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«Testa di anziano» (1460-70 ca) di Giovanni Bellini (particolare)

© Royal Collection Enterprises Limited 2024 | Royal Collection Trust

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«Testa di anziano» (1460-70 ca) di Giovanni Bellini (particolare)

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I premi 2024 del Giornale dell’Arte • La mostra • Disegni

Come ogni anno, la redazione ha scelto la mostra, il museo, la persona e il libro più importanti o significativi

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David Ekserdjian

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Londra rende omaggio al disegno del grande Rinascimento italiano con due mostre

Attualmente Londra ospita due mostre indimenticabili sul disegno nel Rinascimento italiano: «Michelangelo, Leonardo, Raffaello: Firenze, 1504 ca» nella Royal Academy (fino al 16 febbraio 2025, a cura di Scott Nethersole e Per Rumberg) e «Drawing the Italian Renaissance» nella King’s Gallery a Buckingham Palace (fino al 9 marzo 2025, a cura di Martin Clayton). Le mostre sono complementari, perché la prima si limita a una quarantina di opere ed è focalizzata su un solo anno, il 1504, in un’unica città, Firenze, mentre la seconda presenta 160 pezzi che comprendono quasi tutta l’Italia e che vanno cronologicamente dalla metà del Quattrocento alla fine del Cinquecento. Un’altra differenza è che Carlo III ha potuto prestare a sé stesso tutte le opere in mostra; al contrario, la Royal Academy ha dovuto prendere in prestito tutto, eccetto il «Tondo Taddei» di Michelangelo. La presenza del cartone di Leonardo della National Gallery in un posto d’onore da solo in una grande sala, però, rappresenta una specie di ritorno a casa, perché prima della sua acquisizione nel 1963 faceva parte della collezione della Royal Academy.

Per motivi di conservazione, generalmente i disegni, in particolare disegni così antichi, non devono essere esposti molto frequentemente, e quindi trascorrono la vita nel buio delle loro scatole. Teoricamente qualsiasi persona può chiedere il permesso per vedere fogli scelti alla Royal Library a Windsor, al Dipartimento di Disegni e Stampe del British Museum o in simili istituzioni, ma le persone che lo fanno sono quasi sempre storici dell’arte e di solito anche loro studiano solamente alcuni brani scelti. Vuol dire che per un grande pubblico, ma anche per gli studiosi, mostre di questo tipo rappresentano occasioni uniche per poter visionare tanti disegni eccezionali scelti e organizzati con cura, e nel caso dei disegni alla Royal Academy provenienti da varie collezioni nazionali e internazionali. In Gran Bretagna, il concetto di grandi mostre di disegni antichi non solo per specialisti ma per tutti gode di una lunga tradizione: quasi un secolo fa, nel 1930, la Royal Academy ospitava una mostra gigantesca col semplice titolo «Italian Drawings», che presentava non meno di 326 pezzi da Giotto e Taddeo Gaddi a Canaletto e Francesco Guardi, ma in Italia e quasi dappertutto questa passione per mostre divulgative di disegni è una relativa novità.

Il motivo della scelta geniale dell’anno 1504 è che riuniva i tre protagonisti a Firenze, dove Leonardo (1452-1519) e Michelangelo (1475-1564) stavano lavorando alla preparazione dei loro dipinti murali mai compiuti della «Battaglia di Anghiari» e della «Battaglia di Cascina» per la Sala del Gran Consiglio nel Palazzo della Signoria (per noi, Palazzo Vecchio), mentre il giovane Raffaello (1483-1520) faceva del suo meglio per imparare da entrambi e da altri artisti della città sull’Arno. Per quanto riguarda la «Battaglia di Anghiari», un disegno di Rubens in mostra ci dà un bellissimo ricordo del gruppo centrale progettato da Leonardo, ed è accompagnato da vari studi in cui emerge grande spontaneità, soprattutto per i movimenti impazziti dei cavalli. Per quanto riguarda la «Battaglia di Cascina», l’equivalente è un dipinto monocromo di Bastiano da Sangallo da Holkham Hall nella Contea di Norfolk, accompagnato da uno studio per l’intera composizione, e altri per piccoli gruppi e singole figure. Nel caso di Raffaello, invece, ci sono fogli che documentano i suoi studi in forma di copie di opere degli altri due, mentre due piccole «Madonne» da Edimburgo e Budapest rappresentano testimonianze eloquenti di quanto aveva imparato e con quanta rapidità. 

La mostra alla King’s Gallery vanta una selezione forse ancora più illustre di disegni di Leonardo, Michelangelo e Raffaello, ma hanno come rivali numerosi fogli eseguiti da artisti indiscutibilmente meno importanti. La spiegazione di questo apparente paradosso è il fatto che solo alcuni dei più brillanti disegnatori del Rinascimento italiano erano ugualmente dotati in pittura. Raramente allievi di Raffaello come Perin del Vaga e Polidoro da Caravaggio arrivavano a creare dipinti di spicco, ma avevano la capacità di eseguire non solo schizzi sciolti che sembrano il loro pensiero sulla carta, ma anche squisiti disegni finiti. Per darne un esempio, la «Cattura di Cristo» di Polidoro, un ovale eseguito a penna con biacca su carta azzurra, rappresenta uno studio finale utilizzato da Valerio Belli per una placca in rilievo virtuosistico in cristallo di rocca nel Museo Sacro Vaticano, e dimostra una perfetta simbiosi tra i due artisti. Attraverso quattro sale, la scelta dei disegni e la loro organizzazione tematica, invece che cronologica o geografica, celebrano la straordinaria varietà del disegno nel Rinascimento italiano. Per di più, ci sono belle sorprese anche per gli specialisti: la più drammatica è un cartone di una «Madonna col Bambino» di Bernardino Campi, che pareva essere una rovina insalvabile, ma che torna ora dal restauro in uno stato perfettamente leggibile. 

Non c’è un catalogo per la mostra alla King’s Gallery, ma fortunatamente le informazioni sul sito del Royal Collection Trust sono ottime, e spesso le didascalie in mostra combinano un breve testo con una fotografia appropriata, per esempio confrontando il disegno in questione con l’opera di cui è uno studio preparatorio. Esiste invece un catalogo per la mostra alla Royal Academy, con quattro saggi su vari argomenti e un elenco di opere in mostra con i loro minimi particolari (autore, titolo, data, tecnica, misure, ubicazione, con una bibliografia scelta), ma mancano schede individuali relative alle singole opere. Un disegno come il magnifico studio a matita nera per uno degli ignudi della «Battaglia di Cascina» al Museo Teylers a Haarlem meriterebbe una considerazione più approfondita che non le due righe che gli vengono dedicate in uno dei saggi, ma non c’è spazio. In passato, ogni tanto ho criticato cataloghi di mostre italiane perché mi sembrava che fossero scritti per i due amici (o nemici) più intimi degli autori, e non per il mondo intero. In futuro, sarò forse più tollerante: sono convinto che Scott Nethersole e Per Rumberg avevano tanto di più da condividere, ma purtroppo la Royal Academy, immagino per risparmiare soldi, ha insistito per un catalogo anoressico.

David Ekserdjian, 11 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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