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Marotta tra gli scatoloni della biblioteca dell'Istituto di Studi Filosofici

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Marotta tra gli scatoloni della biblioteca dell'Istituto di Studi Filosofici

Napoli: è salvo (forse) l'Istituto di Studi Filosofici

Napoli. «Siamo in attesa», dice Gerardo Marotta, che questa volta ci crede: entro un mese arriveranno i soldi per far funzionare l’Istituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli, da lui fondato nel 1975.  Promesse e assicurazioni concrete, dice Marotta, da parte della «politica», dei Ministeri dei Beni culturali e dell’Economia e Sviluppo che dovrebbero farsi carico anche dei debiti accumulati dall’Istituto.
Intanto sono arrivati 680mila euro dell’Unione Europea con i quali sono stati acquistati i locali di piazza Santa Maria degli Angeli; l’appalto per i lavori di sistemazione è imminente.
Finalmente dovrebbe essere superato lo scandalo dei 300mila volumi della biblioteca imballati e ammassati da anni a Casoria e in altri depositi di fortuna. Altri finanziamenti dell'Ue dovrebbero arrivare per i sistemi informatici, per i programmi da avviare insieme con l’Università di Heidelberg in Germania ma anche al Warburg Institute di Londra e all’Ecole pratique des hautes études di Parigi. Seminari e lezioni si terranno nella sede storica di Palazzo Serra di Cassano, a Napoli, nonché in diverse Università del Sud con il progetto di estenderle poi a tutta Italia. Tutto questo per rilanciare in Europa lo studio della filosofia che, spiega Marotta, «è stato reso facoltativo in Germania, abolito in Francia e in Spagna, ma addirittura mai introdotto in Inghilterra».


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Tina Lepri, 12 gennaio 2015 | © Riproduzione riservata

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