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Frieze Masters al Regent’s Park di Londra

Cortesia di Frieze

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Frieze Masters al Regent’s Park di Londra

Cortesia di Frieze

I «vip» riducono la loro partecipazione alle fiere d’arte

Mentre gli acquirenti di lungo corso frequentano meno kermesse,  la crescita del numero di visitatori è dovuta a persone meno propense all’acquisto

Melanie Gerlis

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L’analisi Survey of Global Collecting di Art Basel e UBS di quest’anno prevedeva un’ulteriore ricerca, un sondaggio più piccolo su 1.400 acquirenti privati tratti dalla lista «vip» di Art Basel. Come nel sondaggio principale, anche questo gruppo più ristretto di frequentatori più diretti della fiera si è limitato a prevedere una spesa media per il 2023 e la prima metà del 2024, anche se complessivamente più elevata (485.450 dollari contro 363.905). Inoltre, forse non sorprendentemente visti i criteri di selezione, spendono più soldi per l’arte alle fiere rispetto alla popolazione più ampia di persone ricche: il 26% contro l’11%. Il sondaggio più piccolo presenta alcune sfumature generazionali per quanto riguarda i canali di vendita preferiti. Il 32% degli intervistati della Gen X e di quelli più anziani (con più di 44 anni) ha dichiarato di preferire l’acquisto alle fiere, secondo solo all’acquisto dai mercanti nelle loro gallerie (fino al 48% per il gruppo più anziano). Per la categoria dei millennial e della Gen Z, invece, questo numero si attesta al 19% e si colloca al terzo posto dopo l’acquisto dalle gallerie (40%) e direttamente dagli artisti (29%). Un altro spunto di riflessione per gli organizzatori di fiere è la constatazione di Clare McAndrew, secondo cui la cerchia ristretta di persone ha registrato un forte calo di presenze agli eventi da prima della pandemia Covid-19. L’affluenza alle fiere si è dimezzata tra il 2019 e il 2023, passando da otto all’anno a quattro, per arrivare a cinque (comprese quelle previste) per il 2024. Il calo è stato analogo, anche se leggermente peggiore, per tutti gli eventi di persona, comprese le mostre, le visite agli atelier degli artisti e le biennali, che spesso si intensificano in concomitanza con le fiere d’arte. Queste ultime sono passate da un totale di 89 all’anno a 51 per il 2024.

Nel sondaggio più ampio, la partecipazione alle fiere è cresciuta da cinque a sei all’anno tra il 2019 e il 2024, mentre gli eventi in generale sono passati da 42 a 46 previsti per quest’anno. Ma il 43% degli intervistati dichiara di voler acquistare arte nel prossimo anno, contro l’enorme 97% del campione più piccolo. Tutto ciò indica una tendenza generale secondo cui gli acquirenti di lunga data si recano meno alle fiere, mentre la crescita della partecipazione è dovuta a persone meno predisposte all’acquisto. È una vibrazione confermata dalle prove circostanziali delle fiere di quest’anno, e in più, come dimostrano sia i sondaggi sia gli ultimi dati sulle aste, ciò che viene venduto è a prezzi più bassi. Gli organizzatori della fiera e i potenziali acquirenti del franchising Frieze, ora in vendita, staranno già pensando alle ragioni per cui i collezionisti più affollati stanno riducendo la loro presenza in fiera. Tra questi, il sovraffollamento, la prevendita, l’omogeneità dell’offerta e il costo e lo stress del viaggio, mentre la preoccupazione principale è stata sorprendentemente disinteressata: l’aumento dei costi delle fiere per le gallerie di piccole e medie dimensioni. Se questi eventi devono prosperare, è probabile che si debba trovare il modo sfuggente di convertire i visitatori curiosi in acquirenti.

Melanie Gerlis, 02 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

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