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Viviana Bucarelli
Leggi i suoi articoliLa nascita della fotografia in mostra al Getty Museum
Quando Louis-Jacques-Mandé Daguerre, il mago dalla bacchetta fatata, fece sì che la Natura con un fascio di luce potesse riprodurre se stessa, il mondo restò con il fiato sospeso. Il 7 gennaio del 1839, François Arago presentò all’Académie des Sciences di Parigi l’invenzione della fotografia e grazie a questa nuova meraviglia meccanica il mondo dell’arte, della scienza e della tecnica non fu più lo stesso.
Dal 3 novembre al 20 marzo, il Getty Museum con la mostra «In Focus: Daguerrotype» propone una selezione dei primi esempi del nuovo miracolo tecnologico, datati tra il 1839 e il 1860 circa. Sono immagini sorprendenti per la qualità cristallina e l’immediatezza. La caratteristica del dagherrotipo infatti era quella di poter produrre una sola immagine impressa su una superfice di rame rivestita da una lamina d’argento. Un unicum incredibilmente nitido e ricco di dettagli. Nei numerosi ritratti, genere che da subito acquistò grande popolarità, i diversi soggetti ci guardano ancora con vivacità dello sguardo.
Fino al 21 febbraio al Getty Museum proseguono anche due mostre dedicate alla fotografia contemporanea giapponese: «The Younger Generation: Contemporary Japanese Photography» e «Ishiuchi Miyako: Postwar Shadows». La prima raggruppa una serie di fotografe che hanno iniziato la propria carriera tra gli anni Novanta e Duemila: Kawauchi Rinko, Onodera Yuki, Otsuka Chino, Sawada Tomoko e Shiga Lieko.
Le giovani sono accomunate dai colori dai toni accesi e da una comune maestra e fonte di ispirazione, Ishiuchi Miyako, nata nel 1947, cui è dedicato il secondo appuntamento.
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