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Silvano Manganaro
Leggi i suoi articoliIn qualche modo con le mostre-evento della Fondazione Malutta, la galleria Monitor ci aveva abituati a delle strampalate, strabilianti e strabordanti collettive; ma quello che ha preparato in questa occasione è davvero un’esposizione unica nel suo genere e indubbiamente di grande interesse.
Dal 5 giugno al 26 luglio, negli spazi di via Sforza Cesarini è ospitata la mostra «Una raccolta imprevista», ovvero, «Opere dalla Collezione di Anna e Claudio Verna». Non una mostra monografica su Verna (dal 2013 tra gli artisti «senior» della galleria romana), ma un’esposizione da lui stesso curata che ha come oggetto le opere donate a lui e alla moglie Anna nel corso di un’intera vita.
Come scrive lo stesso artista: «Questa collezione non è una collezione. È una storia lunga più di sessant’anni, fatta di amicizie, incontri, amori non sempre eterni, magari alleanze, ma tutti vissuti con passione e animo aperto». Dalla collezione artistica di un uomo (e di una donna) si possono capire moltissime cose benché, in questo caso, non ci sia dietro una volontà preordinata o un approccio collezionistico tradizionale.
Ancora, per lasciar parlare l’artista: «Molti dei lavori esposti sono frutto, come già detto, di scambi con altri artisti, altri regali solo qualche volta un po’ sospetti. Il tempo, come sempre, gioca il suo ruolo spietato e tutte le opere, senza distinzione, ne risentono: qualcuna è inevitabilmente scaduta, ma in compenso altre aumentato il loro impatto visivo e sembrano molto più belle di un tempo».
Insomma, una mostra con criteri assolutamente e irriducibilmente a-programmatici ma in grado di suscitare e stimolare la nostra curiosità. Tra le decine di artisti presenti, Aricò, Baruchello, Burri, Ceccobelli, Dadamaino, Dessì, Griffa, Maraniello, Melotti, Perilli, Perrone, Simonetti e Strazza.

Claudio e Anna Verna
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