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«Where The Dwellers Law» (2022), di Dana Awartani. Foto: Lance Gerber. Cortesia Royal Commission for AlUla

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«Where The Dwellers Law» (2022), di Dana Awartani. Foto: Lance Gerber. Cortesia Royal Commission for AlUla

La terza volta di «Desert X»

La rassegna d’arte ambientale quest’anno porta il titolo «In the Presence of Absence» e ha luogo durante l’AlUla Arts Festival

Maurita Cardone

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Il deserto è luogo di miraggi dove i sensi si smarriscono ed emergono visioni chimeriche. Se ci si mette anche l’arte, l’effetto è completo. Dal 9 febbraio al 23 marzo, nel deserto di AlUla, in Arabia Saudita, torna per la terza volta «Desert X», rassegna di arte ambientale site specific che si svolge ad anni alterni nella Coachella Valley, in California, e in questa antica oasi a tre ore da Medina, dove è parte dell’AlUla Arts Festival (9 febbraio-2 marzo).

Quest’anno Desert X AlUla porta il titolo «In the Presence of Absence», è curata da Maya El Khalil e Marcello Dantas e coinvolge artisti come Jim Denevan, Serge Attukwei Clottey, Dana Awartani e Giuseppe Penone. Il tema invita gli artisti ad approfondire l’invisibile e l’intangibile, incoraggiandoli a svelare ciò che si nasconde nell’apparente aridità desertica e a esplorare le forze invisibili che modellano la nostra percezione del mondo. La cruda bellezza del deserto diventa campo di indagine dei confini tra presenza e assenza, tra apparente e reale.

«More than Meets the Eye», a Maraya, AlUla, curata da Effat Abdullah Fadag, presenta una serie di opere d’arte e materiale d’archivio di importanti artisti sauditi come Muhannad Shono, Ahmed Mater, Dana Awartani, Abdulhalim Radwi e altri, in prestito da importanti collezionisti dell’Arabia Saudita. La mostra mira a riorientare il modo in cui la storia dell’arte saudita viene inquadrata e documentata. Due mostre e un’installazione di land art di Manal AlDowayan, l’artista che rappresenta l’Arabia Saudita alla Biennale di Venezia, come parte del programma pre-apertura di Wadi AlFann che, dal 2026, sarà un parco d’arte che ospiterà permanentemente decine di sculture nel paesaggio desertico del wadi.

Aggirandosi tra la distesa riarsa di Wadi AlFann, il terreno vulcanico di Harrat Uwayrid e le rovine della stazione ferroviaria di AlManshiyah, il visitatore incontrerà installazioni artistiche che interagiscono con la topografia e l’atmosfera sospesa del deserto, creando una sinfonia di arte e natura. Le dune, il vento, la luce e i resti di antiche civiltà partecipano alla creazione artistica intrecciandosi con le installazioni: i confini tra arte e natura si dissolvono e il deserto stesso diventa una tela vivente.

L’AlUla Arts Festival e Desert X AlUla nascono con l’idea di favorire lo scambio culturale e promuovere il ricco patrimonio artistico di AlUla, sede, tra l’altro, del sito Unesco di Hegra, in linea con la visione della Royal Commission for AlUla di farne una destinazione globale per l’arte e la cultura (progetto che ha provocato non poche polemiche soprattutto in Francia, partner del progetto, per le politiche contrarie ai diritti umani portate avanti dal Paese mediorientale). L’AlUla Arts Festival, celebrazione di arte contemporanea, design e cinema, mette in mostra il lavoro di artisti sauditi e internazionali, fornendo una piattaforma per l’esplorazione creativa e il coinvolgimento della comunità.

Leggi anche:
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La Biennale di AlUla torna nel deserto

«Where The Dwellers Law» (2022), di Dana Awartani. Foto: Lance Gerber. Cortesia Royal Commission for AlUla

Maurita Cardone, 07 febbraio 2024 | © Riproduzione riservata

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