Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Milano. Alta 60 metri e sorretta da una struttura obliqua conficcata nel Deposito, quasi una «stampella» entro cui scorre un ascensore panoramico, la Torre della Fondazione Prada, inaugurata ieri, è la nuova emergenza che segna l’orizzonte di Milano oltre Porta Romana.
Con questo, che è il terzo dei nuovi edifici progettati da Rem Koolhaas (con Chris van Duijn e Federico Pompignoli di Studio Oma) nel complesso restaurato che ospitava una distilleria dei primi del Novecento, la Fondazione Prada si completa e si arricchisce di altri 2mila metri quadrati, distribuiti su nove piani coronati da una terrazza panoramica di 160 metri quadrati, con rooftop bar.
Sei sono destinati a spazi espositivi per le opere più imponenti della collezione Prada; riunite nel progetto «Atlas» di Celant e Miuccia Prada, sono ora esposte, in spazi monografici o a due voci, opere di Accardi e Koons, Walter De Maria, Kienholz e Hatoum, Pino Pascali e Heizer, Damien Hirst e Copley, Baldessari, Holler. Gli altri tre piani ospitano ristoranti e servizi per i visitatori.
Diversi per pianta (rettangolare in alcuni, in altri trapezoidale), per altezza (crescente verso l’alto, dai 2,8 metri del primo piano ai sei dell’ultimo) e per orientamento (le vetrate si aprono ora a nord, ora a est, ora a ovest, mentre a sud scorre l’ascensore), i piani che la compongono si offrono a molte e diverse configurazioni. In tal modo, chiosa Koolhaas, «la complessità del progetto architettonico contribuisce allo sviluppo di una programmazione culturale aperta e in costante evoluzione».

Torre Fondazione Prada, Milano Progetto architettonico di OMA Foto: Bas Princen 2018 Courtesy Fondazione Prada
Altri articoli dell'autore
10 Corso Como dedica al maestro romagnolo una mostra incentrata sulla realtà più labile che esista, selezionando scatti in cui si aprono riflessioni sugli statuti della fotografia e sull’atto stesso del fotografare
Con un convegno in programma il 22 e 23 maggio sarà presentato il restauro degli affreschi realizzati nella Chiesa di San Salvatore nel 1375 dal Maestro di Lentate
Al Museo Castello San Materno di Ascona sono riunite 55 opere tra dipinti, disegni e cicli grafici, molti provenienti da una collezione privata svizzera, altri dal Kunst Museum Winterthur
A maggio, il progetto del filantropo e imprenditore giapponese Hiroyuki Maki inaugura a Venezia due mostre per promuovere anche in Europa l’arte contemporanea del suo Paese