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Il più unico che raro Museo Wolfsonian a Miami Beach, dove la modernità si racconta attraverso gli oggetti

Nel cuore di South Beach, a pochi isolati dalle facciate pastello dell’Art Déco District, sorge un museo che non assomiglia a nessun altro negli Stati Uniti

Lavinia Trivulzio

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Nel cuore di South Beach, a pochi isolati dalle facciate pastello dell’Art Déco District, sorge un museo che non assomiglia a nessun altro negli Stati Uniti. Il Wolfsonian–FIU non espone solo opere d’arte: racconta la storia della modernità attraverso gli oggetti, le forme del design, la grafica, i manifesti, i mobili, le immagini e gli artefatti che hanno plasmato l’immaginario collettivo tra Ottocento e Novecento. La sua storia inizia con un uomo: Mitchell “Micky” Wolfson Jr., collezionista visionario convinto che la modernità potesse essere compresa solo studiando la cultura materiale. Il suo sguardo enciclopedico ha portato a una raccolta di oltre 200.000 pezzi (tra mobili, oggetti d’uso, ceramiche, libri rari, affiches, materiali di propaganda, progetti architettonici) provenienti soprattutto da Europa e Americhe. Nel 1997, Wolfson dona la collezione e l’edificio alla Florida International University. Nasce così un’istituzione che oggi è insieme museo, archivio, centro studi e laboratorio culturale. Ed espositivo. Per la Miami Art Week, infatti, il Wolfsonian presenta un poker di mostre di assoluto interesse. Harry Clarke and the Geneva Window; World's Fairs: Visions of Tomorrow; La Superba: Genoa and The Wolfsoniana; Modern Design Across Borders.

Il Wolfsonian occupa un massiccio edificio del 1927, un ex magazzino industriale che conserva ancora oggi il fascino della sua origine funzionale. La trasformazione architettonica in museo lo ha reso un’icona di South Beach, perfettamente inserita nel tessuto storico-art déco della città. Visitandolo si ha la sensazione di entrare non tanto in un museo, quanto in un “atlante” tridimensionale della modernità. Il Wolfsonian invita a esplorare come l’industrializzazione, le ideologie politiche, la comunicazione di massa e il design abbiano cambiato il modo di vivere e percepire il mondo. Le sezioni che connotano maggiormente l'istituzione ci sono: Arti decorative e design (1850–1950): mobili, tessuti, vetri, metalli, ceramiche. La storia dello stile attraverso forme e funzioni. Propaganda e potere: manifesti bellici, grafica politica, materiale di regime che testimonia la potenza visiva delle ideologie nel primo Novecento. Design industriale e oggetti d’uso: radio, elettrodomestici, utensili, arredi domestici. La nascita del design come disciplina sociale. Grafica e libri rari: volumi illustrati, cataloghi, riviste, che raccontano la rivoluzione della comunicazione visiva.

 

 

Lavinia Trivulzio, 01 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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