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Francesca Interlenghi
Leggi i suoi articoliIntesa Sanpaolo, da anni main partner di Miart, è stata presente in questa edizione della fiera internazionale di arte moderna e contemporanea all’interno della Vip Lounge con Intesa Sanpaolo Private Banking, dove è stata allestita la mostra «Supernova 23», a cura di Luca Beatrice, dedicata a giovani artisti emergenti nell’ambito del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo, per illustrare l’attività di art advisory e i relativi servizi di gestione del patrimonio artistico.
Con l’obiettivo di offrire un vademecum per il collezionista, perché possa meglio capire come gli strumenti di autentica, notifica o tutela delle collezioni abbiano un valore economico, Intesa Sanpaolo Private Bankingha organizzato, insieme ai suoi art advisor di Eikonos Arte, Alberto Fiz e Marina Mojana, un ciclo di tre incontri sul diritto dell’arte e dei collezionisti, con alcuni dei maggiori esperti di diritto e fiscalità del settore.
Nell’ambito di questa iniziativa, sabato scorso 15 aprile Maria Grazia Longoni, socio equity di Lca Studio Legale e responsabile del dipartimento di diritto dell’arte, e Cristina Resti, storica dell’arte ed esperta di risk analysis, sono intervenute sul tema de «Il valore della tutela. Come proteggere la collezione». Una conversazione sulle questioni dell’acquisto, della gestione e delle problematiche inerenti al prestito delle opere d’arte e dei rischi connessi.
Come tutelare la propria collezione? Il collezionista, che deve essere educato all’acquisto, non può prescindere da accertamenti quali la verifica della titolarità dell’opera, esercitando il diritto di cui gode, e sancito dal Codice dei beni culturali, di richiedere il documento di autentica. E non può trascurare di valutare se l’opera sia ancora tutelata dal diritto d’autore, non essendo trascorsi 70 anni dalla morte dell’artista, il che impedirebbe l’eventuale riproduzione dell’immagine su brochure e cataloghi.
O ancora, se sia potenzialmente oggetto di notifica da parte del Ministero della Cultura che, riconoscendone l’interesse culturale, artistico, storico o etnoantropologico, ne limiterebbe l’esportazione e la vendita con conseguente riduzione del valore commerciale. Una volta acquistata l’opera, anche il tema della sua conservazione non è elemento di second’ordine. In questo senso, sarebbe auspicabile una maggiore diffusione dei Pacta (Protocolli per l’autenticità, la cura e la tutela dell’arte contemporanea), il modello di certificato contenente tutte le informazioni atte a promuovere una conoscenza autentica e approfondita dell’opera d’arte, così da tutelarne l’identità.
Va poi considerato il fatto che, inserita nel contesto abitativo, l’opera corre dei rischi connessi al normale svolgimento della vita quotidiana. Si tende a pensare che il furto sia il più impattante degli eventi dannosi quando invece, statisticamente, i danni accidentali come la caduta dal chiodo, la bagnatura o l’incendio sono quelli che ricorrono con maggiore frequenza.
Altro tema a cui rivolgere l’attenzione è il prestito. Perché, se da una parte può essere strumentale alla valorizzazione dell’opera, dall’altra richiede una serie di adempimenti la cui natura è necessario conoscere. Anche perché in Italia, a differenza che in altri Paesi, la non univocità dei documenti che vengono utilizzati nel prestito (si pensi in particolare al condition report e al facility report che descrive lo spazio espositivo e le sue condizioni di sicurezza) rende più difficile leggerli e fare delle valutazioni di natura quantitativa e qualitativa.

Veduta della mostra «Supernova 23», Vip Lounge Intesa Sanpaolo Private Banking, all’ultima edizione di miart
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