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«Untitled, colour variant in Us Vogue» («Senza titolo, vari colori nel Vogue Us») (1949), di Irving Penn. © The Irving Penn Foundation (particolare)

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«Untitled, colour variant in Us Vogue» («Senza titolo, vari colori nel Vogue Us») (1949), di Irving Penn. © The Irving Penn Foundation (particolare)

La fotografia è donna al Mep di Parigi

Gli omaggi a Annie Ernaux e Lisa Fonssagrives-Penn

Luana De Micco

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Il 2024 si apre, dal 28 febbraio al 26 maggio, alla Mep-Maison européenne de la Photographie con due mostre-omaggio a due donne, famose in ambiti differenti, ma entrambe legate alla fotografia: la prima è Annie Ernaux, scrittrice premio Nobel per la Letteratura nel 2022, la seconda è Lisa Fonssagrives-Penn, una delle prime top model della storia, ma anche stilista, scultrice e fotografa.

La mostra «Extérieur. Annie Ernaux e la fotografia» analizza il rapporto privilegiato che la scrittrice francese ha tessuto con la fotografia sin dalla sua infanzia. Ernaux (nata in Normandia nel 1940) è stata insegnante di lettere moderne in un liceo fino al 2000, quando ha deciso di lasciare la scuola per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Fra i suoi romanzi più famosi L’evenement del 2000 e Les Années del 2008. Dagli anni ’70 è anche militante femminista e nei suoi volumi, con uno stile spoglio di lirismi, ha spesso parlato di donne. Tra gli altri temi di predilezione, l’identità, la memoria, la condizione umana.

La Mep cita Journal du déhors, uno scritto del 1993 in cui Ernaux racconta la vita quotidiana degli abitanti di Cergy-Pontoise, cittadina della periferia parigina, delle persone che ha incrociato nelle strade, nei supermercati, sui treni, tra il 1985 e il 1992. Alcuni passaggi del libro sono messi in relazione a una selezione di fotografie della collezione della Mep. In tutto sono esposti circa 150 scatti di Claude Dityvon, Dolorès Marat, Daido Moriyama, Janine Niepce o ancora Henry Wessel e Bernard Pierre Wolff. «Le immagini e gli scritti, spiega la Mep, rivelano come degli eventi ordinari, apparentemente insignificanti, osservati in città, rinviano a disuguaglianze e stereotipi sociali più ampi».

La seconda mostra, «Lisa Fonssagrives-Penn. Icona della moda», è stata resa possibile anche grazie a un dono di Tom Penn, figlio di Lisa Fonssagrives-Penn e del grande fotografo Irving Penn, che ha ceduto all’istituzione parigina un fondo importante di fotografie appartenuto alla madre. Lisa Fonssagrives-Penn (1911-92), di origini svedesi e dall’elegante silhouette, fu il volto di Dior nel secondo dopoguerra e dei più celebri magazine di moda, da «Vogue» a «Harper’s Bazaar». Nel 1950 sposò Irving Penn che l’aveva immortalata in un abito firmato Antonio del Castillo per Lanvin per la copertina di «Vogue US» del novembre 1949.
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Nello stesso anno, Lisa Fonssagrives-Penn fu sulla copertina di «Time»: aveva 38 anni ed era all’apice della sua carriera. Sono allestiti scatti di Fernand Fonssagrives, il suo primo marito, Horst P. Horst, Georges Platt Lynes, Louise Dahl-Wolfe, Richard Avedon, Frances McLaughlin-Gill, prima fotografa a lavorare sotto contratto con «Vogue», diventata sua grande amica, ed Erwin Blumenfeld, che la immortalò sospesa alla Tour Eiffel con indosso un abito di Lucien Lelong. La Mep sottolinea che Lisa Fonssagrives-Penn non fu solo una supermodella, ma che «partecipò pienamente all’elaborazione delle fotografie per le quali posava». Scatti per lo più realizzati in studio «che richiedevano ore di preparazione e una vera complicità tra il fotografo e la sua modella».

Luana De Micco, 26 febbraio 2024 | © Riproduzione riservata

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