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Quando fu inaugurato, nel 1924, l’Ippodromo della Reggia divenne un luogo di ritrovo per l’alta società, che ne amava la collocazione nel cuore del magnifico Parco e l’architettura di gusto Liberty, ispirata a modelli inglesi e francesi. Progettato dall’architetto Paolo Vietti Violi, l’Ippodromo disponeva di due piste di 1.800 e 2.200 metri, affiancate da una coppia di tribune capaci di accogliere 1.500 spettatori.
Dopo soli 52 anni, però, il complesso fu chiuso e iniziò un declino culminato nell’incendio del 1990, che distrusse quasi tutti i fabbricati. Gli unici in parte risparmiati dal fuoco furono i padiglioni di copertura delle tribune, con le colonnine di ghisa già recuperate (dal Comune e dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza) e quelli dell’insellaggio dei cavalli e della biglietteria.
Di questi ultimi è appena partito il restauro (circa 150mila euro il costo) per trasformarli in spazi di accoglienza per i visitatori del Parco. Intanto sono in corso il restauro e la riqualificazione dell’Antro di Polifemo, una grotta artificiale realizzata da Giuseppe Piermarini, architetto di Maria Teresa d’Austria, cui si deve l’intero complesso monzese destinato dall’imperatrice al (quattordicesimo) figlio, l’arciduca Ferdinando, governatore di Milano.
Il restauro rientra nell’Accordo di programma per la valorizzazione del complesso monumentale Villa Reale e Parco di Monza, per il quale Regione Lombardia ha stanziato 55 milioni.

L'Ippodromo Liberty della Villa Reale di Monza
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