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Una collezione perduta
Spesso le collezioni si disperdono, allora sono necessari studi che le ricostruiscano, come questo, dedicato alla figura di Gustave Dreyfus (1837-1914). La sua collezione era composta da circa 1.600 opere, in gran parte custodite in uno spazio contenuto, trattandosi di medaglie e placchette rinascimentali. Ma questa non era la sola specificità della raccolta che esibiva anche sculture e dipinti, da Desiderio da Settignano a Ercole de Roberti. Il libro indaga le frequentazioni del collezionista, fino a Joseph Duveen che la acquisterà in blocco dopo la sua scomparsa. [Simone Facchinetti]
Gustave Dreyfus collectionneur et mécène dans le Paris de la Belle Époque
di Alice Silvia Legé, 200 pp., ill. b/n, Officina Libraria, Milano 2019, € 22,90
Visita guidata
Classico del genere, scritto nel 1881 dal raffinato scrittore francese, è una sorta di visita guidata all’interno dell’abitazione parigina dei fratelli Goncourt, stanza per stanza, oggetto per oggetto. La lettura di interminabili elenchi può risultare mortalmente noiosa ma vale la pena sorbirsela perché, di tanto in tanto, ci si imbatte in pensieri acuti e struggenti, come questo: «Mi sono spesso interrogato sulla passione per l’oggetto d’arte che mi ha reso, per tutta la vita, miserabile e felice».
[Simone Facchinetti]
La casa di un artista
di Edmond de Goncourt, a cura di Barbara Briganti, 723 pp., Sellerio, Palermo 2005, € 30
Titoli come cetrioli
Di Gadda, Roberto Calasso raccolse alcuni interventi sparsi, tra il 1927 e il ‘68, in un volumetto Adelphi uscito 42 anni fa a cura di Dante Isella: Il tempo e le opere. Saggi note e divagazioni. La parte terza si avvia da Giorgio de Chirico (che Longhi avversava) culminando in una dozzina di pagine dal titolo un poco scivoloso: Il cetriolo di Crivelli, che pure, all’altezza del 1961, rimane uno dei crocicchi bibliografici sul veneziano amatissimo da Longhi (che lo usava come testa di turco contro Mantegna che gli stava antipatico). È anzi sul cetriolo quattrocentesco che costruiranno ponti tra Longhi e Gadda.
[Stefano Causa]
Il tempo e le opere
di Carlo Emilio Gadda, a cura di Dante Isella, 282 pp., Adelphi, Milano 1982, € 16
La naturale bellezza del mondo
Leonardo non andava in giro a caso e nel trattato sulla pittura si domandava: «Che ti muove, o uomo, ad abbandonare le proprie tue abitazioni della città, e lasciare i parenti ed amici, ed andare in luoghi campestri per monti e valli, se non la naturale bellezza del mondo?». È una riflessione che dovrebbe accompagnarci tutti questa estate, sia che la nostra meta sia dall’altra parte del mondo, o vicinissima. Sarebbe consigliabile muoversi con il viatico del pensiero del grande artista e anche con, a seguito, il nuovo libro di Stefano Zuffi che è un incantevole viaggio nel segno della botanica pensato per raccontare il legame tra natura, arte e mito. Un libro che si fa sfogliare e leggere con grande piacere e che insegna cose utili. Attraverso speciali ingrandimenti sui particolari di celebri capolavori e opere da scoprire, si parte per un viaggio profumato e colorato tra 45 alberi, fiori e frutti nel mondo dell’arte di tutti i secoli. «La natura osservata attraverso la storia dell’arte, le implicazioni simboliche dei miti, delle leggende, delle tradizioni religiose».
[Arabella Cifani]
Il giardino dipinto
di Stefano Zuffi, 208 pp, ill., 24 Ore Cultura, Milano 2024, € 45
Di notte nel museo africano
A chi non piacerebbe passare la notte in un museo e vagare indisturbati tra le collezioni? Se lo chiedeste a Christophe Boltanski, credo vi risponderebbe che dipende molto da quale museo. Per scrivere il suo libro il giornalista francese (figlio del sociologo Luc e nipote dell’artista Christian, a cui il volume è dedicato) ha passato la notte all’Africa Museum (ex Museo Reale dell’Africa Centrale, e prima ancora Museo del Congo Belga) di Tervuren, a poca distanza da Bruxelles. Alla luce della torcia del suo cellulare, Boltanski si addentra in un percorso fatto di memorie e fantasmi, che collegano gli esordi razzisti del fumetto Tintin alle esposizioni di esseri umani rapiti in Congo, passando per le sorti di una famiglia di colonizzatori e le cautele adottate dall’istituzione nell’allestire e comunicare al pubblico contemporaneo il problematico retaggio di soprusi e crudeltà di Leopoldo II. Boltanski rende il suo cauto muoversi a tentoni nel buio attraverso una prosa fatta di frasi brevi e asciutte. Collega fatti, date e persone in un intreccio fluido e ben calibrato: concluso il libro, quasi ci si stupisce di quante informazioni sia riuscito a far stare in così poche pagine.
[Matteo Mottin]
King Kasai
di Christophe Boltanski, traduzione di Sara Prencipe, 132 pp., Add, Torino 2024, € 18
Quel ribaldo di Longhi
Per chi non conoscesse Roberto Longhi, la porta d’accesso sarà il Viatico per cinque secoli di pittura veneziana: recensione scoppiettante quanto indisponente a una mostra panoramica curata da Rodolfo Pallucchini a Venezia, a guerra finita. Scritto nel 1945, è un classico che oggi non verrebbe accettato da nessuna rivista e ti farebbe bandire da qualunque università. Pieno di controluce geniali tra antico e moderno (con Giorgione che diventa il Manet del Cinquecento, Tiziano il Renoir e Bassano il Monet) cova un finale ribaldo su Canova che Longhi detestava. Ma qui, idiosincrasie a parte, si annida la migliore storia dell’arte: lontanissima da tecnicismi e verticalismi. La ristampa del 2021 con prefazione di Mina Gregori è abbordabile nel prezzo e nel formato.
[Stefano Causa]
Viatico per cinque secoli di pittura veneziana
di Roberto Longhi, 272 pp, Abscondita, Milano 2021, € 25
I meccanismi delle immagini
Il primo libro di teoria dell’immagine di Andrea Pinotti è un ottimo strumento per iniziare a comprendere il meccanismo di funzionamento delle immagini, dalle foto di cui quotidianamente fruiamo (e costantemente produciamo attraverso i nostri dispositivi) a quelle delle opere prodotte dagli artisti. Ogni capitolo presenta uno specifico problema ed espone in maniera accurata e accessibile i metodi che formalisti, iconologici, gestaltisti e semiologi hanno sviluppato per affrontarlo e decifrarlo, chiudendosi con una puntuale bibliografia per meglio approfondire e orientarsi nell’argomento.
[Matteo Mottin]
Il primo libro di teoria dell’immagine
di Andrea Pinotti, XX-324 pp., Einaudi, Torino 2024, € 25
Manuale sulla manutenzione dell’attenzione
Il sondriese Celati, che qui compare per interposta persona è l’autore, nel 1989, di quel centinaio di pagine che, non è solo l’ultimo viaggio in Italia prima dei centri commerciali e degli smartphone ma uno dei pochi libri italiani importanti di fine secolo. Gli storici d’arte in senso non ristretto lo rileggeranno come manuale sulla manutenzione dell’attenzione, prezioso oggi che abbiamo imparato a vedere tutto senza accorgerci di nulla: «Un’intensa osservazione del mondo esterno ci rende meno apatici (più pazzi o più savi, più allegri o più disperati)».
[Stefano Causa]
Verso la foce
di Gianni Celati, 144 pp., Feltrinelli, Milano 1993, € 10
Amici di Warhol e Mapplethorpe
Assiduo frequentatore della Factory di Andy Warhol, amico dell’autore di Paura e disgusto a Las Vegas, Hunter S. Thompson, e del critico musicale della rivista «Rolling Stones», Lester Bangs, Dave Hickey è stato un personaggio particolare: gallerista e compositore di canzoni country, ludopatico e studente di ingegneria, surfista e critico d’arte. I testi che compongono il suo ultimo libro erano stati scritti nel 1993 in risposta alle feroci polemiche suscitate dall’esposizione del «X Portfolio» (1978) dell’amico Robert Mapplethorpe, una serie di 13 fotografie che celebrano la sottocultura gay sadomaso di Manhattan in una maniera tanto sublime quanto disturbante. Attraverso una scrittura colta ma scorrevole, lontana dal critichese e scevra di pedanti termini specialistici, Hickey tratteggia e difende un’idea di bellezza dal potenziale sovversivo e democratico, una «iconografia del desiderio» in grado di connettere l’arte di epoca classico rinascimentale a quella prodotta da Edward Ruscha e Warhol, rivendicando l’anarchia del piacere contro il potere intellettuale imposto dall’alto.
[Matteo Mottin]
Il drago invisibile. Quattro saggi sulla bellezza
di Dave Hickey, trad. di Mariella Milan, 96 pp., Johan & Levi, Milano 2024, € 17
Il lento trascorrere dell’estate
Primo libro della giovane fotografa toscana Giulia Vanelli (classe ’96, già nominata al Premio Luigi Ghirri GFI 2022 e a Futures Photography da Camera Torino nel 2024), racchiude fotografie in bianco e nero che richiamano sensazioni e gesti familiari della stagione per eccellenza, quella dell’estate che forgia ricordi e identità personali e collettive. Un’ape intrappolata nel bicchiere, una partita di scacchi, una t-shirt stesa su un motorino al sole. Fotografie dal tono lento e intimo che contengono tutto il linguaggio delle abitudini di mare.
[Mario Alberto Ratis]
The Season
di Giulia Vanelli, 80 pp., Witty Books, Torino 2024, € 36
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Redattori, corrispondenti, collaboratori e lettori di «Il Giornale dell’Arte» sono i nostri esploratori, gli investigatori di occasioni, eccezioni e stranezze che ogni mese il mercato internazionale dell’arte continua a offrirci
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