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Atefe Amini (2021-22). Foto: Fatimah Hossaini

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Atefe Amini (2021-22). Foto: Fatimah Hossaini

Negli scatti di Fatimah Hossaini l’anima delle donne afghane

In un libro fotografico pubblicato da Allemandi la loro eleganza nascosta, fatta di resistenza e dignità, si traduce anche in amore per le proprie origini

Chiara Massimello

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Dedicato alla madre, alle sorelle, ma anche a tutte le sorelle e madri afghane, è stato pubblicato dalla casa editrice Allemandi il libro di fotografie di Fatimah Hossaini, Beauty Amid War | Resilience. A presentarlo, il presidente dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, Nicola Ciracì, con i testi di vari autori, tra cui il fotografo Reza Deghati, il direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Lecce Nunzio Fiore, la scrittrice Anilda Ibrahimi, Rachel Deghati, Shirin Zahara e Fevsiye Rahgozar Barlas.

L’Afghanistan, regione in cui si incontrano civiltà e culture così diverse, è un luogo di sofferenza e guerra, ma anche di luce e bellezza. Di questa luce e della bellezza vuole raccontarci Fatimah Hossaini attraverso le sue fotografie. L’artista riesce a immortalare quell’eleganza nascosta delle donne, quella capacità di resistenza e dignità.

Ne scaturisce un libro sulla bellezza e sull’amore per le proprie origini che racconta donne afghane dalle caratteristiche differenti (pashtun, tagiki, hazare, qizilbash e uzbeche), con i loro abiti distintivi, e la loro elegante femminilità, spesso nascosta. Fotografie intense dai colori vivaci di una «semplice» donna hazara originaria delle montagne del Dai Kondi che sceglie di rendere immortali «semplici» ma coraggiosissime donne come lei, alla ricerca dell’affermazione della loro individualità.

«So cosa significa lottare e lavorare duramente per tutto ciò che ho e per guadagnarmi il diritto di essere un’artista», dice Fatimah Hossaini, che con questo progetto prova a creare un’eredità culturale del suo Paese, fatta di luoghi e persone diverse, in un racconto attento che va oltre gli stereotipi, che parla di bellezza nella differenza con uno sguardo che cerca la speranza di un futuro migliore.

Fatimah Hossaini, che si è diplomata in fotografia presso l’Università di Teheran, ma è anche ingegnere industriale, ha insegnato alla Facoltà d’arte dell’Università di Kabul dal 2018 al 2019 e il suo lavoro è stato esposto in Iran, Afghanistan, India, Turchia, Cina, Giappone, Corea del Sud, Austria, Danimarca, Italia, Albania, Francia e New York.

Proprio l’Accademia presieduta da Ciracì, nell’ottobre 2021 aveva presentato, per prima in Italia, il lavoro della fotografa costretta a lasciare il paese pochi mesi prima. Ora il progetto è divenuto anche un libro promosso dall’Accademia di Belle Arti di Lecce, che ha vinto il concorso nazionale «University 4 Europe. Il tuo futuro, la nostra Europa», indetto dal Ministero dell’Università e della Ricerca e il Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Atefe Amini (2021-22). Foto: Fatimah Hossaini

La copertina del volume

Chiara Massimello, 02 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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