, erano poi stati ritrovati tutti i muri, uno dei quali (il muro a nord) si era ancora conservato sino a un’altezza di 160 cm.
Quindi, erano progressivamente riemersi i frammenti crollati (volte, murature, solai), tutto il pavimento e addirittura brandelli di affreschi del presbiterio, che in epoca più recente erano stati ricoperti da intonaco e che l’acqua aveva probabilmente restituito al loro aspetto originario. Dopo il distacco dal sito originario, gli affreschi erano stati trasferiti presso l’ex scuola di Premadio (Valdidentro), dove sono stati restaurati.
In base ai primi studi eseguiti sulla pianta perimetrale e sui riaffioramenti di materiale, era stata avanzata una plausibile ricostruzione storica dell’edificio, che nella sua forma moderna era il risultato di più accrescimenti avvenuti nei secoli: i muri perimetrali della navata dovrebbero essere i più antichi (databili intorno all’XI-XII secolo), seguiti dall’abside e dal campanile, di epoca rinascimentale e contemporanei ai contrafforti esterni. In una terza fase si aggiunse un avancorpo, chiamato convenzionalmente «atrio». È stata ritrovata anche una soglia di legno nell’abside, che attesta l’esistenza di un pavimento rialzato cui si accedeva tramite un gradino.
Durante la visita del 7 agosto, Sonia Segimiro della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese e la restauratrice Angela Martinelli illustreranno l’intervento in corso e la cura impiegata per ridare vita a queste opere d’arte. Un esperto del Parco Nazionale dello Stelvio, Massimo Favaron, racconterà la storia della valle di Fraele, un importante snodo commerciale nel Medioevo, che è stata completamente trasformata dalle grandi opere idroelettriche.
Per l’iscrizione all’iniziativa organizzata in collaborazione con la Proloco Valdidentro, che si terrà presso l’ex scuola di Premadio, è previsto l’obbligo di iscrizione sul sito oppure inquadrando il QrCode riportato sulla locandina. Per ulteriori dettagli è possibile recarsi all’ufficio turistico Valdidentro (piazza 4 Novembre, 1, Valdidentro - tel. 0342 985331).
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