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Tina Lepri
Leggi i suoi articoliScoperto un grandioso monumento romano durante lavori di bonifica della zona di Porta Diana, a sud della necropoli etrusca del Portone
Aveva ragione Enrico Fiumi, l’archeologo che nel 1950 scoprì il teatro romano di Volterra, imponente costruzione del I secolo a.C. Sosteneva che quel teatro fosse la prova dell’importanza di Volterra durante la prima epoca imperiale. L’ipotesi non fu presa sul serio. Prevalse l’idea che dopo la sconfitta del III secolo a.C., quando ancora l’etrusca Velathri era capitale di una delle dodici lucumonie della nazione, la città fosse decaduta al rango di provincia romana minore.
La sorpresa è arrivata nel luglio scorso quando, durante lavori di bonifica della zona di Porta Diana, a sud della necropoli etrusca del Portone, è stato scoperto un altro grandioso monumento romano. Per ora è emerso un primo segmento murario, lungo 20 m, di quello che gli archeologi della Soprintendenza, Elena Sorge e lo stesso soprintendente Andrea Pessina, ritengono sia un anfiteatro di ben 80 metri per 60, di epoca augustea.
Si tratterebbe di un edificio per giochi gladiatorii e, se sarà confermata l’epoca, secondo Giuliano Volpe, archeologo e presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali del Mibact, sarebbe infatti «una scoperta eccezionale: riemerge uno dei primi grandi edifici pubblici costruiti fuori Roma».
L’anfiteatro si affianca all’altro grande monumento di Volterra, il teatro romano, sempre di epoca augustea, scoperto da Fiumi. Questo dimostrerebbe, secondo Volpe, la continua, importante dimensione urbana della città proprio mentre le altre capitali etrusche, come Populonia, venivano ridotte a villaggi o abbandonate.
Gli esperti ora si spiegano meglio la presenza vicino a Volterra dei resti dell’imponente scalo marittimo di Vada Volaterrana, sulla costa tirrenica, con i suoi magazzini, le terme, un intero quartiere romano, insomma un grande porto collegato a Volterra che avrebbe quindi continuato a svilupparsi in epoca repubblicana e poi imperiale. Soltanto alla fine del III d.C. i suoi grandi monumenti, il teatro e probabilmente anche l’anfiteatro appena scoperto, sono stati abbandonati (lo studio dei primi resti scavati è in corso). Per riportare alla luce la cavea e l’intero anfiteatro, bisognerà andare in profondità e per questo ci vorranno finanziamenti adeguati.
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