Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliUna «Madonna col Bambino», una tempera su tavola del secondo quarto del ’400, variante del tema della Madonna dell’Umiltà, sta seduta su un cuscino tenendo in mano una melagrana, mentre il Bambino in mano tiene un uccellino. Nascosta da una pesante ridipintura seicentesca, la mano di Stefano di Giovanni, meglio noto come il Sassetta (attivo a Siena dal 1423 al 1450), è stata individuata da Alessandro Bagnoli e recuperata dal restauro di Barbara Schleicher.
Dal 14 marzo è esposta nella mostra «Sassetta e il suo tempo. Uno sguardo all’arte senese del primo Quattrocento», a cura di Bagnoli, allestita fino al 14 luglio nel Museo di San Pietro all’Orto di Massa Marittima (Grosseto). Si colma così un vuoto, l’assenza di mostre monografiche dedicate a colui che il curatore definisce il «pittore più importante nella Siena della prima metà del Quattrocento, che accolse le novità prospettiche del primo Rinascimento fiorentino, senza rinunciare a innervarle del decorativismo e delle preziosità materiche ereditate dalla grande lezione della pittura di Simone Martini e di Ambrogio Lorenzetti. L’ultima occasione in cui sono state raccolte alcune opere dell’artista fu nel 2010 per la mostra senese “Da Jacopo della Quercia a Donatello”».
La rassegna raccoglie i frutti del lungo lavoro sul territorio di Bagnoli, storico dell’arte funzionario della Soprintendenza di Siena e Grosseto dal 1980 al 2018. Un nuovo appuntamento, dopo Ambrogio Lorenzetti, con l’arte senese in questa sede, prendendo spunto da un’opera qui permanentemente esposta: l’Arcangelo Gabriele del Sassetta che non ha potuto essere ricongiunta, nemmeno temporaneamente, con la Vergine Annunciata oggi della Yale University Art Gallery a New Haven.
Oltre all’inedita «Madonna col Bambino», proveniente dalla pieve di San Giovanni Battista a Molli (Sovicille), diverse sono le novità nel percorso espositivo composto da una cinquantina di opere di cui 26 di Sassetta. Le altre appartengono ad artisti attivi nel medesimo contesto di cui vengono individuati nuovi profili. «La mostra propone nuove ricostruzioni e accostamenti di opere smembrate del Sassetta, racconta Bagnoli. Presenta inoltre le opere di Nastagio di Guasparre, un nuovo nome nel panorama artistico del periodo tardogotico senese, e altre inedite di autori contemporanei e culturalmente affini al Sassetta. Oltre ai pittori è presente anche lo scultore Domenico di Niccolò dei cori, capace di tradurre nell’intaglio ligneo lo stile sofisticato e astratto del Sassetta. Di questo artista è presentata per la prima volta una piccola scultura con le Stigmate di San Francesco, intagliata per un coro ligneo».
Si può ammirare la «Madonna con Bambino» proveniente dal Museo dell’Opera di Siena, recentemente restaurata dal Fai, e la «Madonna delle ciliegie» dal Museo di Grosseto, mentre tra le opere della Pinacoteca Nazionale di Siena c’è la tavoletta del «Sant’Antonio bastonato dai diavoli» con altri frammenti della famosa pala commissionata a Sassetta dall’Arte della lana, per la quale si propone una nuova ricostruzione.
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