Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Elena Correggia
Leggi i suoi articoliSperimentatore instancabile, Robert Rauschenberg (1925-2008) ha da sempre perseguito l’interesse per generi artistici e tecniche diverse, unendole anche fra loro e percependo l’opera d’arte come qualcosa in profonda relazione con la vita e con il mondo circostante. Nell’anno in cui ricorre il centenario della nascita dell’artista americano, Miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea organizzata da Fiera Milano che si svolgerà dal 4 al 6 aprile negli spazi di Allianz MiCo, gli rende omaggio con il titolo e tema della sua ventinovesima edizione, «among friends». Un richiamo all’ultima e importante retrospettiva, ma anche uno spunto per approfondire i principi alla base del suo lavoro, ovvero l’apertura al mondo, l’interdisciplinarietà, l’impegno per il dialogo e la collaborazione. Un approccio che viene fatto proprio dalla fiera che si pone l’obiettivo di mettere a sistema la rete di relazioni costruita negli anni ponendosi come motore di un ideale festival delle arti contemporanee di Milano che è la Milano Art Week (in programma dal 1 al 6 aprile).
Numerose quindi le mostre e le iniziative che ruotano intorno alla figura di Rauschenberg e ai suoi valori ispiratori. Dal 5 aprile al 29 giugno il Museo del Novecento presenta «Rauschenberg e il Novecento», una mostra curata da Gianfranco Maraniello e Nicola Ricciardi, con il supporto di Viviana Bertanzetti, che avvalendosi della consulenza della Robert Rauschenberg Foundation costruisce un dialogo fra una selezione di otto opere dell’artista realizzate fra anni Settanta e Ottanta e alcuni dei lavori più significativi dell’arte italiana del ventesimo secolo facenti parte delle collezioni del museo. Un progetto che pone in rapporto la ricerca dell’artista con quella di rilevanti movimenti artistici del Novecento, dal Futurismo all’Arte Povera. Il confronto spazia dalla velocità espressa da Balla a cui rispondono i rottami automobilistici di uno dei lavori di Rauschenberg della serie «Gluts», dalle sperimentazioni di materiali extrapittorici di Burri al cartone protagonista dei «Cardboards», dall’integrazione di oggetti trovati di Spoerri, Arman e Christo a uno degli «Spread» del maestro americano, solo per fare alcuni esempi. Un dialogo a volte volutamente anacronistico, che riesce a cogliere affinità tematiche, relazioni formali, analogie concettuali.
Anche Intesa Sanpaolo, main partner di Miart, renderà omaggio all’artista statunitense aprendo al pubblico su prenotazione il caveau delle Gallerie d’Italia dove saranno eccezionalmente ospitate tre opere di Rauschenberg selezionate dalla collezione di Luigi e Peppino Agrati, oggi parte delle collezioni del Gruppo Intesa Sanpaolo grazie al lascito del cavalier Luigi Agrati. Si tratta di «Senza titolo» del 1974, «Gulf» e «Clearing» del 1969. Un suggestivo controcanto a queste opere sarà offerto da «Blue exit», un importante esempio della serie «Combine Paintings», sempre proveniente dalla stessa collezione, che sarà presentato dalle Gallerie d’Italia in fiera, nella lounge del Gruppo Intesa Sanpaolo, un progetto a cura di Luca Massimo Barbero, curatore associato delle collezioni d’arte moderna e contemporanea di Intesa Sanpaolo.
Le molteplici forme che può assumere l’amicizia nel mondo della cultura sono esplorate dalla mostra «John Giorno: a labour of love», curata da Nicola Ricciardi con Eleonora Molignani e con il supporto di Giorno Poetry Systems, allestita alla Triennale fino al 13 aprile. Per la prima volta vengono presentati in Italia circa 100 documenti originali provenienti dall’archivio del poeta e performer americano John Giorno che testimoniano i suoi legami e le collaborazioni con alcune delle più significative figure dell’arte, della musica e della letteratura del Novecento: da Rauschenberg a William S. Burroughs, John Cage, Allen Ginsberg, Keith Haring, Andy Warhol e Patti Smith, solo per citarne alcuni.
Si ispira invece a una storica performance di Rauschenberg del 1966 «Open Score», una mostra curata da Nicola Ricciardi per BiM-Milano e realizzata da Ex., laboratorio di progettazione nato dal lavoro di Andrea Cassi e Michele Versaci. Visitabile dall’1 al 27 aprile, si propone come un’unica opera che combina luci responsive, videoproiezioni, riproduzioni audio e una libreria: un palcoscenico sempre attivo, accogliente e accessibile, coordinato da diversi attori, fra cui la casa editrice musicale Sz Sugar, la libreria indipendente Paint It Black e la creatività multidisciplinare di Lorenzo Mason Studio.

Robert Rauschenberg, «Summer Glut Fence», 1987. © Robert Rauschenberg Foundation-Ars, New York, 2025, courtesy of Galerie Thaddaeus Ropac, London, Paris, Salzburg, Milan, Seoul, foto: Charles Duprat Grande