Nathaniel Chastain, ex responsabile dei prodotti di OpenSea, è stato condannato a tre mesi di carcere per aver guadagnato decine di migliaia di dollari con l’insider trading durante il suo periodo di lavoro nel mercato Nft. Chastain era stato condannato per riciclaggio di denaro e frode in un tribunale federale di New York a maggio, ponendo fine a quello che l’establishment legale definisce il primo caso di insider trading di rilievo nella criptosfera. Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, Chastain ha comprato e venduto almeno 45 Nft (che sapeva sarebbero apparsi sulla homepage di OpenSea) per un valore di oltre 50mila dollari, utilizzando portafogli anonimi e account masterizzati di OpenSea per coprire le sue tracce.

La sentenza abbreviata di Chastain riflette i guadagni relativamente modesti che ha ricavato dai suoi crimini, e sarà abbinata a tre mesi di detenzione domiciliare e a tre anni di successiva libertà vigilata. «La sentenza di oggi dovrebbe servire da monito ad altri insider aziendali: l’insider trading, in qualsiasi mercato, non sarà tollerato», ha dichiarato Damian Williams, procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Sud di New York. La difesa di Chastain aveva inizialmente sostenuto che il caso doveva essere archiviato perché gli Nft non sono titoli; il giudice non era d’accordo. Chastain è stato arrestato alcuni mesi dopo le sue dimissioni da OpenSea, nel settembre 2021, dopo che un’indagine interna aveva scoperto che aveva violato i codici di condotta sul posto di lavoro. I suoi avvocati affermano che Chastain ha perso milioni di dollari di azioni di OpenSea.

La condanna di Chastain è solo uno dei casi di insider trading che hanno colpito il settore degli asset digitali negli ultimi mesi. A maggio, un ex product manager della borsa di criptovalute Coinbase è stato condannato a due anni di carcere con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode telematica. A giugno, l’ente di vigilanza sulle criptovalute Solidus Labs ha pubblicato uno studio in cui si affermava che l’insider trading aveva luogo nel 56% delle quotazioni di token crittografici.