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Il teschio del re Toera e di due guerrieri malgasci dalla fine dell’Ottocento sono nelle collezioni del Musée de l’Homme di Parigi

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Il teschio del re Toera e di due guerrieri malgasci dalla fine dell’Ottocento sono nelle collezioni del Musée de l’Homme di Parigi

La Francia per la prima volta restituirà resti umani al Madagascar

I teschi del re malgascio Toera e di due guerrieri erano conservati al Musée de l’Homme di Parigi dal 1899. È il primo provvedimento dopo l’approvazione nel 2023 di una nuova legge

La Francia restituirà al Madagascar i teschi del re Toera e di due guerrieri malgasci decapitati dalle truppe francesi agli albori del colonialismo. Il gesto, annunciato dal primo ministro francese François Bayrou, costituisce la prima decisione di questo tipo ai sensi di una nuova legge adottata nel 2023 che disciplina la restituzione dei resti umani prelevati durante il periodo coloniale in condizioni indegne.

Nell’agosto del 1897, durante la conquista francese dell’isola dell’Oceano Indiano, mentre il re malgascio stava negoziando la resa i soldati francesi massacrarono centinaia di nativi nel villaggio di Ambiky. Il numero esatto delle vittime è ancora sconosciuto. Le teste mozzate del sovrano e dei due guerrirei del Regno Sakalava furono inviate al Musée de l’Homme (parte del Muséum national d'histoire naturelle) di Parigi, dove sono rimaste dal 1899. Il Madagascar ne ha chiesto la restituzione nel 2022.

Un decreto pubblicato il 2 aprile, basato sulle conclusioni di un comitato scientifico bilaterale, impone al museo francese di rimpatriare i teschi malgasci sull’isola entro un anno. Le cerimonie per celebrare l’evento, che includono un tour dei resti in tutto il Paese, sono previste per agosto. Programmate in un primo momento concomitanza con la visita del presidente francese Emmanuel Macron ad aprile, sono state posticipate in seguito alle proteste di un gran numero di discendenti del re e di capi tribù: a loro dire, infatti, la tradizione vieta le cerimonie durante quel mese.

La senatrice Catherine Morin-Desailly, che ha sostenuto l’introduzione di leggi sulla restituzione in Francia, ha sottolineato in una dichiarazione che si tratta di un passo atteso da tempo, dopo una lunga battaglia parlamentare iniziata nel 2006, quando la Nuova Zelanda chiese di riavere i teschi dei capi Maori. Ha osservato che un comitato bilaterale sta ancora lavorando su una richiesta dell'Australia per la restituzione dei resti di centinaia di popoli indigeni. Morin-Desailly ha anche invocato un’altra legge che includa i casi delle persone provenienti dai territori francesi in tutto il mondo (la legge del 2023 copre solo le richieste avanzate da uno Stato straniero), e ha sottolineato che il parlamento è ancora in attesa di un disegno di legge quadro che faciliti il rimpatrio dei beni del periodo coloniale.

Nel frattempo, il 28 aprile, il Senato esaminerà una legge che autorizza la restituzione di un «tamburo parlante», richiesto dalla Costa d'Avorio nel 2022. Lo strumento sacro, decorato con un animale mitico, la pantera-leone, fu confiscato dalle autorità francesi perché avvertiva gli abitanti del villaggio dell'arrivo delle truppe coloniali che portavano via gli uomini destinati ai lavori forzati.

 

 

 

 

Vincent Noce, 08 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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