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Matteo Mottin
Leggi i suoi articoliMolte delle biografi e scritte seguendo un ordine cronologico rischiano di risultare abbastanza noiose quando trattano dell’infanzia del protagonista; si fanno via via più interessanti nei capitoli centrali, dagli anni di formazione all’età matura, per poi rovinare in un vortice di catastrofica tristezza verso la conclusione del libro, conclusione che, per forza di cose, va a coincidere con quella della vita del personaggio principale. Questo non è affatto il caso del volume di Paolo Campiglio su Lucio Fontana uscito a fine settembre. È quasi un peccato farne un riassunto, perché si rischierebbe di guastare l’atmosfera di una biografia che si legge come un romanzo, dove le sfumature del carattere dell’artista (Rosario, Argentina, 1899-Comabbio, 1968) emergono gradualmente nel corso della narrazione e acquistano complessità e definizione in seguito a scoperte, incontri, felicità e delusioni, proprio come nell’esistenza di tutti.
Sembra assurdo poter pensare di rivelare troppo di un libro che tratta la vita di uno degli artisti italiani più noti del secolo scorso, un artista che ha goduto di un fortissimo interesse del mercato nell’ultimo decennio, e di cui si è da sempre scritto e discusso, ma Campiglio, grazie a un monumentale e meticoloso lavoro di ricerca durato più di trent’anni, riesce a regalarci sorprese, aneddoti e curiosità a ogni pagina. Una di queste riguarda
il padre Luigi, scultore, che prima di emigrare in Argentina frequentò Brera insieme a Giuseppe Pellizza da Volpedo e Medardo Rosso.
Ma il volume è molto più che una raccolta di fatti curiosi: a renderlo davvero interessante, al di là delle molte informazioni per la prima volta pubbliche e consultabili, è il modo in cui l’autore ha deciso di organizzare la narrazione, bilanciando informazioni su vita, lavoro e ricerca, facendo gradualmente a orare influenze e connessioni, e creando uno strumento utile per comprendere la nascita e l’evoluzione del pensiero di Fontana. Leggendo alcuni di questi fatti è difficile non pensare all’influenza che hanno avuto sulle sue opere: una delle storie della buonanotte preferite dal piccolo Lucio era Dalla Terra alla Luna di Jules Verne; Fontana si arruola come volontario nell’Esercito italiano durante la Grande guerra, combatte al fronte, e al suo ritorno abbandona per un paio d’anni la vita civile e va a lavorare come gaucho nella pampa argentina, passando le notti a osservare gli sconfi nati cieli stellati; tornato in Italia, si iscrive all’Accademia di Brera e diventa il miglior allievo di Adolfo Wildt, un artista per cui il concetto di vuoto fu centrale, che modellava i volumi delle sue sculture per renderle adatte ad accogliere ombre e rifl essi.
Solo questi pochi episodi basterebbero a tracciare un percorso che porta ai «Concetti spaziali» e alle «Attese», lavori in cui la materia si fa contenitore di idee e pensiero, e leggendo che il primo compito che Wildt a dava ai suoi studenti alla Scuola del marmo era quello di scolpire un uovo, non possiamo non pensare alla forma delle opere della serie «La fine di Dio». Il libro è ricco di immagini: alcune inedite, come le foto di famiglia, altre rare, in cui Fontana è ritratto con altri artisti, tra cui l’amico e compagno di studi Fausto Melotti, e giovani di cui supportava il lavoro, come Yves Klein e Yayoi Kusama, e altre molto note, come quella in cui visita i resti del suo studio a Milano, distrutto dai bombardamenti della guerra; immagine che fu ripresa da Alfredo Jaar per il suo Padiglione del Cile alla Biennale di Venezia del 2013: stampata in gigantografi a all’ingresso della mostra, per l’artista cileno rappresentava un simbolo della rinascita di un Paese distrutto, che fu rimesso sulla mappa mondiale anche grazie al lavoro di un gruppo di registi, scrittori, poeti e artisti, tra i quali annovera appunto Fontana. Una figura che ha ispirato e continua a ispirare non solo con il suo lavoro, ma anche attraverso il suo percorso di vita.
Lucio Fontana. La possibilità di un oltre
di Paolo Campiglio, 368 pp., ill. b/n, Johan & Levi, Milano 2025, € 40
La copertina del volume
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