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Le opere ex nazi premiano gli eredi

Melanie Gerlis

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Sotheby’s eccelle a Londra. Mentre Christie’s sembra raccogliere tutti i consensi nell’arte moderna e contemporanea a New York, le aste di Londra di impressionisti e moderni sono da sempre dominate dalla sua rivale; e le vendite di giugno non hanno fatto eccezione. Già all’inizio della settimana di aste (a partire dal 23 e 24 giugno) Sotheby’s, per ironia della sorte con sede a New York, partiva da aspettative più forti: le stime preliminari di Christie’s per l’asta del 23 giugno erano di 82,4-119,7 milioni di euro; quelle di Sotheby’s invece di 196,6-285,1 milioni per la serata successiva (entrambe offrivano 51 opere). Il divario finale è stato ancora più accentuato: un totale di poco più di 100 milioni di euro da Christie’s contro i 250,8 da Sotheby’s.

Le opere migliori erano da Sotheby’s. Sette sono state vendute a oltre 10 milioni di sterline, tra cui il lotto più caro, il «Ritratto di Gertrud Loew» di Gustav Klimt (1902), passato di mano a 34,8 milioni di euro (stime 17-25 milioni) dopo una lunga battaglia di offerte tra un compratore collegato al telefono e una signora in sala, molto determinata e uscita alla fine vincitrice. L’opera, commissionata a Vienna dal padre della ragazza ritratta, rimase in Austria quando Gertrud fuggì dai nazisti nel 1939 ed emigrò in America. La «storia e l’intensità emotiva» dell’opera ne hanno accresciuto il valore, ha dichiarato Helena Newman, presidente del dipartimento europeo di arte impressionista e moderna di Sotheby’s. Quella sera in asta c’erano altri due significativi dipinti oggetto di restituzione ai legittimi proprietari. Un altro, anch’esso battuto oltre la soglia dei 10 milioni di sterline, era «Suprematismo-18ma costruzione» del 1915 di Casimir Malevic, aggiudicato al telefono per 30 milioni di euro (stime da 28 a 42 milioni). Malevic non era riuscito a recuperare l’opera dalla Germania, dove era stata esposta nel 1927, e da allora gli venne nascosta sotto il regime hitleriano. Fu poi venduta allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1958. Malevic morì nel 1935, ma il dipinto venne alla fine restituito ai suoi eredi nel 2008. L’opera, proposta con la stima più alta della serata, aveva alimentato aspettative più alte (la cifra di aggiudicazione è stata infatti inferiore alle stime). A detta di alcuni  mercanti, la garanzia prestata da terzi potrebbe essere stata un deterrente. «Il mercato non ama le garanzie», ha confermato Daniella Luxembourg al termine dell’asta.

Un altro dipinto con alle spalle una storia di guerra erano i «Due cavalieri sulla spiaggia volti a sinistra» di Max Liebermann (1901), prima opera a essere venduta delle circa 1.300, molte delle quali sospettate di essere bottino nazista, che nel 2012 sono state ritrovate nell’ormai famoso appartamento di Monaco Baviera di Cornelius Gurlitt. L’opera, restituita in maggio agli eredi dei proprietari originari, è stata venduta a 2,66 milioni, ben oltre le stime comprese tra 490 e 770mila euro.

Nonostante un totale inferiore, e opere in gran parte debolucce, la vendita serale di Christie’s del 23 giugno ha visto 42 lotti venduti, sui 51 del catalogo. Il prezzo più alto è stato raggiunto da «Iris mauves» di Monet (1914-17), aggiudicato a 15,1 milioni di euro contro stime di 8,4-12,6. Il dipinto era stato venduto per 3,9 milioni di dollari nel 1997, era rimasto invenduto nel 2011 con stime da 15 a 20 milioni di dollari, ma le stime più basse sembrano aver suscitato maggiore entusiasmo nell’esigente mercato di oggi. 

Hanno attirato offerte dall’Asia alcune popolari opere surrealiste, in particolare di René Magritte e di Salvador Dalí, proposte da Christie’s. Il totale complessivo della casa d’aste per la serata, 100,4 milioni di euro, era però un po’ più basso rispetto all’equivalente vendita del 2014, che aveva incassato 106,7 milioni di euro.

Christie’s non ha risposto direttamente alla domanda se i risultati delle vendite di Londra siano dovuti all’invio a New York dei suoi pezzi migliori. Jay Vincze, capo del dipartimento di arte impressionista e moderna a Londra, ha chiamato in causa le «date molto ravvicinate» tra le aste di maggio a New York e quelle di Londra in giugno, ma ha anche detto che le vendite di Londra hanno beneficiato dell’energia della capitale britannica in questo periodo. 

Melanie Gerlis, 22 luglio 2015 | © Riproduzione riservata

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