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Il progetto Grand Louvre, che includeva l'aggiunta dell'ingresso della Piramide di I.M. Pei, è stato inaugurato nel 1989. Il presidente Macron sta ora spingendo per importanti lavori di ristrutturazione del museo, compreso un nuovo ingresso

Foto © Torval Mork

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Il progetto Grand Louvre, che includeva l'aggiunta dell'ingresso della Piramide di I.M. Pei, è stato inaugurato nel 1989. Il presidente Macron sta ora spingendo per importanti lavori di ristrutturazione del museo, compreso un nuovo ingresso

Foto © Torval Mork

Il progetto di Macron del «très grand Louvre» deve fare i conti con la dura realtà

L’impegno preso dal presidente francese di salvare il «gioiello della Nazione» si scontra con scetticismo e derisione a causa della stretta fiscale del Paese

Vincent Noce

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Nel 2021, poco dopo la sua nomina da parte del presidente francese Emmanuel Macron alla direzione del Louvre, Laurence des Cars riuniva il suo entourage per raccontare loro il suo sogno di un «très grand Louvre», un museo grandissimo, molto più grande del «Grand Louvre» inaugurato 36 anni fa dall’allora presidente François Mitterrand. La visione di Des Cars comprendeva un nuovo ingresso nell’ala orientale, pensato per accedere a un complesso sotterraneo articolato intorno a una sala speciale per la «Gioconda». Il costo totale del progetto, secondo le sue stime, era di 1 miliardo di euro; metà per il nuovo complesso e metà per rinnovare l’infrastruttura degli edifici. Nessuno, afferma un partecipante alla riunione, credeva che un piano così grandioso fosse realistico considerato che la Francia è alle prese con un deficit di bilancio record. Quando nel 2023 Des Cars ha presentato il suo piano al palazzo presidenziale è stata accolta da un silenzio di tomba.

Ad aprile 2024, davanti alla Commissione cultura del Parlamento, Des Cars ha scelto di lanciare un grido d’allarme molto più forte. Ha sollecitato quindi un piano di emergenza per riparare un «museo fatiscente le cui esigenze strutturali erano state trascurate» al punto da «mettere in pericolo le collezioni». Des Cars non ha usato mezzi termini: visitare il Louvre è «un calvario». «I visitatori, ha detto in quell’occasione, non hanno spazio per fare una pausa, e i punti di ristoro e i servizi igienici sono insufficienti e ben al di sotto degli standard internazionali». La sua cupa panoramica, pubblicata su YouTube, è stata ignorata dai media.

A gennaio 2025, in una «nota riservata» indirizzata  alla ministra della Cultura Rachida Dati, la direttrice del Louvre ha usato le medesime parole. La nota è stata immediatamente divulgata al quotidiano «Le Parisien» e questa volta la frenesia mediatica è esplosa.  «Il Louvre è in pericolo: servono centinaia di milioni di euro per salvarlo», ha tuonato il giornale.

Quattro giorni dopo, Macron si impegnava a venire in soccorso del «gioiello della Nazione». Parlando davanti alla «Gioconda», il presidente non si è soffermato sui problemi strutturali del museo, ma ha presentato nei minimi dettagli il progetto per un nuovo ingresso e un enorme spazio sotto la sezione rinascimentale del palazzo reale.

La «Gioconda» sarebbe stata spostata in una sala dedicata (che, secondo Des Cars, occuperebbe una superficie di 2mila metri quadrati, rispetto ai 700 metri quadrati dell’attuale, sovraffollata, collocazione), accessibile con un biglietto speciale da aggiungere al biglietto d’ingresso. I nuovi spazi comprenderebbero anche una grande sala espositiva, un ristorante e strutture pensate per ricevere 70mila persone al giorno.

Macron ha affermato che questo vasto piano, da lui paragonato alla ricostruzione di Notre-Dame, potrebbe essere realizzato entro il 2031. Ha promesso che il Louvre accoglierà fino a 12 milioni di visitatori all’anno, il 30% in più rispetto ad oggi. Nel frattempo, ha promesso alla «Gioconda» un «ambiente più tranquillo». Dietro di lui, lei sorrideva.

 

Entrate da Abu Dhabi e sponsorizzazioni

I fondi per la costruzione, ha affermato Macron, sarebbero in parte coperti da un aumento del biglietto d’ingresso a 22 euro per i turisti non europei. Ha sostenuto che il progetto potrebbe essere finanziato anche dai ricavi del Louvre Abu Dhabi e da accordi di sponsorizzazione (sebbene due terzi di tali fondi siano, di fatto, coperti dallo Stato sotto forma di agevolazioni fiscali), ma senza fornire alcuna indicazione sulla struttura o sull’ammontare del budget. Un consulente di Macron ha stimato che costerebbe circa 400 milioni di euro, a cui si aggiungerebbe un finanziamento equivalente da parte dello Stato per la riqualificazione delle infrastrutture.

Sophie Primas, portavoce del Governo, ha subito puntualizzato che queste promesse «impegnano solo il presidente, che ha parlato a titolo personale. In un momento in cui il Governo cerca di tagliare le spese, non è possibile aggiungere 500 milioni di euro al bilancio del Louvre». Per il momento, il Ministero della Cultura ha accettato di spendere solo 10 milioni di euro per gli studi preliminari. I media hanno commentato che il capo dello Stato, in difficoltà, stava cercando disperatamente di «attirare i riflettori» e di migliorare la sua eredità.

L‘attenzione si è ora spostata su Bernard Arnault. Il miliardario fondatore dell’azienda di beni di lusso Lvmh è in buoni rapporti con Macron e sua moglie Brigitte, che gode di una certa influenza in ambito culturale. La sua azienda è tradizionalmente uno sponsor del Louvre. Des Cars lo sta chiaramente corteggiando, con l’apertura di una mostra sull’alta moda («Louvre Couture», fino al 21 luglio), una cena di gala circondati da sculture antiche in un cortile del Louvre durante la settimana della moda e la proposta di un ampio spazio pedonale per collegare il nuovo ingresso del Louvre a La Samaritaine, un hotel e centro commerciale di Lvmh. Per ora l'azienda si è limitata a dichiarare di «dedicare attenzione al progetto». In ogni caso, la sola sponsorizzazione da parte di Lvmh non sarebbe sufficiente. Tutto questo avviene in un momento in cui il Centre Pompidou sta già lottando per trovare 170 milioni di euro per rinnovare le sue gallerie.

La reazione dei sindacati dei dipendenti non si è fatta attendere. La Confederation générale du travail (Cgt) ha lamentato l’aumento «antidemocratico» del prezzo dei biglietti, mentre il museo continua a essere «a corto di personale». Dall’inaugurazione del Grand Louvre nel 1989, ha dichiarato un ex dirigente, non è mai stato possibile aprire contemporaneamente tutte le gallerie. «Tutto questo deve finire, dichiara a “The Art Newspaper” Elise Müller, segretaria nazionale del sindacato Sud Culture. Lo sbalorditivo piano per un nuovo ingresso è aberrante, non risolverà lo stato di abbandono del museo». Secondo il sindacato, Des Cars ha abbandonato un piano decennale adottato nel 2018 per la riparazione e il restauro dello storico palazzo. (Alla richiesta di commentare la questione, un portavoce del Louvre non ha smentito). «Sì, il Louvre è in pessime condizioni, afferma Müller. La verità è che negli ultimi quattro anni la situazione è notevolmente peggiorata». Secondo Müller, «è insensato progettare un museo sotterraneo sulla riva della Senna», una zona soggetta ad allagamenti da cui il Louvre ha spostato tutte le sue riserve solo pochi anni fa.

Nel frattempo, in un articolo che descrive il Louvre sotto la direzione di Des Cars come «il palazzo di tutti gli eccessi e i capricci», «L’Express» suggerisce che le condizioni di visita potrebbero essere migliorate a un costo molto inferiore assumendo più personale: questo consentirebbe infatti al museo di aprire gli ingressi esistenti che sono stati chiusi nel corso degli anni e di prolungare gli orari di apertura (le sale del Louvre chiudono alle 17.30). La rivista sottolinea che «nessuno dei rapporti annuali di attività del Louvre ha mai menzionato qualcosa di simile a un'emergenza». Secondo questi rapporti pubblici, tra il 2018 e il 2022 sono stati investiti 200 milioni di euro per rinnovare le infrastrutture, 50 dei quali spesi per l’atrio sotto la piramide di vetro. Il revisore dei conti dello Stato sta attualmente analizzando i dati in vista di un rapporto che dovrebbe essere completato entro l’estate.

Vincent Noce, 10 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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