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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliAprirà nel 2027 il nuovo Musée-mémorial du Terrorisme. Il luogo esatto in cui sorgerà la nuova istituzione non è stato ancora stabilito e verrà comunicato entro l’estate 2022, ma sarà a Parigi o nella sua regione. Si tratterà di un sito di omaggio alle vittime degli attacchi terroristici degli ultimi anni, ma anche di uno spazio di esposizione e riflessione come ne esistono pochi al mondo. Due sono negli Stati Uniti, il National September 11 Memorial & Museum di New York, aperto nel 2006 sul luogo della strage del World Trade Center, e l’Oklahoma City National Memorial, aperto nel 2000 in ricordo dell’attacco del 1995 che fece 168 morti.
A Oslo, dopo tanti anni e una lunga procedura giudiziaria, dovrebbe sorgere un memoriale sull’isola di Utoya, luogo dell’attentato del 2011 per mano del simpatizzante dell’estrema destra Anders Behring Breivik. Il progetto di Parigi, messo in cantiere dal presidente Macron nel 2018, è ancora da elaborare nel dettaglio, ma dei capisaldi sono stati fissati.
A marzo è stato nominato un Osservatorio di orientamento, presieduto da François Molins, ex procuratore di Parigi in prima linea durante gli attacchi del gennaio 2015 in cui fu decimata la redazione del settimanale «Charlie Hebdo», e del 13 novembre al Bataclan, costati la vita a più di 140 persone.
Tra i membri figurano anche rappresentanti dell’associazione di vittime Life for Paris e Patrick Pelloux, medico del Pronto soccorso ed ex collaboratore di «Charlie Hebdo». È stato anche nominato un Consiglio scientifico e culturale. Alla direzione artistica è stato scelto lo storico Henry Rousso, noto specialista della Seconda guerra mondiale: «Concepiamo il museo e il memoriale insieme, come un luogo dunque a doppia vocazione, tenendo insieme emozione e riflessione», ha spiegato Rousso all’agenzia France Presse.
Il museo sarà focalizzato sul terrorismo contemporaneo, ma in una prospettiva storica, a partire dall’attacco del Drugstore Publicis del 15 settembre 1974, a Parigi, perpetrato dal terrorista Carlos e che fece due morti: «Permetterà di pensare il fenomeno del terrorismo e di comprenderlo. Parlerà di attentati anarchici, nazionalisti, indipendentisti, politici fino ai recenti attentati jihadisti, aggiunge Rousso. Bisognerà riuscire ad affrontare l’attualità con la giusta distanza».
Anche se sembra passare in secondo piano in questo anno di pandemia, l’allerta terrorismo resta molto alta in Francia. Lo hanno ricordato due feroci attentati recenti: la decapitazione di un insegnante, Samuel Paty, il 16 ottobre 2020, e, pochi giorni dopo, il 29 ottobre, l’attacco al coltello nella Basilica di Notre-Dame a Nizza. La città mediterranea, già teatro della strage del 14 luglio 2016, si era del resto candidata a ospitare il nuovo museo memoriale, candidatura che è stata poi esclusa.
Nella creazione del luogo di memoria sono ancora da studiare diverse questioni delicate. Per esempio, come trattare le figure dei terroristi per evitare «ogni rischio di farli passare per eroi». O come trovare un giusto equilibrio per non cedere all’emozione. Di sicuro sul memoriale saranno incisi i nomi di tutte le vittime francesi del terrorismo, morte in Francia o all’estero. Molto spazio sarà dato alle testimonianze di chi è sopravvissuto.
Quanto alla collezione, saranno presentati al pubblico oggetti (personali e non) legati agli attentati, documenti giudiziari, archivi video e sonori messi a disposizione dall’Ina, l’Istituto nazionale dell’Audiovisivo.

Omaggio al Centre Pompidou per la «marcia» dell’11 gennaio 2015. Foto: Luana De Micco

Manifestazioni in Place de la République a Parigi nel gennaio 2015, dopo l’attentato a «Charlie Hebdo». Foto: Luana De Micco
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