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Un particolare di «Ritratto di gentildonna nelle vesti di Lucrezia» (1533 ca) di Lorenzo Lotto, Londra, National Gallery

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Un particolare di «Ritratto di gentildonna nelle vesti di Lucrezia» (1533 ca) di Lorenzo Lotto, Londra, National Gallery

La Lucrezia di Lotto perfora il tempo

Enrico Maria Dal Pozzolo pubblica una monografia generale sull’opera dell’ammiratissimo genio rinascimentale

Arabella Cifani

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In una delle sale della National Gallery di Londra abita Lucrezia, dama corrucciata e offesa. Lucrezia viveva a Venezia fino all’inizio dell’Ottocento e poi fu costretta a partire per l’Inghilterra, ove rimase. Sedersi davanti a lei per un vis a vis può anche essere pericoloso: dai suoi occhi scurissimi partono strali che possono ferire.

Il sommo Lorenzo Lotto (1480-1557) la dipinse verso il 1533 vestita come una regina. Serica veste color arancio bruciato con tagli di verde di cinabro, acconciatura con una capigliatura d’oro riccia, trapunta di fiocchi candidi chiusa da un velo trasparente e ambrato, gioielli preziosi a cascata. Tutto contribuisce a dare l’idea di una dama di rango, che fa della sua virtù di donna uno scudo di altissima seduzione. Ostenta un disegno di lei suicida, e intanto addita severa con la mano destra un foglio sul tavolo: nessuna donna potrà mai vivere impudica dopo il suo esempio.

Quando un pittore sa dipingere quadri così vertiginosi si rimane senza fiato. Come per molte altre opere del Lotto ci perdiamo in domande senza risposta su chi è questa donna, quale storia cela, che cosa succede dentro, dietro e intorno al quadro. Lotto molte volte, malgrado la sua travagliata, errabonda e infelice vita, ha superato sé stesso.

Di vertice in vertice è salito all’empireo dell’arte, dove l’aria è rarefatta e pochi possono vivere. Al genio del Rinascimento italiano è stato ora dedicato un catalogo ragionato delle opere. Lavoro poderoso e accurato, indispensabile per gli studiosi, di Enrico Maria Dal Pozzolo, già autore di vari studi sul maestro, e curatore delle ultime mostre a lui dedicate.

Vi collaborano Raffaella Poltronieri, Valentina Castegnaro e Marta Paraventi. La prima monografia su Lotto fu edita nel 1895 da Bernard Berenson; altra, non precisa, nel 1942 da Luigi Chiodi. Piero Zampetti riaccese i riflettori sull’artista nella grande mostra del 1953 al Palazzo Ducale di Urbino. E poi libri divulgativi, rapidi regesti, ristampe di Berenson, convegni, mostre con cataloghi annessi, volumi sui disegni e una miriade di saggi su temi e soggetti specifici. Ultima monografia di peso quella di Rodolfo Pallucchini e Giordana Mariani Canova nel 1975. In seguito la bibliografia si è ancora enormemente dilatata.

Nuove ricerche hanno fatto riemergere molte opere sconosciute o dimenticate, alcune importantissime. Necessario quindi procedere a un riavvio, a un riordino di quanto prodotto in oltre un secolo di studi. Il volume, splendidamente illustrato, offre uno strumento aggiornato sui dipinti attribuiti al Maestro ripartiti in varie sezioni: autografi, dubbi, di bottega, espunti, perduti e copie da originali perduti.

I dipinti vengono inoltre analizzati sulla base di un regesto documentario completo e di un ricchissimo apparato illustrativo. Lotto morì nel 1556 a Loreto (An), povero, solo, dimenticato, fuori moda, stanco e malato, dopo aver deciso di finire la vita come oblato a servizio del santuario. L’umile converso non sapeva che avrebbe vinto il tempo con la sua arte immortale.

Lorenzo Lotto. Catalogo generale dei dipinti,
di Enrico Maria Dal Pozzolo, con la collaborazione di Raffaella Poltronieri, Valentina Castegnaro e Marta Paraventi, 624 pp., 521 ill. col. e b/n, Skira, Milano 2022, € 95

Un particolare di «Ritratto di gentildonna nelle vesti di Lucrezia» (1533 ca) di Lorenzo Lotto, Londra, National Gallery

Arabella Cifani, 29 marzo 2022 | © Riproduzione riservata

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