L’uomo è un viaggiatore che esplora il mondo da migliaia di anni spostando il proprio orizzonte sempre più in là, dagli angoli più remoti della Terra alle profondità oceaniche, alle distanze siderali della volta celeste. L’epoca d’oro dell’esplorazione è sicuramente quella spaziale, immaginata dapprima nelle pagine di romanzi come «Dalla Terra alla Luna», scritto nel 1865 da Jules Verne, culminata nella stagione degli allunaggi: sei missioni condotte dalla Nasa nell’ambito del Programma Apollo che tra il 1968 e il 1972 hanno portato sul nostro luminoso satellite 12 astronauti. Un viaggio di circa 385.000 chilometri, che oggi sarebbe impercettibilmente più lungo poiché la Luna si allontana dalla Terra di 3,8 cm all’anno, e che hai i suoi eroi più famosi in Neil Armstrong e Buzz Aldrin, che a bordo dell’Apollo 11 raggiunsero e calpestarono per primi il suolo lunare il 20 luglio 1969 scesi dal modulo Eagle. L’immagine dell’iconica impronta, che fu accompagnata dall’altrettanto iconica frase «Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità», è tra le 450 fotografie d’epoca della NASA provenienti dalla collezione di Victor Martin-Malburet, messe all’asta dalla parigina Bonhams dal 14 al 28 aprile online.

Lo scatto dell’impronta sulla Luna immortalata da Buzz Aldrin, simbolo universale dell’esplorazione spaziale umana (con stima 5mila-7mila euro), è accompagnato da immagini rare e straordinarie come la prima che ritrae integralmente il nostro pianeta visto dallo spazio, da una distanza di circa 45mila chilometri, poco ore dopo il lancio, quando l’equipaggio era già oltre l’orbita terrestre. Scattata da Harrison Schmitt o Ronald Evans nel dicembre 1972, durante la missione Apollo 17, l’ultima del programma, si chiama «The Blue Marble» e ha una stima di 7mila-10mila euro. Al momento dello scatto il Sole era alle spalle degli astronauti, cui la Terra appariva come una brillante «biglia blu». Dagli anni Settanta questa immagine è il simbolo della fragilità e vulnerabilità del nostro pianeta. Intitolata «For All Mankind», l’asta offre un panorama completo dell’età dell’oro dell’esplorazione spaziale. Tra i lotti spiccano le prime fotografie scattate nello spazio e su un suolo extraterrestre, le prime attività extraveicolari nello spazio e sulla Luna, l’impronta sulla superficie lunare, il lato nascosto della Luna, mai visibile dalla Terra a causa della rotazione sincrona che le lega, l’iconica «Earthrise», prima immagine della Terra a colori scattata dall’uomo, più precisamente da William Anders il 24 dicembre 1968 durante la missione Apollo 8 (stima 12mila-18mila euro). Questa immagine in particolare è il più straordinario ribaltamento di prospettiva documentato dal genere umano, dove si vede la Terra, parzialmente inghiottita dal buio, sorgere sopra la superficie lunare. «Mai prima di allora il nostro pianeta era stato mostrato a colori dalla prospettiva di un altro corpo celeste. Un’immagine così potente che cambiò il punto di vista dell’intera umanità togliendo la Terra dal centro, ridimensionandone l’importanza, facendo sentire piccoli anche i suoi abitanti», commenta lo storico dell’arte James Fox.

La raccolta di immagini, con stime che partono da 300 euro, è stata messa insieme dal collezionista appassionato di spazio, Victor Martin-Malburet, che l’ha iniziata all’età di 15 anni partecipando a un’asta dedicata all’esplorazione spaziale con il padre, noto collezionista d’arte contemporanea. A proposito di un altro dei lotti offerti, il ritratto di Buzz Aldrin con Neil Armstrong che lo fotografa, il LM Eagle e la Terra riflessi nella sua visiera placcata in oro (stima 5mila-7mila euro), Victor Martin-Malburet afferma: «è una straordinaria composizione che racchiude lo spirito della missione Apollo 11 in un unico fotogramma. Sono rimasto sbalordito da questa famosa fotografia, che cosa può esserci di più sconvolgente del momento in cui gli umani hanno lasciato il loro pianeta e per la prima volta messo piede su un altro mondo? In un’epoca in cui la fotografia era ancora analogica, le stampe prodotte dalla NASA erano i tesori riportati dall’ignoto dagli astronauti, per tutta l’umanità». «Nel 2012, Bonhams ha organizzato un’asta storica a New York dedicata alle immagini spaziali terrestri e robotiche, mentre Pierre Cornette de Saint Cyr, già nel 1980, ha introdotto la fotografia nelle aste di Parigi, affermandola come una delle principali forme d’arte», ricorda Sabine Cornette de Saint Cyr, responsabile della vendita. A Houston, la NASA gestiva il laboratorio fotografico più avanzato al mondo, in collaborazione con Hasselblad, Zeiss (fotocamere e obiettivi) e Kodak (pellicole e carte). Destinate agli scienziati dell’agenzia per documentare e preparare le missioni, queste immagini furono solo in piccola parte svelate al pubblico. Oltre a queste fotografie, l’asta include immagini mai pubblicate dalla NASA, sepolte negli archivi scientifici e nelle collezioni di ex ingegneri della NASA. Presente anche l’unica fotografia di Neil Armstrong sulla Luna, scattata da Buzz Aldrin (stima 18mila-25mila euro).