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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliDell’antico monastero delle suore benedettine parmensi, ricostruito alla fine del Quattrocento, oggi resta poco più dei due ambienti notissimi, le cosiddette stanze della Badessa Giovanna da Piacenza, due camere comunicanti affrescate da Alessandro Araldi, che vi lavorò nel 1514, e dal Correggio, che le portò a termine nel 1519.
Ora la Giunta comunale ha deciso di procedere a un intervento del valore di 3,27 milioni di euro per trasformare le aree dell’ex convento attigue alle due stanze affrescate in I Chiostri del Correggio - Distretto della cultura d’eccellenza agroalimentare del complesso monumentale di San Paolo.
L’antica cappella dell’ex convento diverrà un caffè letterario, mentre in altre aree troveranno collocazione l’Open Labs e la Fondazione Parma Unesco Creative City of Gastronomy. I lavori, affidati a Marco Ferrari e Silvia Ferrari, saranno realizzati da Parma Infrastrutture, società per azioni controllata dagli enti pubblici locali, e integreranno quelli che hanno già interessato la torre campanaria.
Lo studio Bordi Rossi Zarotti è stato incaricato del restauro architettonico, mentre la parte strutturale è stata affidata allo Studio Ar.Tec ingegneria e architettura, entrambi di Parma. Si interverrà sulle murature, sugli elementi lapidei, sul chiostro della Fontana e sui locali in parte inutilizzati e inagibili a piano terra e al primo piano.
Lo scorso anno il complesso fu al centro di polemiche apparse su «Repubblica Parma» per la chiusura parziale dovuta a mancanza di personale. I deputati Giuseppe Romanini e Patrizia Maestri chiesero all’allora ministro Dario Franceschini di accorpare l’ex convento di San Paolo al complesso museale autonomo della Pilotta.

Una delle camere affrescate del convento
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