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Georges-Antoine Rochegrosse, «Sarah Bernhardt dans le rôle de Cléopâtre», 1890 ca

© Collezione particolare

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Georges-Antoine Rochegrosse, «Sarah Bernhardt dans le rôle de Cléopâtre», 1890 ca

© Collezione particolare

I mille volti di Cleopatra: dea, regina e icona femminista

Nell’Institut du Monde arabe, a Parigi, 250 opere e oggetti fanno il punto sulle conoscenze più recenti sull’ultima sovrana della dinastia tolemaica

La figura di Cleopatra ha esercitato e continua a esercitare un fascino duraturo, trasformandosi in un mito che ha attraversato epoche e culture, e questo malgrado la scarsità di fonti storiche affidabili. Dalla visione greca, che la ritraeva come una dea, alla propaganda romana, che la dipingeva come una regina seduttrice, dalle interpretazioni medievali di autori arabi, che la vedevano come una sovrana saggia e benevola, protettrice del suo popolo, fino alle rappresentazioni moderne che la celebrano come icona femminista, figura di orgoglio per la comunità afroamericana negli Stati Uniti, Cleopatra è diventata un simbolo universale.

«Stratega politica senza pari, la sua immagine è stata costruita nel corso dei secoli da scrittori e artisti, oscillando tra realtà, leggenda, mito e icona. Cleopatra era già l’incarnazione di ciò che è stato definito femminismo», osserva in una nota l’Institut du Monde arabe, che dedica alla sovrana egizia, dall’11 giugno all’11 gennaio 2026, «Il mistero Cleopatra». Mostra che, con circa 250 opere e oggetti d’arte, esplora la figura di Cleopatra e fa il punto sulle conoscenze più recenti sull’ultima sovrana della dinastia tolemaica, e il modo in cui la sua immagine è stata interpretata e reinventata nel corso dei secoli

Nata nel 69 a.C. ad Alessandria d’Egitto, Cleopatra VII fu una sovrana astuta e colta. Alleata di Giulio Cesare prima, di Marco Antonio poi, cercò di preservare l’indipendenza del suo regno di fronte all’espansione romana. La sua sconfitta nella battaglia di Azio nel 31 a.C. e il suo suicidio, nel 30 a.C., segnarono la fine dell’Egitto faraonico. Il museo parigino si sofferma su come la figura di Cleopatra ha ispirato innumerevoli opere artistiche, letterarie, teatrali e cinematografiche. Si ricorda, per esempio, come la tragedia Antonio e Cleopatra di William Shakespeare (1607 o 1608) contribuì a consolidare l’immagine della regina come amante passionale e tragica. Nel corso del ’900, attrici come Sarah Bernhardt e Liz Taylor l’hanno incarnata, contribuendo a loro volta alla creazione del mito. Sono allestite opere di epoche diverse che testimoniano la continua reinterpretazione della figura di Cleopatra: artisti del passato, come François Barois, Claude Vignon, Alexandre Cabanel, Jean-André Rixens, e più recenti, come Barbara Chase-Riboud, Shourouk Rhaiem, Nazanin Pouyandeh, Esmeralda Komatopoulos. Il suicidio della sovrana egizia ha ispirato molti artisti. «La Mort de Cléopâtre» di Louis Jean François Lagrenée, noto anche come «Lagrenée l’Aîné», della fine XVIII secolo, che raffigura il tragico momento con un’estetica neoclassica, entra in dialogo con la versione di «La Mort de Cléopâtre» (2022) di Nazanin Pouyandeh, pittrice iraniana residente in Francia, che riflette sulla complessità dell’identità femminile e sul potere. Di Georges-Antoine Rochegrosse è «Sarah Bernhardt dans le rôle de Cléopâtre» (dopo il 1890), che cattura l’intensità drammatica della celebre attrice francese nei panni della regina egizia. Il volto di Cleopatra ha invaso la cultura di massa, diventando oggetto di consumo, testimonial di moda, regina di bellezza. Di Shourouk Rhaiem, artista franco-tunisina, è l’opera «Cleopatra’s Kiosk» (2025), un’installazione che esplora il mito di Cleopatra attraverso una lente contemporanea, interrogandosi sul ruolo delle donne nella società moderna.

Louis Jean François Lagrenée, detto «Lagrenée l’Aîné», «La morte di Cleopatra», fine del XVIII secolo. © Aurélien Billois

Vignon Claude, «Cleopatra si toglie la vita», 1650 ca. © Mba, Rennes, Dist. GrandPalaisRmn, Patrick Merret

Luana De Micco, 10 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

I mille volti di Cleopatra: dea, regina e icona femminista | Luana De Micco

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