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Operazioni di smontaggio del «Cristo Crocifisso con la Vergine, Maria Maddalena, Giovanni Evangelista e san Prospero» di Guercino nella Basilica della Ghiara a Reggio Emilia

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Operazioni di smontaggio del «Cristo Crocifisso con la Vergine, Maria Maddalena, Giovanni Evangelista e san Prospero» di Guercino nella Basilica della Ghiara a Reggio Emilia

La «Pala della Ghiara» si prepara per la mostra di Guercino a Roma

Il grande dipinto, rimosso dall’altare della Basilica a Reggio Emilia dove si trovava da 400 anni, è sottoposto a un restauro finalizzato a ripristinare la corretta adesione della tela al telaio

Stefano Luppi

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Uno dei principali dipinti del Guercino (Giovanni Francesco Barbieri, 1591-1666) tra quanti ancora conservati nelle chiese, la grande pala raffigurante «Cristo Crocifisso con la Vergine, Maria Maddalena, Giovanni Evangelista e san Prospero» della Basilica della Ghiara a Reggio Emilia, è «sceso» a inizio agosto dall’altare che lo ospita da quattrocento anni per essere restaurato.

A fine lavori la Pala sarà una delle opere della mostra «Guercino e i Ludovisi» (titolo provvisorio), dedicata alla famiglia del papa bolognese Gregorio XV Ludovisi (1554-1623) e all’impatto della cultura emiliana a Roma agli inizi del XVII secolo, in programma alle Scuderie del Quirinale dal 30 ottobre al 26 gennaio 2025 (a cura di Raffaella Morselli e Caterina Volpi).

La tela ha un ruolo molto importante non solo nella produzione del grande artista centese, ma anche per la storia reggiana. Nel 1624, infatti, il Consiglio generale degli anziani commissionò il lavoro a Barbieri per l’altare della Città, costruito a spese del Comune e dotato di stemma comunale sulla sommità. Il dipinto, la cui realizzazione venne preceduta da molti disegni di studio, fu poi eseguito tra quell’anno e quello successivo. Ancora oggi colpisce per l’impostazione solenne e monumentale della Croce e dei dolenti, resa in una atmosfera creata da una tavolozza scura e profonda e da una luce che con maestria evidenzia la plasticità dei corpi e degli abiti. Quando nel 1625 l’artista scortò a Reggio Emilia la sua opera finita, la città capì immediatamente di essere davanti a un vero e proprio simbolo per la comunità, tanto che al Guercino oltre ai 500 ducatoni d’argento dell’ingaggio fu anche donata una collana d’oro con la medaglia della Madonna della Ghiara. Negli anni precedenti l’artista avrebbe dovuto decorare la cupola della Basilica reggiana, ma era stato convocato nella Città Eterna dal papa bolognese. Reggio non si arrese e ottenne la Crocifissione.

L’intervento, finanziato dalle Scuderie del Quirinale, si è svolto nella Basilica stessa, vista l’ampiezza dell’opera che supera i 4 metri per 2 e mezzo. Nella prima fase ha operato la ditta M.a.g. Ecologica Comandini (Mercato Saraceno, Fc) che ha provveduto a rimuovere la pala dall’altare, delicata operazione di movimentazione svolta sotto la direzione di Maria Letizia Antoniacci. Il restauro vero e proprio si deve invece a Cristina Lusvardi del Laboratorio Restauro-Conservazione opere d’arte di Reggio Emilia, che ha provveduto a velinare le fasce perimetrali del dipinto, caratterizzate da gravi distacchi. L’opera è stata in seguito adagiata su una struttura di contenimento realizzata ad hoc, dove è rimasta due mesi all’interno di una bolla nella quale è stato sottratto l’ossigeno sostituito da azoto. Terminato questo trattamento, la restauratrice provvede ad asportare residui e polveri e a risanare le parti perimetrali della tela, fragili e spesso non più aderenti al telaio. L’operazione di ripristino della corretta adesione della tela al telaio è ovviamente imprescindibile per il trasporto della tela in mostra.

L’intervento è curato dal Comune di Reggio Emilia-Musei Civici in accordo con la Fabbriceria della Ghiara e la comunità dei Servi di Maria che si occupano della chiesa, dove al posto della pala è stata posizionata una copia fotografica in scala 1:1, realizzata dal fotografo Carlo Vannini.

«Cristo Crocifisso con la Vergine, Maria Maddalena, Giovanni Evangelista e san Prospero» di Guercino, Basilica della Ghiara, Reggio Emilia

Stefano Luppi, 03 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

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