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«Game of chance no.2» (1949) di Kurt Seligmann (particolare)

Cortesia di Wannenes casa d’aste

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«Game of chance no.2» (1949) di Kurt Seligmann (particolare)

Cortesia di Wannenes casa d’aste

Il primo semestre di Wannenes: grazie ai gioielli e a Lollobrigida +18,81%

Antichi maestri, oggetti da Wunderkammer e Indiana nel menù d’autunno della casa d’aste

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Elena Correggia

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«Oggi il mercato è attento a cogliere le opportunità, ma anche molto selettivo e il segreto è quindi saper curare cataloghi appetibili. Ciò accade se si offre un grande capolavoro oppure proponendo oggetti unici: per rarità, provenienza, fuori dall’ordinario, introvabili altrove». Parola di Guido Wannenes, amministratore delegato dell’omonima casa d’aste che seguendo questa strategia ha messo a segno un fatturato di 16.769.056 euro nella prima parte dell’anno (che considera anche il mese di luglio), in crescita del 18,81% rispetto al corrispondente periodo del 2023. «I risultati sono stati al di sopra delle aspettative, come testimoniano ad esempio la vendita di dipinti antichi che abbiamo battuto a marzo e l’asta dedicata a Gina Lollobrigida che ha avuto un’eco mondiale e 100% di venduto», aggiunge Wannenes. Il dipartimento trainante è stato quello di gioielli con un fatturato che supera i 3 milioni, mentre l’arte moderna ha messo a segno un record mondiale: un dipinto di Kurt Seligmann, venduto a 575.100 euro. Fra le prossime aste in calendario spicca quella di dipinti antichi, in programma nella Villa Carrega Cataldi di Genova il 27 novembre. Il corposo catalogo è composto da quasi 300 lotti e comprende un importante ritratto del principe Gaspare Paluzzi Albertoni dipinto da Jacob Ferdinand Voet, artista fiammingo che lavorò a Roma sia per la corte papale sia per l’aristocrazia. L’opera, sottoposta a notifica, ha una stima di 30-50mila euro e venne eseguita in occasione del matrimonio del principe con Laura Caterina Altieri, nipote di papa Clemente X. 

La monumentalità compositiva si coniuga per emotività e per le stesure a «Sant’Andrea apostolo» del Guercino, olio su tela del 1643, proveniente dalla Chiesa di San Martino Maggiore a Bologna (40-60mila). L’espressività di sguardi e gesti così come gli effetti chiaroscurali apprezzabili ne «La negazione di San Pietro» di Giuseppe Vermiglio (30-50mila) rivelano la sua ispirazione al capolavoro tardo di Caravaggio sul medesimo soggetto conservato al Metropolitan di New York. Infine, un pittore piuttosto raro sul mercato, ma in assoluto fra i principali rappresentanti del Cinquecento emiliano, Dosso Dossi, è qui presente con una tela raffigurante san Giovanni Battista (100-200mila). 

Il 28 novembre sempre a Genova sarà la volta degli arredi, delle sculture e oggetti d’arte. In asta si fa notare uno stipo monetiere in legno ebanizzato, ampiamente ornato in corallo e realizzato a Trapani nella prima metà del XVII secolo, rintracciato in una collezione privata dalla storica dell’arte Maria Concetta Di Natale (stima 50-80mila euro). «Si tratta di un’opera d’arte che corona un percorso di proposte sul corallo trapanese che seguiamo da tempo e che vanta un collezionismo anche internazionale», spiega Wannenes. 

Si passa poi alla Roma della seconda metà del Settecento con una coppia di comodini in legno intagliato e dorato che fotografano un periodo in cui il rococò cede il passo al neoclassico (8-12mila), così come una consolle in legno intagliato e dorato dell’ultimo quarto del XVIII secolo che trova in alcune ideazioni espresse da Giovanni Battista Piranesi gli stilemi di riferimento (6-8mila). 

Infine, in occasione di Artissima la sede torinese di Wannenes, Casa Ponzio Vaglia (in via Giolitti 45/C), espone in anteprima «Amor», scultura in alluminio di Robert Indiana del 1998 che sarà uno dei lotti di punta dell’incanto di arte moderna e contemporanea in programma a Milano il 5 dicembre con una valutazione di 250-300mila euro

Elena Correggia, 08 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

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