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Graziella Melania Geraci
Leggi i suoi articoliLo studio per la creazione di nuovi percorsi turistici con la collaborazione delle comunità locali, il restauro, la tutela e la sostenibilità dei siti archeologici, una piattaforma digitale dedicata al patrimonio culturale tangibile e intangibile, la creazione di una polizia turistica che contrasti il commercio illegale dei reperti, progetti con la Cooperazione italiana, accordi per la formazione con l’Università di Salerno: questi alcuni dei punti della proposta culturale e turistica per il rilancio di una nuova Siria, secondo le parole del ministro della Cultura, Mohammed Yassin Saleh, dal ministro del Turismo, Mazen Al Salhani e di Anas Haj Zidan, direttore generale delle Antichità e dei Musei della Siria al convegno «Syria: cradle of civilization, tourism and culture renaissance. Historical memory, future prospects», svoltosi a Paestum in occasione della XXVII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.
Proprio alla Borsa si è costruito un dialogo costante con la Siria grazie anche alla presenza di Mohamad Saleh, ultimo direttore per il turismo di Palmira, al gemellaggio con il Comune di Capaccio-Paestum e alla costituzione del Premio «Palmyra» dedicato alle scoperte archeologiche. Il direttore generale delle Antichità e dei Musei della Siria racconta l’ancora difficile situazione: «Dopo quindici anni di sofferenza e distruzione siamo qui per dare prospettive contemporanee al nostro Paese e proporre collaborazioni con l’esterno, ma abbiamo iniziato a lavorare solo nove mesi fa, attualmente abbiamo il supporto di tutte le agenzie nazionali e internazionali per restaurare i nostri siti archeologici, afferma Zidan citando Palmira, ma anche gli altri siti inseriti nella lista dei luoghi in pericolo per l’Unesco. Il prossimo anno contiamo di cancellare dall’elenco di quelli a rischio almeno Bosra e Qal’at Salah al-Din, sui quali stiamo svolgendo operazioni di recupero, come per i circa quaranta siti nel Nord-ovest della Siria. Ci siamo attivati anche con i musei archeologici, che ora sono tutti fruibili e dove sono ritornati i reperti che furono spostati per sicurezza nei depositi».
Sul commercio illecito e il traffico di antichità, anche sui social Zidan minimizza affermando che l’istituzione della polizia turistica sta contrastando attivamente tale mercato. Mazen Al Salhani, lanciando un appello affinché i giovani fuggiti a causa della guerra ritornino in patria per ricostruirla rinnovata e moderna, ha descritto alcune delle azioni messe in atto dal Ministero del Turismo: «Abbiamo ricostruito diciassette scuole alberghiere e sette istituti, contemporaneamente lavoriamo per riformarne l’offerta formativa per essere a livello del turismo mondiale. L’accordo stipulato tra l’Università di Salerno e quella di Damasco si basa infatti proprio sulla volontà di uno scambio di esperienze nel campo dello studio. Il rilancio di una nuova immagine della Siria passa anche attraverso la realizzazione di una piattaforma online di libero accesso sia per l’insegnamento sia per il mondo del lavoro».
Le innumerevoli iniziative e relazioni della nuova Siria sembrano avere buone prospettive anche se la ricostruzione sarà lunga. Il ministro della Cultura, certo di un passato storico importante e di beni culturali fondamentali per lo sviluppo della Nazione, ha confermato la costruzione di un cammino che riparta proprio da queste eredità: «Guardiamo al patrimonio come a un ponte che collega il passato al futuro, vogliamo recuperare la pace del passato e guardare alla nostra identità culturale quale ricchezza a cui riferirci!».
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