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Valeria Tassinari
Leggi i suoi articoliLa pervasività del Futurismo in Italia, così come la sua influenza internazionale, non finisce di stupirci, e a ogni nuova ricognizione in zone poco esplorate restiamo colpiti dalla moltitudine, e dalla preveggenza, delle sue manifestazioni. Scritto all’ombra dell’Etna, l’irrequieto vulcano che Filippo Tommaso Marinetti considerò «Padre» e fonte d’ispirazione per tutta la vita, il libro di Andrea G.G. Parasiliti indaga le esperienze futuriste nella cultura letteraria e visiva della sua terra d’origine, la Sicilia, inoltrandosi in un fenomeno complesso e ricco di percorsi, attraverso due nodi tematici di particolare rilevanza.
Giornalista e ricercatore, l’autore esplora con metodo, e attenzione filologica, le premesse e le principali manifestazioni dell’avanguardia futurista in Sicilia, attraverso un ampio apparato documentario e d’archivio che ci restituisce personalità, testi, immagini ed eventi in gran parte misconosciuti.
Il volume si articola in due sezioni, legate dall’intenzione di riconoscere all’isola il ruolo di terra d’azione e d’ispirazione per un impeto sperimentale che, soprattutto nella seconda stagione del movimento, si è propagato con veemenza. La prima parte ricostruisce il profilo di due riviste d’avanguardia come la «Balza futurista», stampata a Ragusa, e «Haschisch», espressione di un gruppo di giovani catanesi che si erano lasciati travolgere dallo spirito dannunziano, per poi approdare all’interpretazione spericolata della lezione marinettiana.
Proprio a Marinetti è dedicata la seconda parte della ricerca, che si concentra sulla suggestione dell’Etna nell’immaginario del fondatore. Identificandosi con «l’eruttante esplosivo», il poeta, infatti, ha introdotto metafore vulcaniche in molti dei suoi scritti. Ma il Futurismo non disprezzava la natura?
All’ombra del vulcano. Il Futurismo in Sicilia e l’Etna di Marinetti, di Andrea G.G. Parasiliti, 188 pp., ill., Olschki, Firenze 2020, € 30

Una scenografia di Marinetti
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