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Statua di fanciullo con palla, Basilica di San Casciano © SABAP-SI, Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi. Foto di Claudia Petrini

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Statua di fanciullo con palla, Basilica di San Casciano © SABAP-SI, Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi. Foto di Claudia Petrini

La settimana del MiC in otto notizie | 9 dicembre 2024

Riaperto dopo 52 anni Palazzo Citterio • Presentati i ritrovamenti di San Casciano • Conclusi i restauri della Basilica di Santa Maria del Popolo • L’arte campanaria patrimonio Unesco • Al via il restauro di San Miniato al Monte

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Palazzo Citterio, riaperto dopo 52 anni
È stato inaugurato sabato 7 dicembre dopo 52 anni di chiusura Palazzo Citterio, ed è regolarmente aperto al pubblico da domenica 8. Si realizza così l’ampliamento della Pinacoteca di Brera con l’esposizione di oltre 200 opere della collezione Jesi e Vitali di importanti autori internazionali di artisti quali Carrà, Morandi, Boccioni, Modigliani, Picasso, Braque, allestite da Mario Cucinella, più due importanti mostre. «Un atto che consente di pensare l’edificio di Brera come un unicum al mondo che corona il sogno di Franco Russoli di realizzare la Grande Brera», spiega il Direttore Generale Angelo Crespi. Fino a maggio si entrerà in una fase di «rodaggio», aprendo dal giovedì alla domenica dalle 14 alle 19. Il biglietto (12 euro, preferibilmente da prenotare online) è al momento separato da quello della Pinacoteca di Brera, di cui è parte. Occorre infatti monitorare con attenzione i flussi, essendo gli spazi di Palazzo Citterio di gran lunga più ridotti rispetto a quelli della Pinacoteca, che nel 2024 ha accolto oltre 500mila persone. Fino al 9 marzo la rassegna «La Grande Brera. Una comunità di arti e scienze», curata da Luca Molinari, racconta le vicende architettoniche e delle comunità che hanno vissuto l’edificio di Brera fin dal 1500. Da segnalare infine  la presentazione di una parte dell’opera digitale «Renaissance Dreams» di Refik Anadol, visibile fino al 30 marzo  nel ledwall all’ingresso di Palazzo Citterio: un dataset monumentale costituito da immagini e testi, prodotti tra il 1300 e il 1600 in Italia, elaborato e rivisitato da algoritmi che mutano forme, colori e creano suoni originali.

Presentati i ritrovamenti avvenuti nel santuario etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano
Gli scavi hanno riportato alla luce il temenos, il muro di recinzione dello spazio sacro che racchiudeva vari edifici tra cui il tempio costruito attorno alla grande vasca sacra. Un edificio più antico, o forse un grande recinto, costruito in blocchi di travertino già in età etrusca circondava la sorgente del Bagno Grande, almeno dal III secolo a.C. Lo scavo ha messo in luce gran parte della vasca più antica, poi ricostruita tra i regni degli imperatori Tiberio e Claudio. All’esterno del tempio resti di doni e cerimonie avvenute nei secoli con deposizioni di lucerne, unguentari di vetro, bronzetti votivi, ex voto anatomici in terracotta dipinta e foglie d’oro; all’interno della vasca sacra la stratificazione dei doni votivi protetta dall’acqua termale e dal fango argilloso. E poi ancora quattro nuove statue, braccia, teste votive e gambe iscritte, strumenti del rito, come un’elegante lucerna o un piccolo toro in bronzo, una corona e di un anello d’oro, gemme, ambra e altri gioielli, e molto altro ancora. «San Casciano è un luogo a me caro. Qui mi è venuta l’idea di un piano Olivetti per la cultura, ossia di stabilire un legame tra borghi, periferie, città. Questo degli scavi di San Casciano dei Bagni è un progetto che nasce in una comunità straordinaria, con ritrovamenti che inducono il MiC a sostenerlo fortemente, affinché l’area archeologica e i beni in essa ritrovati possano essere valorizzati al meglio e la struttura museale prenda forma nel più breve tempo possibile. Quello di San Casciano è un progetto di assoluto rilievo per il MiC», ha dichiarato il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli.

Conclusi i restauri della Basilica di Santa Maria del Popolo
Terminati dopo due anni i lavori che hanno interessato le superfici architettoniche, i dipinti e le sculture che decorano la navata centrale e il transetto della chiesa agostiniana, costruita nel Quattrocento per volontà di Sisto IV su una precedente cappella edificata sotto papa Pasquale II a spese del popolo romano, da cui deriva il nome della basilica. Nel corso dei secoli, Santa Maria del Popolo è stata arricchita e modificata per mano di  architetti e artisti come Bramante, Raffaello, Caravaggio e Bernini, divenendo uno dei più importanti esempi della commistione tra arte e architettura rinascimentale e barocca. «Il progetto che ha interessato lo splendido restauro di Santa Maria del Popolo da una parte è frutto della virtuosa collaborazione tra pubblico e privato, dall’altro offre materia di dibattito sul prezioso ruolo delle Soprintendenze. Sono proprio le Soprintendenze il punto di incontro diretto con le amministrazioni locali e la cittadinanza, per esercitare la tutela, conservare e trasmettere alle generazioni future i valori del patrimonio culturale italiano», ha dichiarato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli. « La Basilica di Santa Maria del Popolo, oltre a essere un luogo di culto di grande importanza, è custode del genio creativo di maestri come Pinturicchio, Raffaello, Caravaggio e Bernini, i cui capolavori hanno contribuito a definire il volto della nostra civiltà. La conclusione di questi complessi e importanti lavori restituisce il ruolo cruciale che il Fondo Edifici di Culto svolge nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio storico e artistico del nostro Paese», ha aggiunto il Ministro degli interni Matteo Piantedosi. 

Dal 21 dicembre tornerà visitabile il Corridoio Vasariano
Sarà inaugurato alla presenza del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, dopo otto anni di lavori di restauro e adeguamento, il Corridoio Vasariano, la passeggiata aerea che unisce gli Uffizi a Palazzo Pitti progettata nel 1565 da Giorgio Vasari su iniziativa di Cosimo I de’ Medici per consentire ai Granduchi di muoversi in sicurezza dalla loro residenza privata di Palazzo Pitti alla sede del Governo in Palazzo Vecchio. Un totale di 760 metri che partono dal corridoio di Ponente degli Uffizi fino all’uscita situata accanto alla Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli, un camminamento che attraversa e costeggia l’Arno, i palazzi, la Torre de’ Mannelli, la Chiesa di Santa Felicita. Sarà visitabile a ingressi contingentati e con un biglietto speciale dal martedì alla domenica.

Numeri record al Colosseo
Bilancio positivo e numeri in crescita per il Parco archeologico del Colosseo a otto mesi dall’introduzione della nuova gestione della bigliettazione. «Innanzitutto, i dati relativi fino al 30 ottobre dell’anno corrente evidenziano un incremento significativo nelle vendite dei biglietti, con valori già superiori a quelli registrati nel 2023 e più alti rispetto ai 12.298.254 dell’intero anno passato. Numeri che evidenziano l’attrattività del Parco, nonostante il turismo possa essere frenato dalla presenza di numerosi cantieri attivi nella città di Roma. A questi numeri si aggiunge una tangibile riduzione del grave fenomeno del secondary ticketing, che aveva determinato serie difficoltà agli operatori del settore e ora reso assolutamente marginale dalla non modificabilità del biglietto nominativo nelle ultime 72 ore prima della visita», spiegano dal Parco Archeologico. Un’altra novità riguarda il numero di visitatori per gruppo fissato a 25, per garantire sia la tutela del bene sia la migliore fruizione del percorso. «La prossima apertura del Giubileo costituirà una nuova sfida per tutti coloro che, a diverso titolo, lavorano per proporre ai turisti e ai pellegrini un’immagine positiva della Città di Roma. E in questo senso il Parco archeologico del Colosseo intensificherà la collaborazione con tutti gli operatori del settore al fine di migliorare ulteriormente il servizio offerto e renderlo degno di una Capitale europea».  

La storia dell’Autostrada del Sole in mostra alla GNAM
È aperta fino al 28 febbraio la mostra curata dal Ministero della Cultura e da Cinecittà, dedicata al racconto della storia dell’Autostrada del Sole, dalla posa della prima pietra nel 1956 fino all’inaugurazione nel 1964, attraverso le fotografie di Luca Campigotto, Silvia Camporesi e Barbara Cannizzaro, in dialogo con immagini storiche provenienti dall’Archivio Luce. «Un viaggio visivo che rivela al contempo le trasformazioni culturali e sociali legate all’Autostrada del Sole, soffermandosi su opere cinematografiche, saggi e articoli che ne hanno raccontato l’impatto. Capolavori come “Ieri, oggi, domani” di Vittorio De Sica, premiato con l’Oscar, o documentari come “Viadotto sull’Aglio” di Carlo Nebiolo, testimoniano come questa arteria sia diventata un simbolo della modernità italiana. La realizzazione dell’opera, completata in soli otto anni, in anticipo rispetto alle tempistiche previste è una testimonianza delle sfide ingegneristiche, economiche e organizzative affrontate e superate con successo. Un viaggio che iniziò il 19 maggio 1956 a San Donato Milanese, alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, e si concluse il 4 ottobre 1964 a Firenze, con l’inaugurazione da parte del Presidente del Consiglio Aldo Moro», spiegano dal Ministero della Cultura.

L’arte campanaria patrimonio Unesco
La XIX sessione del Comitato Intergovernativo della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, svoltasi ad Asunción, Repubblica del Paraguay, dal 2 al 7 dicembre scorso, ha proclamato l’estensione all’Italia del riconoscimento UNESCO dell’Arte Campanaria tradizionale quale Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. È stato riconosciuto un insieme di componenti materiali e immateriali che vanno dalle tecniche di suonata delle campane, alla loro realizzazione, alle strutture architettoniche delle celle campanarie e dei Campanili. «Voglio dedicare questo riconoscimento alle nuove generazioni, affinché possano continuare a preservare l’arte tradizionale dei campanari.  Quel suono che proviene da migliaia di campanili sparsi in borghi e comuni di tutta Italia, tocca la nostra anima. È il famoso “suono della domenica”, evocato da Zucchero in una sua splendida canzone, che scandisce da sempre i nostri giorni di festa», ha commentato il Sottosegretario di Stato alla Cultura, Gianmarco Mazzi.

Al via il restauro e la messa in sicurezza di San Miniato al Monte
Messa in sicurezza sismica, consolidamento della copertura, riparazione di lesioni sulle murature e rinforzo dei pilastri della cripta, restauro dei marmi policromi della facciata. Sono alcuni degli interventi che interessano la basilica e il campanile di uno dei monumenti dell’architettura medioevale più iconici di Firenze, dedicato al martire cristiano del III secolo. Promosso dall’Agenzia del Demanio e finanziato dal Ministero della Cultura con fondi PNRR per oltre 3,6 milioni di euro, l’intervento è realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. Il cantiere, aperto e trasparente, garantirà l’ingresso alla basilica durante i lavori con percorsi guidati. La basilica rimarrà aperta a fedeli, visitatori e turisti e potrà essere visitata con percorsi guidati per assistere alle fasi di recupero e osservare da vicino il restauro dell’aquila di rame dorato, che sarà trasferita dalla cima della basilica al suo interno, protetta in un laboratorio trasparente. Per rendere l’esperienza più immersiva e suggestiva, saranno realizzate installazioni di video mapping, utilizzando i teli dei ponteggi sulla facciata per proiezioni e spettacoli di luce.

 

Redazione online, 09 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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