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Friedrich Heyser, «Ophelia», 1900 ca, Museum Wiesbaden (particolare)

Foto tratta da Wikipedia

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Friedrich Heyser, «Ophelia», 1900 ca, Museum Wiesbaden (particolare)

Foto tratta da Wikipedia

Le fan di Taylor Swift invadono il Museum Wiesbaden

Tra le scene del videoclip di «The Fate of Ophelia», brano del nuovo album, si suppone che la cantautrice statunitense interpreti la protagonista del dipinto del pittore Friedrich Heyser, conservato nell’istituzione tedesca

Cecilia Paccagnella

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Ha debuttato a inizio ottobre il nuovo album della cantautrice statunitense Taylor Swift: «The Life of a Showgirl». La prima delle tredici tracce, oltre ad essere ricorrente nelle programmazioni delle stazioni radio, ha condotto i fan a visitare il Museum Wiesbaden, nell’omonima città a ovest della Germania.

Il motivo? Ammirare da vicino un dipinto del pittore tedesco Friedrich Heyser (1857-1921) a cui Taylor Swift si pensa si sia ispirata per alcune scene del videoclip del brano «The Fate of Ophelia».

«Al momento stiamo vivendo un vero e proprio boom di “Ophelia” e ne siamo piuttosto sorpresi e felici, ha dichiarato il 16 ottobre Susanne Hirschmann, portavoce del museo. Ad essere sinceri, è stato uno shock. Abbiamo una collega che ha un’amica fan di Swift e lei ha notato che la scena iniziale del video aveva una somiglianza [con il dipinto di Heyser] e abbiamo pensato: wow, che coincidenza, è emozionante».

Con oltre 72 milioni di visualizzazioni in soli 15 giorni, il filmato racconta la vicenda a lieto fine della «figlia maggiore di un nobile» che «viveva nel mondo delle fantasie». Un epilogo tutt’altro che fedele alla tragedia shakespeariana Amleto (1623).

Inizialmente, molti pensavano avesse preso ispirazione dall’«Ophelia» (1851-52) del pittore inglese John Everett Millais (1829-96) conservata alla Tate Britain di Londra, ma gli sguardi più attenti, grazie anche alla diffusione di notizie tramite social media, hanno notato che il dipinto di inizio Novecento conservato in Germania potesse essere più vicino all’interpretazione «swiftiana».

Il museo, che quest’anno celebra il 200mo anniversario (fu istituito nel 1825 e aperto al pubblico nel 1915), è stato colto completamente alla sprovvista dall’imponente flusso di giovani donne e ragazze, ma si è dimostrato subito pronto per sfruttare la coincidenza a proprio favore: «Domenica 2 novembre, alle 15:00, si terrà una breve visita guidata dell’opera, che collegherà la canzone di Taylor Swift alla storia del personaggio di Ofelia. I visitatori che arriveranno al museo indossando un abito ispirato a Taylor Swift o vestiti come la tragica bellezza di Ofelia avranno accesso gratuito!», si legge in una nota sul sito internet.

La direzione del museo temeva che l’insolita quantità di visitatori potesse disturbare gli altri ospiti, ma a detta di Hirschmann i fan hanno avuto «un approccio rispettoso. È davvero bello per noi che improvvisamente tutti parlino anche di arte, grazie a una star mondiale come Taylor Swift. È pazzesco. Ci sono molte più adolescenti di quante ne vediamo di solito».

La scena dal videoclip «The Fate of Ophelia» in cui Taylor Swift sembra ricreare il dipinto di Friedrich Heyser

Cecilia Paccagnella, 20 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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