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Francesco Guardi, «Veduta di Punta della Dogana e della Chiesa di Santa Maria della Salute»

© Christie’s Images Limited

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Francesco Guardi, «Veduta di Punta della Dogana e della Chiesa di Santa Maria della Salute»

© Christie’s Images Limited

Gli appuntamenti in asta da non perdere a giugno

Redattori, corrispondenti, collaboratori e lettori di «Il Giornale dell’Arte» sono i nostri esploratori, gli investigatori di occasioni, eccezioni e stranezze che ogni mese il mercato internazionale dell’arte continua a offrirci

Pranzare sul «Ginkgo» d’artista

Nel Paese delle Meraviglie, Alice avrebbe senz’altro apprezzato sorseggiare un tè seduta su una di queste sedie. Il richiamo estetico all’Art Nouveau, ma anche al mondo incantato e leggiadro delle fiabe, si ritrova pienamente nel set da pranzo «Ginkgo», del 2000, frutto dell’estro creativo di Claude Lalanne. L’insieme è in vendita da Christie’s, a Londra, il 5 giugno e si compone di 4 lotti in fusione d’alluminio: 3 stimati 200-300mila sterline ciascuno, ovvero un tavolo da pranzo, 6 sedie e 4 poltroncine, mentre una panchina ha una valutazione di 100-150mila. Simbolo di pace, speranza e longevità nella cultura asiatica, la grande foglia a forma di ventaglio del ginkgo ha ispirato diversi lavori della designer francese, anche se la versione dipinta di verde, ora all’incanto, costituisce una rarità. Il set apparteneva al barone Diego von Buch, eclettico collezionista di cui nella stessa asta sono dispersi un centinaio di lotti, fra opere d’arte e oggetti d’arredo provenienti dalle sue case. Un’occasione un po’ per tutti i gusti e tutte le tasche: i lotti spaziano dalle 300 alle 800mila sterline.
[Elena Correggia]

Arnulf Rainer, «Tor», 1963. Courtesy Dorotheum

Rainer in puntasecca

Il mercato delle stampe e delle edizioni, secondo gli ultimi rapporti, è in crescita. Ciò, probabilmente, in quanto la fascia di prezzo proposta per questa tipologia di opere concede di accedere ai grandi nomi dell’arte che altrimenti rimarrebbero irraggiungibili ai più. Per questo è il caso di sfogliare il catalogo di Dorotheum dell’asta online Edizioni del 6 giugno. Tra i numerosi lotti offerti, un raffinato nucleo di stampe a firma Arnulf Rainer che merita attenzione. I lotti vanno dal n. 31 al n. 34 e hanno la stessa stima di 2.800-3.800 euro; cambiano la cromia e il colore, mentre la tiratura, 30 esemplari per ognuno, così come la tecnica, puntasecca, sono uguali per tutti. Possono leggermente variare le dimensioni, che oscillano tra i 60x50 cm e i 65x50 cm, e il periodo di esecuzione, 1963-64, ma la qualità resta immutata. 
[Antonio Mirabelli]

Johannes Helder, «Autoritratto». Courtesy Auktionshaus Zofingen

All’asta l’Helder più oscuro

L’immagine è piuttosto inquietante: un uomo che si affaccia minaccioso (o spaventato, chissà?) da una finestrella di legno inserita in una nicchia in muratura. È il volto del pittore olandese Johannes Helder (1842-1913) che, a un certo punto della sua vita, ha smesso di dipingere interni con scene di genere per concentrarsi esclusivamente su sé stesso. Quello che va all’asta a Zurigo da Auktionshaus Zofingen il 7 giugno (lotto 3943, stima 3mila franchi) è uno dei suoi molteplici autoritratti, sempre incorniciati da una finestra e sempre caratterizzati dalla vistosa presenza di una pistola. In passato quadri simili hanno raggiunto quotazioni anche venti volte superiori rispetto alla stima iniziale della versione svizzera. 
[Simone Facchinetti]

Cornelis van Haarlem, «Ritratto di (?) Cornelis Jacobsz. Schout quale Alfiere della Guardia Civile di Haarlem». © Christie’s Images Limited

Il ritorno dell’alfiere

All’asta parigina di Christie’s, Maîtres Anciens: Peintures-Sculptures dell’11 giugno spicca «Ritratto di (?) Cornelis Jacobsz. Schout quale Alfiere della Guardia Civile di Haarlem» opera ritrovata di Cornelis van Haarlem. L’olio, 204x140 cm (500mila-800mila euro), acquistato a metà ’800 dallo scultore Carlo Marochetti, è tipico prodotto del Manierismo nordico, derivazione del Manierismo italiano diffuso in Francia fra il 1530-50, a Praga dal 1576, nei Paesi Bassi dal 1580, dal 1585 nell’Europa baltica, polacca e scandinava. Questo quadro è, per data, il secondo più antico di alfiere. Composizione teatrale e dinamica, e brio «attorcigliato», sono negli stilemi del Manierismo, impreziositi dal pittore, che figura al Rijksmuseum di Amsterdam e al Frans Hals Museum di Haarlem.
[Giovanni Pellinghelli del Monticello]

Medardo Rosso, «Enfant juif». Courtesy Wannenes Casa d’Aste

Il dramma umano in un volto sfuggente

Alla vendita milanese di Arte Moderna e Contemporanea del 12 giugno di Wannenes sono proposte opere di grandi protagonisti del Novecento italiano, da Carrà a de Chirico fino a Sironi e Pascali. Tra tutte, non passa inosservata la scultura «Enfant juif» (Bambino ebreo) di Medardo Rosso, cera su gesso, che ritrae il volto di un bambino. L’opera, esemplare del suo linguaggio vibrante e sfuggente, restituisce un’immagine drammatica che sembra emergere e dissolversi nella luce, secondo quello stile che rese l’artista pioniere della scultura moderna. Una versione della plastica, sempre in cera, ha raggiunto nel 2015 il secondo record mondiale per un’opera di Rosso venduta all’asta (458.577 euro; vendita The Italian Sale di Sotheby’s a Londra). Questa è stimata tra 80mila e 120mila euro.
[Monica Trigona]

Autori vari, 06 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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