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Jean-Michel Basquiat, Crowns (Peso Neto), 1981. Stima 30-45 milioni di dollari

Sotheby’s

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Jean-Michel Basquiat, Crowns (Peso Neto), 1981. Stima 30-45 milioni di dollari

Sotheby’s

Il peso della corona: Sotheby’s svela un Basquiat da 40 milioni di dollari

Mai proposta in asta, l'opera ha valutazione più alta mai attribuita a un dipinto del 1981 dell’artista. Sarà venduta a novembre a New York, proprio nel luogo dove fu esposta la prima volta

Davide Landoni

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Nel 1981, Jean-Michel Basquiat ha appena ventuno anni e vive velocemente, forse intuendo che la sua fiamma brucerà in fretta. O forse la sua esistenza si è consumata precocemente proprio perché vissuta con inusuale intensità. Ad ogni modo, ancora giovanissimo si è già fatto notare dal sistema dell'arte, che lo sta attirando a sé dandogli accesso alle gallerie, spazio espositivo (ed economico) ben diverso dalle strade a cui era abituato, dove nottetempo apponeva i suoi graffiti ai confini della legalità. È in questo contesto di passaggio che dipinge «Crowns (Peso Neto)». Un’opera rara, elettrica, che a novembre, a New York, Sotheby’s propone in asta con una stima compresa tra i 35 e i 45 milioni di dollari. Un momento rilevante per almeno due ragioni. In primo luogo tratta della valutazione più alta mai attribuita a un dipinto del 1981 dell’artista. Ma non solo. La vendita si terrà infatti nella nuova sede della maison, il Breuer Building di New York, già teatro della prima retrospettiva museale dedicata a Basquiat nel 1992, quando ancora ospitava il Whitney Museum. Una coincidenza che aggiunge strati alla narrazione attorno al writer americano.

Il dipinto non è mai passato all’asta finora. Esposto per la prima volta nel marzo 1982, durante la mostra personale alla Galleria Annina Nosei, «Crowns (Peso Neto)» ha avuto un ruolo centrale nella costruzione della mitologia di Basquiat, capace di condensare in una sola tela il peso della storia dell’arte occidentale, l’eredità della cultura afroamericana, la tensione tra espressione individuale e mercificazione. L’opera si sviluppa su larga scala, tra corone, volti contrastanti, scritte, numeri, parole. Un lessico visivo e concettuale che proprio in quel momento Basquiat comincia a sistematizzare. Il seminterrato della galleria di Annina Nosei – in cui l’artista lavora senza uno studio proprio – diventa il laboratorio per questa grammatica iconografica. Tra i primi simboli che definisce c’è proprio la corona, marchio di regalità e di ribellione, di gloria e vulnerabilità. In «Crowns (Peso Neto)» la moltiplicazione del segno lo svuota della sua aura tradizionale e lo ricarica di nuove implicazioni. Ogni corona è un atto politico, ogni figura nera incoronata è un risarcimento immaginario ai protagonisti dimenticati della storia.

Ma l’opera è anche uno spazio di tensione. Al centro, due teste: una bianca, una nera. Due figure che si fronteggiano, silenziose, in una dualità carica di implicazioni simboliche. Basquiat guarda ai maestri del Rinascimento italiano, ma li sovverte, mette in discussione la gerarchia su cui si fonda il canone. A renderlo esplicito è il titolo stesso, «Peso Neto», che in spagnolo significa «peso netto», come sulle etichette commerciali. Non è la prima volta che Basquiat ricorre allo spagnolo (parole come «oro», «mujer», «pollo» hanno già fatto capolino nei suoi lavori), forse allo scopo di evocare, per mezzo di una lingua popolare, una riflessione sul valore simbolico ed economico dell'immagine, dell'opera d'arte. Nel caso di «Peso Neto», forse c'è anche l'idea di privarsi dell'eredità culturale del passato e proporre la propria visione in modo assoluto. Al netto, appunto, dell'impronta rinascimentale.

Come ha scritto la studiosa bell hooks, nella lettura più radicale e lucida dell’immaginario basquiatiano, la corona non è solo un simbolo positivo, ma la traccia della violenza subita, della tensione tra espressione e controllo, dell'orgoglio afroamericano schiacciato da un potere bianco che ancora lo sovrasta. Una presa di posizione al tempo stesso personale, storica e culturale, che Basquiat affida alla tela e consegna alla società, di ieri e di oggi. A più di quarant’anni dalla sua creazione, «Crowns (Peso Neto)» ci consegna intatta la sua energia, la sua stratificazione simbolica, la sua capacità di parlare a epoche diverse con la stessa urgenza. Se è vero che le opere di Basquiat non smettono di occupare gli spazi di copertina nei cataloghi d'asta o sulle locandine delle mostre, «Crowns (Peso Neto)» riesce a ritagliarsi un ruolo unico, particolarmente significativo.

Jean-Michel Basquiat, Crowns (Peso Neto). Stima 30-45 milioni di dollari

Davide Landoni, 10 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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