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Fabrizio Sudano, direttore dell’Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

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Fabrizio Sudano, direttore dell’Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

MArRC: l’Intelligenza Artificiale entra nella casa dei Bronzi di Riace

Da due anni alla direzione dell’Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Fabrizio Sudano racconta progetti e prospettive del prestigioso museo sempre più dinamico e vivo, all’insegna dell’interdisciplinarietà e del digitale

Graziella Melania Geraci

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Trasformare la visione dei Bronzi di Riace in un’esperienza totale, questo uno degli obiettivi che si propone di raggiungere alla fine del proprio mandato Fabrizio Sudano, direttore del MArRC, Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. In carica fino al 2028 ha, in meno di due anni (è stato nominato a dicembre 2023, Ndr), cambiato prospettive per un museo che, a suo dire, non aveva carenza di organico, aveva già rilevanti numeri di visitatori (da 229.433 nel 2024 sono cresciuti a 239.505 nel 2025) ma che seguiva uno standard «ancora un po’ vecchio stile, soprattutto dal punto di vista amministrativo. Ci è voluto qualche mese, spiega Sudano, per regolarizzare le competenze di ciascuno e utilizzarle al meglio, per sistemare alcuni settori strategici che erano totalmente assenti. Facciamo tutela, ricerca e molto altro, ma mancava ad esempio, un settore che si occupasse della valorizzazione degli eventi (perché inglobato all’interno dell’ufficio tecnico). La sua autonomia ha permesso non solo di ricollocare personale più competente e idoneo, ma anche di dedicare parte del bilancio a più iniziative, conferenze, presentazioni di libri, eventi di associazioni, insomma siamo uno spazio aperto». Gli eventi del MArRC confermano la nuova impronta: «L’idea è realizzare anche solo una mostra importante all’anno e concentrare gli sforzi economici. Nel 2024, fino a marzo 2025, abbiamo ospitato “Gli dèi ritornano. I Bronzi di San Casciano”, dal grande appeal mediatico e scientifico, su cui abbiamo puntato nonostante le tappe precedenti: in uno spazio più ampio abbiamo dato la possibilità di vedere in un unico luogo due importantissime scoperte archeologiche, distanti tra loro, ma legate dallo stesso materiale, il bronzo».

Dal 19 dicembre (fino al 19 aprile 2026) al MArRC è in programma «Gianni Versace. Terra Mater. Magna Graecia Roots Tribute», mostra dedicata allo stilista calabrese. «La rassegna vuole creare suggestioni capaci di far capire al visitatore quanto la cifra stilistica di Versace sia derivata dai suoi trascorsi reggini, raccontando l’immaginario archeologico da cui ha tratto ispirazione per i suoi abiti, dichiara Sudano, curatore della mostra insieme con Sabina Albano. Gli oltre 400 elementi espositivi seguono un allestimento pensato ad hoc in cui le creazioni dello stilista sono in dialogo con i reperti del museo e con quelli provenienti da altre istituzioni italiane. Vi sono anche foto storiche per illustrare come le scelte dal punto di vista stilistico e decorativo rimandino alla Magna Grecia. A far sì che in questi quattro mesi Reggio Calabria diventi la città di Versace hanno dato il proprio contributo più istituzioni tra le quali, Regione Calabria e Comune di Reggio, autorità portuali e aeroportuali, trasporti pubblici, università, accademia e Calabria Film Commission». 

Inoltre, il MArRC sta lavorando per essere presente nei vari Istituti italiani di cultura all’estero attraverso mostre documentali come ad esempio quella sulle foto dei Bronzi di Luigi Spina. Grazie al Pnrr il Museo è riuscito nell’efficientamento energetico e sta lavorando per l’implementazione dell’accessibilità culturale, cognitiva e fisica con uno sguardo alla tecnologia. La vera novità, infatti, è il «Masterpiece box: Bronzi di Riace a 360°», progetto che, spiega con entusiasmo Sudano, «consentirà all’Intelligenza Artificiale di approfondire i Bronzi di Riace, sia a livello scientifico che documentale. Saranno consultabili il restauro, le ipotesi, le interpretazioni grazie ai documenti inediti che vengono da Firenze, dove le carte dopo il primo restauro erano rimaste in archivio, a quelli ancora conservati all’Icr di Roma e a quelli presenti in Museo. Siamo stati i primi tra i vincitori di un bando nazionale della Digital Library e il progetto verrà completato entro giugno 2026: ora siamo in fase di acquisizione di tutta la documentazione che servirà per allenare l’IA». Oltre allo sviluppo di un’app che arricchisce la visita e ai progetti studiati per le scuole, è previsto anche il rinnovo dell’allestimento. «Il racconto del museo va ripensato e la visita ai Bronzi in particolare va trasformata con un percorso scientifico mirato che parta già prima dell’ingresso nella Sala a loro dedicata. L’auspicio è di realizzare tutto questo entro la fine del mandato».

Una veduta della Sala dei Bronzi di Riace all’Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

Graziella Melania Geraci, 10 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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