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Tina Lepri
Leggi i suoi articoliMessina. «Apriti Museo»: è lo slogan dell’ennesima campagna di raccolta firme per l’apertura del Nuovo Museo Regionale di Messina, pronto da oltre trent’anni e ancora chiuso. Gli attivisti di «Apriti Museo» sono architetti, storici dell’arte, scrittori, tutti siciliani e nati intorno agli anni in cui iniziarono i lavori del Museo, il secondo nel sud per importanza e grandezza dopo quello di Capodimonte a Napoli.
L’edificio, il cui costo è lievitato nel tempo a oltre 15 milioni di euro, è stato costruito per dare visibilità alle migliaia di opere conservate nei depositi dopo il terremoto di Messina del 1908. Tra le diverse cause della mancata apertura, tante volte annunciata e mai realizzata, la carenza di personale. «Apriremo entro l’anno con i finanziamenti regionali, forse a dicembre», promette l’assessore regionale ai beni Culturali, Carlo Vermiglio, ma sono in pochi a credergli, mentre l’umidità avanza lungo le pareti del Museo. «Spero proprio di essere vicina alla meta: l’apertura definitiva», afferma la neo direttrice Caterina Di Giacomo, che nei tre anni precedenti alla nomina ha verificato l’inventario del Museo. Si tratta di quasi 20mila pezzi che vanno dall’archeologia all’arte moderna, e che dovranno trovare posto nelle sale, solo in minima parte allestite. Tra le opere da esporre, oltre alle tavole di Antonello da Messina, anche la «Resurrezione di Lazzaro» di Caravaggio.
Assurda e avvilente la storia del Museo. Già nel 1912 il Soprintendente ai Musei della Sicilia, Antonio Salinas, si appellò al Re d’Italia per denunciare lo stato indecoroso del patrimonio, costretto, in seguito al terremoto, in spazi «indecenti, distruttivi della nostra arte». Solo nel 1974 venne realizzato, grazie al finanziamento della Cassa del Mezzogiorno, un primo progetto firmato dagli architetti Carlo Scarpa e Roberto Calandra. Tre anni dopo, il nuovo progetto firmato da Fabio Basile e Mario Manganaro. Ha inizio uno dei più lunghi cantieri della storia che, cominciato nel 1984, chiude, almeno apparentemente, nel 1995. Subito compaiono infiltrazioni d’acqua nelle sale del Museo che comportano infinite e costose modifiche. Gli ultimi interventi, solo in ordine di tempo, due anni fa, per mettere, dicono, «tutto a norma». Le migliaia di opere d’arte scampate al terremoto del 1908, sono da allora ostaggio di istituzioni indifferenti.

Nuovo Museo Regionale di Messina
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